Scaroni e il dilemma del gas Russo.

Lasciamo parlare l’AD di Eni , Scaroni  (per quanto tempo ancora?) e vediamo le sue ultime esternazioni.

Secondo lui è “difficile pensare che l’Europa in generale , possa fare a meno del gas russo”.

Proviamo ad analizzare il suo pensiero e vediamo le alternative:

Il gas algerino , le esportazioni sono in diminuzione, per via dei consumi interni in aumento.
I giacimenti norvegesi sono ormai stabili come produzione, con tendenza al ribasso.
I giacimenti in territorio europeo stanno diminuendo tutti la produzione.
Il gas shale polacco, forse non verrà mai la luce.
E, ultima alternativa ragionevole, la Libia, è ancora territorio di guerra tra bande rivali.

Altre fonti energetiche disponibili non cene sono , petrolio, carbone e nucleare sono al limite della produzione, e non ci sono cospicue eccedenze da nessuna parte.<br />
Rimane sempr eil fantasmagorico gas americano , che però è stato corto sul mercato (ovvero era difficile da trovare con prezzi in aumento) per via del rigido inverno Usa.
Hanno rischiato seriamente di non farcela , in febbraio, e stanno progettando di idngrandire la loro rete interna e di costruirae altri rigassificatori per importare altro GNL (gas lnaturale liquefatto).
Ma come , se sono delgi esportatori.
No, gli Usa importano comunque una parte del loro fabbisogno , dato che i loro giacimenti interni non bastano.

Avevo semplificato molto il sistema dei gassificatori e dei liquefatori, necessari per il trasporto del gas a bassissima temperatura attraverso gli oceani.
In realtà in europa esiston diversi rigassificatori, e lavorano tutti ad una frazione della loro capacità.
Dopo la chiusura delle centrali nucleari giapponesi, il consumo del gas nel paese del sol levante è cresciuto in maniera esponenziale, e sta assorbendo gran parte della produzione di gas liquefatto mondiale.
Inoltre le rotte per il Giappone sono molto lunghe e le navi metaniere rimangono impiegate per molto tempo.
Ne consegue che i due impianti di rigassificazione italiani di Panigaglia e di Rovigo sono fermi da tempo, per mancanza di materia prime per via del fatto che, a causa della crisi, il gas russo, più economico, è prefettamente in grado di soddisfare la richiesta del mercato.
A pieno regie i due impianti potrebbero supplire a oltre metà del gas russo che l’Italia importa, quindi non ci sono grosse necessità di costruirne altri.

Il mercato mondiale , che prevede il commercio annuo di circa trecento miliardi di metri cibi di gas liquefatto , prevede una produzione abbastanza costante , e una capacità degli impianti di rigassificazione, di trattarne il doppio.
Ne consegue che gli impianti di trattamento lavorano mediamente alla metà della capacità teorica, rendendoli ancora più costosi.

I contratti di vendita sono particolari, si va da contratti pluriennali con consegne stabilite e scaglionate nel tempo a navi gasiere che cambiano rotta durante il trasporto , in direzione di un porto che paga di più.

Insomma il gas americano arriverebbe soltanto se , per aulche motivo , diventasse illegale importare il gas russo, e costerebbe molto.
Sempre se sul mercato se ne trovasse abbastanza.
I tecnici dimenticano che se la Russia non esportasse i quasi duecento miliardi di gas che manda annualmente in Europa, anche con un aumento dei prezzi sarebbe ben difficile trovarne la stessa quantità, eccedenze simili semplicemente non ci sono.
Realisticamente, gli Usa che consumano tutto il gas che producono possono al massimo esportarne qualche decina di miliardi di tonnellate, non di più, e comunque dovrebbero importare petrolio o gas per sostituire i prodotti che vendono.

Non so cosa ne pensano gli addetti ai lavori , ma la boutade Usa dello “shale gas” può essere solo vista come un tentativo di destabilizzare l’economia russa, altamente dipendente dalle esportazioni, non un reale tentativo di venderci del gas che non hanno fisicamente da esportare.

Sono sempre più convinto che quella ucraina sarà ricordata come la prima delle “guerre delle risorse”, la prossima quale sarà, una crisi dell’acqua, del grano?