Post hoc ergo propter hoc e Beppe Grillo

Prima di attirarmi le ire dei grillini dichiaro che non sono del tutto contrario al movimento 5 stelle.
Potrei anche averlo votato, nelle scorse elezioni, o forse no.

Post hoc ergo propter hoc, dicevamo , è una locuzione latina che significa “dopo di questo, quindi a causa di questo”.

Il latino è una lingua adatta per le locuzioni logiche, e la dialettica degli oratori del passato era proverbiale.

Proviamo a concionare nell’italiano odierno semplice e con poche sfumature.

 Beppe Grillo fa molte affermazioni , cerca spettacolo e anche se ha ragione, semplifica troppo i problemi di cui si occupa.

 E arriviamo a bomba, facciamo alcuni esempi:

 “Dopo che è arrivato l’Euro, la situazione economica è peggiorata, quindi la colpa della crisi è dell’Euro.”

“Dopo che Berlusconi è entrato in politica la gente è diventata più ignorante, quindi la colpa della stupidità è di Berlusconi” (oddio, su questo si potrebbe discutere.) 

 “dopo che la rete si sarà diffusa dappertutto ci sarà più democrazia, quindi la rete è democrazia”

Le sfumature e gli esempi sarebbero innumerevoli, ma la sostanza è questa.

 E non si può neanche dire che Grillo menta o dica cose non vere, è proprio l’esposizione che pecca nel suo complesso.

Il problema di Berlusconi non è nel nanetto pelato che tutti conosciamo, il vero problema sono i milioni di pecoroni che lo hanno votato e continuano a votarlo, per calcolo, convenienza o semplice stupidità.

Se Berlusconi mente clamorosamente su Nipoti di Mubarak, come potremmo credergli , quando afferma di essere in grado di risolvere i problemi dell’Italia? Forse mente solo ogni tanto , dice balle solo su cose non importanti?

E non è urlando durante un comizio di piazza che convinceremo i pecoroni a non votare più Berlusconi.

Non si può negare che la nascita dell’Euro abbia creato problemi , ma l’intenzione degli ideatori non era quella di creare nazioni di serie A e nazioni di serie B.

Volevano creare un mercato più aperto nella illusoria convinzione che il mercato stesso si sarebbe autoregolato, la magica “mano invisibile” si sarebbe preso cura di tutti noi.

Purtroppo il mercato era composto da nazioni con politiche molto diverse, da una parte nazioni come la Germania hanno risanato l’economia a colpi di “ordung“, lacrime e sangue, e hanno ridotto in qualsiasi modo il deficit.

Altre nazioni , come la nostra soprattutto, hanno speso in “deficit” ovvero lo stato ha speso più di quanto incassava, in opere pubbliche , pensioni e prebende per gli amici.
Riconosco a Grillo il suo vero merito, quello di essere l’unico a urlare ad alta voce il vero unico problema , il debito pubblico che cresce di oltre un miliardo al giorno , malgrado tutti gli interventi dei due governicchi di larghe intese che si sono succeduti.

Un paese civile, composto da persone intelligenti , vedrebbe un dibattito pubblico vertente non solo su kazaki e oranghi, ma su come si potrebbe risolvere il problema.

Si potrebbe, per esempio, ridurre stipendi e pensioni, vendere qualche azienda statale, e ,soprattutto trovare il sistema per pagare meno interessi e meno capitale, dato che, a breve, non si riuscirà più a pagare il debito pubblico e gli interessi collegati.

E’ semplice matematica, e il feticcio della “ripresa”, una magica rinascita economica del Sistema Italia, è solo una illusione.

Il guaio è che i politici , soprattutto quelli del PD, lo sanno benissimo , sperano solo in una miracolosa scialuppa di salvataggio della storia che li salvino dal disastro che si sta avvicinando sempre di più.

La nave è diretta a tutta velocità contro l’iceberg e in sala di ci sono due comandanti che litigano per aumentare o diminuire la velocità, non per cambiare la rotta.

Forse la strategia di Grillo, ovvero muoversi non come un elefante, ma come un branco di elefanti in una cristalleria è una precisa strategia politica.

Il fatto che sia lui il primo e l’unico a parlare urlando del problema della spesa pubblica, del debito e delle pensioni, non significa che non abbia ragione.

E la sua convinzione è quella di chi non vede alternative al tracollo prossimo venturo, se non una flebile speranza.

Quella di riuscire a riunire intorno a sé una forte minoranza di sostenitori, che, dopo il collasso tanto annunciato,  lo aiuteranno a creare il tanto atteso Eden fatto di democrazia in rete, energia rinnovabile e partiti senza finanziamento.

Ma da queste premesse di solito sono nati i peggiori disastri dell’umanità. 
Auguri