Nuove notizie dalla Terra dei Pazzi, L’Ucraina, la guerra va male e il governo si complica la vita. Nel frattempo gli USA forse cercano di sganciarsi.

La guerra in Ucraina continua, malgrado le notizie trionfali sulla “gloriosa ritirata strategica” dell’esercito ucraino”, tallonato “dall’avanzata di un nemico sconfitto”, appare chiaro che i separatisti lentamente guadagnano posizione.

Ne è un esempio il famoso “calderone ” di Debaltsevo, anche i torpidi media occidentali si sono finalmente accorti di 8’000-10’000 soldati ucraini virtualmente circondati.
La mappa è molto chiara. In un accesso di follia i  generali dell’esercito ucraino hanno pensato di fare avanzare le loro forze in territorio nemico, con alle spalle delle alture e in o specchio d’acqua che permetteva di attraversare solo su di due ponti.
Adesso le alture ai lati dello specchio d’acqua sono in mano ai separatisti, che da li bombardano gli ucraini che cercano di riconquistarle.
In pratica le truppe ucraine che cercano di uscire da quella posizione difficile creano un ingorgo ai ponti  con i rinforzi mandati da Kiev, e i separatisti si divertono con il tiro al bersaglio.

Visto che in rete non ne ho trovate ho realizzato io questa piccola mappa, che rafigura il piccolo tratto delle “caldaia” rimasto ancora aperto, a nord-ovest.
i separatisti hanno posizionato le artiglierie ai bordi di due laghi artificiali , per entrare o uscire dalla “caldaia” i mezzi ucraini devono passare attraverso il ponte sulla statale 40 , che va da Debaltsevo fino a nord, oppure attraversare una stretta fascia di fango tra i due laghi.
tutto piatto come un biliardo e visuale assolutamente sgombra.
Ovviamente gli artiglieri separatisti sono sulle alture coperte dagli alberi., e non ci sono strade per raggiungerli, solo sentieri in mezzo alla vegetazione.
Se non ci fosse di mezzo la morte di parecchia gente sarebbe ridicolo.

Rimango attonito di fronte alla palese imbecillità dei vertici militari e politici di Kiev, che hanno inviato migliaia di soldati alla morte.
E non è certo la prima volta che succede , in questa guerra.
Possiamo consideralo il quarto o il quinto “calderone” ( saliente, in termine “tecnico”) che si chiude.

Anche i vertici dei partiteli neonazisti la vedono nera, questa volta, il buon Andrew Biletsky, il comandante del battaglione “Azov”, composto d volontari neonazisti, parla di un “paese vicino alla resa“.
Egli prevede una “resa ignominiosa” o un armistizio che gli dia il tempo di “riarmarsi e di combattere di nuovo”.
Spero che questa volta ci si ail tempo di raggiungerlo e di farlo fuori, prima dell’armistizio, altrimenti non si finirà mai di combattere.
Predice anche la caduta di Karkov, a nord del Dombass e della costa fino ad Odessa, avvenimento abbastanza probabile, a dire il vero se si giungesse ai ferri corti.

Nel frattempo gli Usa pare stiano cercando di smarcarsi, questa copertina di American Interest mostra chiaramente le zone che si possono considerare in “bilico”, ovvero la zona ovest ucraina fino a Kiev.
Parrebbe che buona parte di questa zona sia già considerata “persa”.
In rete  i commenti dei sostenitori del governo centrale sono apocalittici, una certo pessimismo viene diffuso, acuito dal fatto che la popolazione si rifiuta di servire nelle’esercito e pensionati e cadetti delle accademie sono stati già mandati al fronte, persino i minorenni.
Si parla di far esaltare le centrali nucleari, voce che già era stata diffusa a settembre, ma un atale atto di autolesionismo sembra inutile, in termini militari.
Una mossa più sensata sembrerebbe quello di far saltare le dighe sul fiume Dnepr, in modo da separare il paese in due parti , distruggendo i ponti.
Oltre a causare numerose vittime però questa mossa metterebbe in forse il sistema di irrigazione e la produzione di energia elettrica delle dighe.

Altra mappa, il bacino del Dnepr è quello che vedete al centro, una serie di immensi bacini artificiali, fare saltare le dighe significherebbe dividere in due il paese.
Secondo molti commentatori questa sarebbe una idea degli ammerregani, un modo per stabilire “artificialmente” i confini.

Dal punto di vista economico le notizie da Kiev sono altrettanto variegate.
Il paese ripete la necessità di avere 15 miliardi di dollari “subito”, per far fronte ai pagamenti del debito pubblico.
Il bello è che molti di questo soldi dovrebbero andare a banche o aziende russe,per cui si spega la riluttanza degli occidentali a “versarli”.
Soros stesso, dopo la sua visita di pochi giorni fa ha precisato che si parla di “20, non 15” miliardi, e che il FMI “dovrebbe congelare i pagamenti fino alle riforme”.
Il Vulcanico Yatsy (Yatseniuk) , il rimo ministro ucraino, intanto promulga il primo di una lunga serie di provvedimenti, quello che impone a tutti di pagare l’Iva, limposta sul valore aggiunto, a tutti , cittadini ed imprese, senza eccezioni.
Una selva di regolamenti e norme, infatti esentava molti, soprattutto le grandi aziende degli oligarchi.
Non solo, si pretende il pagamento dell’imposta anche agli esportatori, poi, eventualmente, si vedrà per il rimborso.
Nel frattempo viene decretato che le norme son applicabili anche se incostituzionali, per fare prima, e tacitare le proteste dei lobbisti.
la stessa direzione di alcuni provvedimenti “leggermente” impopolari, come la tassazione al 30 per cento di tutti i redditi non dimostrabili, incluse le rimesse agli immigrati ( la banca ti trattiene automaticamente i soldi poi devi chiedere il rimborso allo stato).
In pratica la disperata ricerca di denaro del governo è senza limiti.
Dal fronte russo invece diviene notevole l’attacco da parte delle agenzie di rating, che fanoa gara pe declassare il paese e calare le stime del PIL.
Mentre la situazione è chiaramente legata al prezzo del greggio.

Il solito casino, e la nebbia si infittisce.

Nel frattempo le previsioni sull’economia del prossimo anno in Italia diventalo lisergiche, con aumento della produzione delle esportazioni , crescita economica e diminuzione dei disoccupati.
Secondo me gli economisti hanno accesso alla “roba” più buona, di questi tempi.