Il manicheismo del pensiero unico

L’anti-tradizione che attualmente attraverso il mondo occidentale, come un parassita che contamina la purità dei pensieri, è parte di una concezione più grande che ha nel mondo manicheo il suo principale rappresentante.

Di fatto dietro questo parola si nascondono “filosofie”, concezioni “teologiche”, aspetti “politici” e modelli di comportamento e mode. Il manicheismo pur tuttavia ha come base tutti gli aspetti concettuali sopra elencati perché ha bisogno di controllare la cultura per influenzarla e renderla malleabile alle sue operazioni di disgregamento sociale.

Uno dei primi obiettivi del manicheismo moderno è quella di eliminare i ritmi naturali della vita per sostituirli con una anti-simbologia “religiosa” che contribuisce a estirpare i ricordi, la storia e le sue rappresentazioni. Ma nonostante le varie difficoltà provocate esiste sempre una via iniziatica, celata ai più, che mantiene nel mondo come delle oasi dove la Tradizione più antica viene mantenuta viva per essere centellinata e rilasciata lentamente nei tempi ai popoli come un farmaco che allevia i sintomi del mono-pensiero. Descriveva l’animo manicheo S.F. Frank “chi ami la verità o la bellezza è sospetto di indifferenza per il benessere del popolo e condannato perché dimenticherebbe i beni materiali e interessi illusori e passatempi lussuosi; chi poi ami Dio è spacciato per un nemico diretto dl popolo”.

Il punto centrale del manicheismo è la negazione di Dio, ma una negazione sottile mettendo Dio sullo stesso piano di Satana ed in tal modo si nega la sua Onnipotenza e il suo Amore Paracliteo attraverso il Figlio e la sua Sapienza nella Theotokos. Si attua sostanzialmente un dualismo gnostico che prende forme diverse durante i secoli. Nel nostro secolo si chiama Modernismo, il padre del Catto-Comunismo. Sempre Frank annotava nel 1918 “che politici sono costoro che nei loro programmi e nel loro modo di agire considerano non il popolo reale ma un ideale fantastico”.

Oggi stiamo vivendo esattamente la stessa vicenda e la domanda di Frank è rimasta purtroppo senza risposta essendo attualissima. Il cammino verso una ricreazione presuppone di passare dostoewskinamente attraverso il disfacimento e la scomposizione al fine di ritrovare la luce smarrita nello spirito barbarico e decadente del mondo contemporaneo. La caduta nel nichilismo ci porta in un labirinto di paranoie in cui la ragione umana si muove quando la visione ontologica viene alterata e l’uomo, che ha voluto sottomettere la natura all’utopia, si trova schiavo e cieco.

In un certo senso il manicheismo è una specie di atto magico che tende a riempire il silenzio meditativo con la turpitudine ed altre forme spregevoli che indica come il “bene” disprezzando tutti coloro che cercano un ordine superiore ontologico. I moderni manichei scambiano le astrusità del pensiero per realtà vive che proiettano nel mondo reale con una non nascosta vanteria di possedere una “profonda conoscenza” della società e della sua cultura. Il dualismo li acceca nelle loro valutazioni ed è per questo che esiste una patologia della lotta che viene reiterata sostituendo continuamente le “classi” sino a pervenire al loro annullamento.

Il decadentismo porta la decadenza umana e spirituale ad un livello tale che il male diventa la luce che illumina il mondo, il mondo di lati oscuri, di paure, ansie, ossessioni negazioni e forma deformate della vita naturale. Il fatto creativo viene reso impopolare perché legato ad una struttura concettuale “antica”; tutto ciò che è legato all’ordine della storia viene ridiscusso alla luce del manicheismo del pensiero unico, senza pensare che anche il manicheismo sarà sottoposto al tribunale della storia.

Diacono Martino http://liberticida.altervista.org/