Stavolta sono proprio incavolato: e la colpa e dei pelosi buonisti e delle loro fesserie.

13557864_1036422716427228_8881656460160806277_n

Dietro gli attacchi di Istanbul terroristi ricercati in Russia da 13 anni e protetti in Europa come “rifugiati”
Un terrorista ceceno, cittadino russo, è sospettato di essere la mente dell’attacco terroristico all’aeroporto di Istanbul.

Si tratta di Ahmed Chataev, terrorista ricercato in Russia e che in passato ha ricevuto lo status di “rifugiato” in Austria, che ne ha così ripetutamente bloccato l’estradizione verso la Russia con l’accusa di terrorismo.
Ahmed Chataev, cittadino russo di origine cecena, si era unito all’ISIS nel 2015 e aveva combattuto in Siria contro le forze del legittimo presidente Assad.
Il Vice Direttore del comitato investigativo russo Andrey Przhezdomsky, ha riferito che Chataev aveva un ruolo di primo piano nell’organizzazione terroristica, con il compito di commettere attacchi terroristici sia in Russia che in Europa occidentale. Chataev era inoltre al comando di una unità composta “prevalentemente da immigrati del Caucaso del Nord“.
Chataev era noto da molto tempo alle autorità russe per reati legati al terrorismo, ma era riuscito a fuggire in Europa, dove gli era stato concesso asilo e protezione dall’estradizione in Russia.
Chataev aveva combattuto contro la Russia nella seconda guerra cecena tra il 1999 e il 2000, durante la quale perse un braccio. In seguito era stato considerato come un rappresentante di Dokka Umarov, un tempo il “terrorista n°1” in Russia.
La mente dell’attacco all’aeroporto di Istanbul era sulla lista dei ricercati in Russia dal 2003, accusato di sponsorizzare il terrorismo e di reclutamento di estremisti per l’affiliazione a gruppi terroristici.

Tuttavia, nello stesso anno, ha ricevuto asilo in Austria, paese che gli diede anche un passaporto, per poter visitare liberamente l’Europa…
Nel 2008 venne arrestato insieme ad altri ceceni nella città svedese di Trelleborg. La polizia svedese trovò nella loro auto fucili d’assalto Kalashnikov, esplosivi e munizioni. Passò più di un anno recluso in Svezia.
Nel 2010 Chataev venne arrestato in Ucraina e nel suo telefono cellulare vennero trovati dei file contenenti tecniche di demolizione e foto di persone uccise in una esplosione. La Russia chiese la sua estradizione per terrorismo, ma la Corte europea per i diritti umani ordinò all’Ucraina di non estradarlo in Russia. Addirittura Amnesty International sollecitò le autorità ucraine a fermare l’estradizione in quanto Chataev “avrebbe potuto affrontare un processo iniquo e sarebbe stato a rischio di tortura e di maltrattamenti”.

13592620_1036422726427227_5338437294895903831_n

Un anno dopo venne ancora arrestato, questa volta mentre attraversava il confine tra Turchia e Bulgaria, ma ancora una volta evitò l’estradizione a causa dell’interferenza delle “organizzazioni per i diritti umani”, che sottolineavano come Chataev avesse ricevuto lo status di rifugiato in Austria e che quindi non poteva essere estradato in Russia.
Tra il 2012 e il 2015 Chataev ha vissuto in Georgia, dove ha aderito ad alcuni gruppi terroristici e servito una pena detentiva per accuse legate al terrorismo.

Nello specifico venne arrestato nel 2012 dopo essere stato catturato durante una operazione antiterrorismo, dove undici dei suoi compagni morirono, insieme a tre esponenti delle forze speciali georgiane.

Malgrado il governo georgiano adesso sia  filorusso gli avvocati del nostro amico, pagata con dollari americani (Spero capiate cosa voglio dire) affermarono che il “poveretto” non poteva combattere con un braccio solo e in realtà si trattava “di un negoziatore giunto per trattare con i ribelli”.

I giudici georgiani si commuovono e alla fine lo liberano (ah, il potere dei dollari e dei pelosi buonisti).
Nel febbraio 2015 ha lasciato la Georgia per andare in Siria, dove si è unito all’ISIS e dove ha scalato in fretta le gerarchie dell’organizzazione terroristica.

Questa notizia agghiacciante non arriva tuttavia inaspettata. Putin è da mesi che denuncia il fatto che tra le fila dell’ISIS vi siano migliaia di cittadini mussulmani delle ex Repubbliche Sovietiche, addestrati e armati negli anni 90 dai servizi occidentali per destabilizzare il Caucaso in chiave anti russa. Il mostro che hanno creato non può più essere controllato. Da questo derivano le ormai note parole pronunciate da Vladimir Putin alla 70° assemblea delle Nazioni Unite dello scorso settembre: “vi rendete conto adesso di ciò che avete fatto???

http://www.agi.it/estero/2016/07/01/news/strage_istanbul_chataev_luomo_con_un_braccio_solo-905977/

13537704_1036427336426766_2774465418444016410_n

link dell’accorato appello di Amnesty International che implora la governo ucraino di liberare quel pazzo terrorista, perché “malato di mente” e di non concedergli asilo in Russia, dove “potrebbe succedergli qualcosa”.

https://www.amnesty.org/en/documents/eur50/002/2010/en/

dimenticando tutti i fatti precedenti…

Ma la colpa non è del povero Achmed, che ha fatto di tutto per farsi internare a vita in prigione o in qualche ospedale psichiatrico, ma, ripeto, dei pelosi buonisti del cazzo.

bastardi.