Sul CSS il M5S e i rifiuti bruciati nei cementifici.

Come al solito il Movimento 5 stelle è entrato nel merito di una nuova normativa, e è riuscito ad avere ragione e torto nello stesso tempo.

Torto perché si parla di CSS , ovvero quelli che la legge chiama , con eufemismo, Combustibile Solido Secondario.

Sempre di rifiuti si tratta, naturalmente.

E i legislatori si sono arrampicati sugli specchi per trovare un sistema per bruciarli non solo negli inceneritori, ma anche in centrali elettriche di piccole dimensioni, cementifici , e impianti siderurgici.

Secondo i nostri amati legislatori i rifiuti, selezionati e vagliati per ridurre la presenza di cloro (ridurre, infatti bruciando plastica contenente cloro si forma sempre diossina) sono un ottimo combustibile , economico e in grado di risolve il problema dei rifiuti.

In teoria il M5S ha torto , dato che se il tutto venisse controllato da team di ingegneri esperti e da funzionari dello stato paranoici, potrebbe anche funzionare.
E non è detto che altre nazioni europee lo facciano già, con ottimi risultati.
Purtroppo non siamo In Svezia o in Germania, ma siamo in Italia.

Proviamo a vedere i vantaggi per chi fabbrica questo CSS e per chi lo usa.

Chi lo fabbrica incassa le tariffe dei rifiuti, gli incentivi europei e il ricavato della vendita di quello che da rifiuto diventa combustibile, in pratica lo pagano per la materia prima.
Inoltre regioni come la Campania e la Sicilia, in perenne crisi dei rifiuti , pagheranno di più per avere il privilegio di vedersi portare via i rifiuti.

Chi lo usa, invece ha un combustibile poco costoso da utilizzare ( deve costare di meno , altrimenti non lo acquisterà) e , se produce energia, ha anche gli incentivi previsti per le energie rinnovabili!.

Si , anche gli incentivi.

Ma voi direte, ci sono i controlli…

Certo , ma oltre ai controlli e a una burocrazia  terrificante, ci sono delle sanzioni in grado di spaventare le mafie.

Elenchiamole:

Il Disegno di legge approvato dal CdM il 24.04.2007 prevede la sanzione per ”danno economico”, che prevede la reclusione da due a sei anni e multe da ventimila a sessantamila euro quando l’eliminazione del danno risulta di particolare complessità sotto il profilo tecnico, ovvero particolarmente onerosa o conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.

bello , ma non è certo questo il caso, si tratta di traffico illecito e smaltimento non autorizzato di rifiuti, ma senza discarica, quindi il dm di riferimento è il Il DLG 3.4.2006, n. 152  .

La legge prevede due responsabili in sede amministrativa e penale:

• titolare o amministratore dell´impresa;
• responsabile tecnico. 

E qui comincia le barzelletta,  Responsabile della gestione è il responsabile tecnico poiché questi è il soggetto in possesso del requisito tecnico professionale, di cui il titolare o amministratore invece può essere (e spesso è) carente.
Secondo i principi generali in materia sanzionatoria (sostanzialmente analoghi per le violazioni penali e per quelle amministrative, l´errore o la cattiva gestione del responsabile tecnico può dar luogo a responsabilità del titolare o amministratore, sia per colpa generica (difetto di diligenza, prudenza o perizia, in relazione alle condotte contestate, vale a dire difetto di vigilanza sull´attività del responsabile, mancata messa a disposizione degli strumenti e dei mezzi per svolgere il proprio compito, direttive errate, ostacolo all´attività, omessa rimozione di un responsabile che ha perso i requisiti, scelta di un responsabile assolutamente incapace di svolgere il proprio lavoro) oppure come colpa specifica (violazione di specifiche norme, anche non di legge, emanate dall´autorità, che abbiano finalità di prevenzione di eventi pericolosi o dannosi).
L parola chiave è può :
Il tecnico può essere colpevole, il titolare può essere a conoscenza del disastro annunciato , oppure no, e qui c’è materia per allungare il brodo dei processi per decenni.

Ma ipotizziamo che , alla fine , si stabiliscano le responsabilità e si arrivi ad una condanna:

Pena dell´arresto da sei mesi a due anni congiunto ad ammenda, da 2.600,00 a 26.000,00 euro, cioè la pena prevista per la “cattiva gestione” dei rifiuti pericolosi.

Dato che i rifiuti sono stato inceneriti illegalmente , non vi è il reato di  discarica abusiva, ma al massimo si parla di miscelazione non autorizzata, punita con metà delle sanzioni di cui sopra.
Prima condanna, con benefici della pena assicurati e comunque ridotta ancora della metà se si patteggia.

Ma tanto si può far comunque ricorso.

Andare in galera per questo tipo di reati è praticamente impossibile, in Italia, neanche volendo, e alla fine si paga la multa e si è a posto.

Uno dei tanti regali fatti da Berlusconi al nostro paese è la ex Cirielli, che porta la prescrizione di questo tipo di reati a quattro anni, rendendo praticamente certa l’impunità dei titolari.

L’unico che ci rimetterebbe sarebbe il tecnico, che rischia di essere cancellato dall’albo, ma tanto basta pagargli le spese legali e poi riassumerlo in qualche altra mansione, e lui starà buono

Dato che i mafiosi non sono dei deficienti, potrebbero muoversi in questa maniera.

Un pensionato settantenne come titolare e prestanome, un  giovane appena laureato alla canna del gas come tecnico e i parafulmini sono a posto, tutti gli altri lavoratori dell’azienda non ne rispondo no penalmente nè altro..
E non si parla di traffico di cocaina o di armi, semplicemente si prendono i rifiuti, di qualsiasi genere, gli si dà una asciugata e si confezionano in balle, senza vagliarli e suddividerli , che la corrente e i macchinari costano , e poi si rovinano.

L’azienda che si occuperà del traffico e del confezionamento delle balle di CSS avrà in affitto i macchinari ed i veicoli da un’altra azienda terza, di proprietà del clan, quindi i mezzi verranno restituiti a loro dopo un eventuale sequestro cautelativo.
Una assicurazione potrebbe anche risarcirli del mancato reddito.

La discarica che fornirà la materia prima sarà a posto , loro davano rifiuti a qualcuno che li doveva lavorare, cosa ne sapevano loro?

Il cementificio o la centrale elettrica di proprietà del clan non rischia niente, a loro arrivano i blocchi da bruciare, con le carte in regola, cosa ne sanno?

Inoltre la palese imbecillità dei legislatori è visibile nella normativa, che classifica i rifiuti CSS in 124 categorie diverse, a seconda del contenuto.

Il fabbricante dei blocchi deve dividerle e stoccarle separate e qui, magari può saltare fuori un “errore involontario”, il camionista che, poveretto prende i rifiuti da mandare in discarica e li porta alla centrale, per sbaglio.

E porca pupazza, proprio quella volta i “giudici comunisti” fanno i controlli sul camion e scoprono un problema.

Ricordate che pressare dei rifiuti nei blocchi non è un reato, finchè sono stoccati , e non emettono cattivi odori e liquami, non succede niente.

Per assurdo un’altra azienda che si incarica dello smaltimento e del trasporto dei rifiuti non idonei potrebbe falsificare le carte e inviarli dove non doveva, e così via, fino a rendere difficile stabilire chi ha fatto cosa e di chi è la responsabilità.

E il povero magistrato si trova nel problema di dover stabilire se il reato è avvenuto o no, se l’inquinamento c’è stato , se i fumi sono fuori norma.
Senza soldi e senza personale, e magari tiene anche famiglia.
Un altro immenso regalo fatto dai vari governi  è la mancata messa in opera del SISTRI, il sistema di controllo telematico dei viaggi dei rifiuti , che costruirebbe una valida arma per i magistrati per controllare lo spostamento degli stessi.
Ma chi glielo fa fare ai mafiosi di trafficare in cocaina quando ci sono i rifiuti?