Tre mesi in Romania, storia di una delocalizzazione.

Prima puntata

Come molti italiani ho passato un periodo di lavoro all’estero , non sono scappato , ma ho fatto il free lance per una azienda trevigiana che si è trasferita in Romania.
Esperienza positiva, nel complesso , ma con alti e bassi.
Il mese di marzo 2012 parto per un primo “contatto esplorativo”, per vedere la “fabbrica”.
Arrivo e il primo impatto , a causa anche delle sei ore di ritardo del volo è impressionante.
La Romania è un paese grande e decisamente disabitato per i nostri standard, la densità della popolazione è simile a quella di certe zone della Basilicata, per intenderci.

SI arriva a Timisoara dopo un viaggio in aereo breve in un modo imbarazzante, simo proprio vicini noi e la Romania, ma , non appena si arriva, ci si rende conto che siamo in Europa, si , ma solo per un pelo.
Le strade sono nuove, e questo è un bene , ma dopo l’arrivo all’aeroporto e aver visto una teoria ininterrotta di capannoni , di cui alcuni ancora in costruzione e altri in affitto-vendita (con cartelli multilingua) si arriva alla campagna.
E la campagna non è quella a cui noi siamo abituati, organizzata e tappezzata di piante, con tanti micropossedimenti.
No , la campagna è simile ad una vasta prateria , di tanto in tanto si avverte la presenza di grandi appezzamenti coltivati , e niente fattorie o case, per chilometri, lungo una strada nuova di pacca e ben asfaltata.
I primi giorni l’effetto è spiazzante, ma ci si abitua presto.
Quella zona in particolare (diciamo la strada che da Timisoara va verso Caransebes) era stata adibita dal governo di Ceasescu a allevamento di bestiame , quindi si c’erano estesi pascoli e , di tanto in tanto delle immense stalle per l’allevamento , di solito in rovina.
Certo , lungo le varie decine di chilometri che facevo tutti i giorni per recarmi al lavoro incrociavo diversi paesi, ma , di solito si tratta di agglomerati di case sorti lungo la strada e circondati dal nulla , perlomeno secondo i nostri standard.
E questa distribuzione degli abitanti , ha portato alcuni problemi , come vedremo più avanti.
Altre volte ho pensato di pendere l’auto e farmi un viaggetto di mille chilometri , tanto per vedere il panorama , e devo dire che è una esperienza istruttiva.
Per partire diciamo che bisogna andare verso Trieste, e andare in Slovenia, prima fermata subito per pagare l’autostrada, la si paga un tot ogni volta che ci vai e , neanche tanto poco , se prendi il talloncino da cinque giorni , come ho fatto io.
Idem con patate in Ungheria
Da li , è una grande tirata , prima verso Maribor, poi si parte per l’Ungheria , e si arriva fino a Budapest, poi, dopo una avventurosa deviazione causa lavori , (spero che li abbiano finiti) , se si seguono le indicazioni si gira in tondo , senza navigatore sarei ancora la a girare intorno a Buda.
Poi si prosegue per quella che , nelle intenzioni è un autostrada che dovrebbe collegare l’Ungheria e la Romania, da Budapest fino a Arad e oltre in Romania.
Zona Zseged , al confine i soliti lavori , le deviazioni e la straniante sensazione di girare in tondo , malgrado le mappe e il navigatore dicano il contrario.
Saranno i paesi che si assomigliano tutti , hai sempre l’impressione di esserci già passato prima.
Finalmente sei arriva in Romania, e li si ha una strana impressione, come di sconnesso , che non averti in Slovenia e Ungheria, paesi che tendono ad essere una imitazione più o meno riuscita dell’Austria e dei pesi “nordici” in particolare.
La Romania , e lo dico con affetto , è un paese che è stato devastato da quella che sembra una guerra, ma che è stata combattuta dal dittatore Ceasescu contro la popolazione , con oppressione e controllo assoluti.
E lo dico senza ideologia, un dittatore assoluto è un dittatore assoluto , comunque lo si guardi.
E vedi anche lo sguardo dei doganieri e delle persone fermate per un controllo , tra cui c’ero anche io , una volta.
E qui si danno alcuni consigli.
Cercate di passare il confine Ungheria-Romania , di giorno , e mai di notte, specie se avete macchine cariche di pacchi e pacchettini.
I solerti funzionari , solerti per modo di dire, possono pensare che siete dei romeni che ritornano dall’estero per visitare la famiglia, e prendere una decisione.
Vi fanno accomodare di fianco e cominciano, prima ti fanno aspettare un paio di ore, poi ti fanno  scaricare la macchina.
 Se protesti possono anche smontartela, l’automobile.
Se inavvertitamente nei documenti scivolano per sbaglio una cinquantina di euro , i problemi si risolvono molto prima.
Ricordate, non siete in Italia, quindi evitate accuratamente di protestare a voce alta e urlare con i poliziotti, soprattutto se avete ragione, se non ci sono testimoni possono darvi anche una bella ripassata.
Se invece vi siete organizzati , e passate di giorno , farete molto prima.
Infatti la corruzione sistematica dei funzionari della dogana ha smosso il governo di Bucarest, dopo le proteste europee, e sono stati arrestati alcuni doganieri.
Purtroppo la torta era molto grossa e divisa fino ai massimi livelli (ad un doganiere con uno stipendio di 350 euro al mese è stata trovata una Ferrari nel Garage!), e i doganieri , veri e propri capri espiatori, sono stato reintegrati e trasferiti in altre posizioni.
Per risolvere il problema nei principali valichi Rumeni sono stati messi degli osservatori dall’Unione Europea, con la funzione di controllo e dissuasione della corruzione.
Ma solo di giorno , attenzione.
Fine prima puntata, nei prossimi giorni le altre.