Rivoluzione e Dittatura

Non intendo scrivere un post su F.Castro, lo hanno già fatto in tanti. Lui ha tutta la mia ammirazione e questo è quello che conta veramente. Come al solito nessuno fa luce sulla vera importanza della storia. La rivoluzione delle formiche cubane che hanno saputo dire no ai gringos americani, no alle multinazionali, no ai latifondi, no alla povertà diffusa, no alla fame.

Una rivoluzione che ha fatto capire che la libertà individuale non è il vero traguardo di uno stato, uno stato deve salvaguardare il benessere dell’intera popolazione e se è necessario lo deve fare con il pugno di ferro. La troppa libertà individuale e i meri interessi personali di arricchimento sanno veramente distruggere una qualsiasi democrazia.

La dittatura cubana ha reso giustizia ad un popolo che aveva tanto sofferto. Ovviamente ogni dittatura porta con sé dissenso ed esuli. La politica rivoluzionaria con la morte di Fidel Castro chiude solo una parte di un’epoca. Ciò che rimane validamente aperto è il dibattito sulle diseguaglianze che rimangono nell’attuale sistema.

E’ scomparsa la persona che per primo ha incarnato la dura resistenza contro l’imperialismo americano e che ha liberato dalle catene la sua popolazione.

La vera eredità deve essere il messaggio rivoluzionario che Cuba ha diffuso nel mondo e che persiste in America Latina, area ancora alle prese con le contraddizioni derivate dalle eredità lasciate dalle varie forme di socialismo dello scorso secolo.

La rivolta di Cuba probabilmente lascerà nella storia una eredità particolare: la ricerca di giustizia e di dignità di un popolo, una ribellione rivoluzionaria che ha ricercato una politica ed una economia per ottenere l’indipendenza.

Indipendenza da governi gestiti da servi, che per mero tornaconto personale, si legarono al cappio del padrone gringo statunitense e alle lobby economiche e mafiose. Cuba era la casa vacanze, il lupanario, il casinò dietro l’angolo dei nordamericani. Una repubblica delle banane pronta a soddisfare tutte le esigenze, un paradiso dove commettere ogni sorta di nefandezza. Le multinazionali della frutta sfruttavano i contadini, le multinazionali della telefonia e della elettricità applicavano tariffe predatorie alla popolazione cubana, mentre fame, povertà, disoccupazione e analfabetismo dilagavano.

Eh bellezza mia, cosa pensi che sia il colonialismo?

Ve lo spiego con parole semplici semplici, adatte ai vostri piccoli cervelli di fottuti nuovi ricchi che cagano nel lusso senza capire il mondo: il colonialismo è un sistema che rapina i paesi ricchi di materie prime al primo giro, al secondo giro li deruba quando vende a prezzi aumentati i loro stessi prodotti lavorati industrialmente in esterna. Il frutto del cazzo viene raccolto, esportato, lavorato e poi reintrodotto in scatola a un prezzo stratosferico. Capito?

Se lo avete capito avete anche capito che si parla di strumenti di sfruttamento ma anche di dominio.

Siete stati sfruttati da dominatori, ma quando vi siete riposizionati avete smesso di vedere le atrocità dello sfruttamento e dell’arbitrio. Miserabili, miserabili fino alla fine.

Dedicato a mia madre e a mio padre

Alessia http://liberticida.altervista.org/