Diversissimi nelle forme e nei contenuti politici sono accomunati da due cose, entrambi hanno vinto.
Renzi vincendo le elezioni da segretario del partito con un voto plebiscitario , seguito dall’esautorazione veloce del presidente del consiglio in carica, suo compagno di partito, Letta, rottamato e spedito a Londra.
I nazionalisti ucraini , organizzate in bande hanno vinto la “rivoluzione” e adesso in qualche modo fanno parte del nuovo governo.
Renzi adesso ha ottenuto quello che vuole, e in pochissimo tempo, più avanti di così non potrà andare.
Però ammettiamolo, a parte i grillini ha più nemici nel suo partito che nello schieramento avversario, ed è tutto dire.
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I “ribelli” ucraini hanno vinto e ne è seguito quello che ormai è il solito tran tran della fine di una rivoluzione:
presidente e vecchio governo scappati con l’elicottero, ville dei potenti saccheggiate e posti di blocco lungo le strade delle loro raccogliticce milizie, e anche qualche poltrona di potere.
Entrambi, però adesso devono confrontarsi con la vittoria, con il raggiungimento del posto al vertice.
La lotta adesso è quella di rimanere dove sono, ogni spostamento può essere verso il basso.
E Renzi si trova davanti un dilemma; le finanze pubbliche non lasciano nessun margine di manovra, ogni riduzione della spesa deve corrispondere ad un aumento della tasse da un’altra e qualsiasi risparmio deve essere destinato a pagare gli interessi del debito.
Vedremo come se la caverà, quale coniglio tirerà fuori dal cilindro questa volta.
No, ricordiamolo, con i buoni propositi e le battute non si pagano stipendi e pensioni.
I Nazistoni ucraini, invece sono in tutt’altre faccende affaccendati.
La capitale Kiev è allo sbando , la polizia e l’esercito non si vede e le milizie spadroneggiano e spaventano la popolazione civile.
In politica ad una azione corrisponde sempre una reazione e all’instabilità prima o poi pone rimedio il rumore dei cingoli dei carri armati.
Vedremo come va a finire.
i greci dicevano “prima di distruggere un uomo gli deilo fanno impazzire“.
Parafrasandoli possiamo dire: certe volte il modo migliore di sconfiggere un avversario è lasciarlo vincere.