“La nozione di verità, dopo essere stata abbassata ormai a una semplice rappresentazione della realtà sensibile, è infine identificata dal pragmatismo con l’utilità, il che equivale alla sua soppressione pura e semplice; che importa infatti la verità in un mondo le cui aspirazioni sono unicamente materiali e sentimentali?1”
Si aggiunga questa nuova moda del “buonismo” a tutto campo dove in un caso assoluto si tenta di portare a compimenti piani di sovversione sociale pensati nel primo novecento2.
In questa sovvertimento gli attori principali sono politici e religiosi: i responsabili che immettono nella società pensieri, filosofie, progetti che nascondono la distruzione di un mondo Tradizionale che comunque, nel bene o nel male, permane incontaminato perché si pone ad un livello superiore delle elementarità sociali rappresentate dai loro volti.
Pur tuttavia la società sta sempre più prendendo coscienza che qualcosa non funziona, intuisce che vi sia qualche progetto di cui non conosce la finalità ma ne carpisce la potenza distruttrice; si stanno lentamente risvegliando idee di difesa dell’idea di nazionalità, di territorio, di tradizione e di costume. La civiltà Occidentale provoca con il suo materialismo e con la sua arroganza la repulsione nel mondo Orientale che vede con chiarezza la mostruosità di un ordine sociale che è intaccato da idee e da mode come un virus attacca il corpo umano.
Il mondo Ortodosso ha chiaramente ragione quando descrive la società Occidentale come una civiltà senza Dio, senza quella riserva di luce che interviene per renderla stabile. Nel terzo millennio si sente come un respiro apocalittico di attesa che muti per intervento divino le condizioni anti-tradizionali dell’Occidente ammalato e nel più pieno nichilismo3.
Il corpo sociale è malato dalla testa, cioè dalla sua rappresentanza politica, sino alla più semplice famiglia.
La religione viene considerata un fenomeno sociale ed è diventata una specie di morale dei “diritti dell’uomo” come a ricomporre i vecchi schemi post-rivoluzionari nati all’indomani della Rivoluzione Francese.
Il neo-positivismo, così come le forme sentimentali dell’idealismo, del neo-illuminismo sono posti come base per la formazione universitaria affinché avvenga che chi esca con una laurea in filosofia non sia altro che l’immagine riflessa della società decadente e nichilista senza che subodori gli orientamenti studiati come forme anti-tradizionali e nemiche della società.
Non c’è giorno che non si vedano crolli e smascheramenti di abiezioni tenute celate per millenni.
È l’era dello scatascio, come la definiva San Padre Pio. L’era in cui tutte le pareti saranno trasparenti per mostrare al mondo intero la nefandezza della volontà di potenza che ha operato per duemila anni al fine di schiacciare la coscienza d’amore dei popoli alla continua ricerca del Bene Superiore per creare una nuova civiltà: la Civiltà dell’Amore.
Teorizzava Padre Ivan di Kronstandt la discesa negli inferi della società:“il primo stadio del nichilismo, che è il liberalismo, è nato dall’errore di aver scambiato il nostro occhio malato per un occhio sano, di avere confuso l’immagine percepita dalla sua vista deteriorata per la vera visione del mondo, e di avere perciò congedato il medico dell’anima, la chiesa, del cui ministero l’uomo sano non ha bisogno. Nel secondo stadio, il realismo, la malattia lasciata senza le cure indispensabili del medico si aggrava; la vista si riduce; gli oggetti lontani, già oscuri di per sé nello stato “naturale” della vista deteriorata, diventano invisibili; solo gli oggetti più vicini sono veduti distintamente e il paziente si convince che non ne esistano altri. Nel terzo stadio, il vitalismo, l’infezione porta all’infiammazione, anche gli oggetti più vicini diventano sfuocati e deformati e il paziente è soggetto ad allucinazioni. Nel quarto stadio, il nichilismo della distruzione, si giunge alla cecità e la malattia si estende al resto del corpo determinando agonia, convulsioni e morte.”