L’Ucraina come occasione per gli investimenti.

Ho sempre parlato dell’Ucraina come un paese in fallimento , in piena guerra civile, ecc.
E questo è vero , ciò non toglie che potenzialmente ci siano delle ottime possibilità per gli investitori stranieri, i segni ci sono tutti.

Pro:

Un paese devastato , da ricostruire, anche dove non c’è stata la guerra civile.
Un paese dove ancora non è chiaro il concetto di “pagare le tasse”.
Un paese dove tutto il privatizzabile verrà privatizzato in poco tempo, pochissimo tempo.

Durante i festeggiamenti per lo sventolio delle bandiere nelle piccole città riconquistate dal Glorioso Esercito Ucraino, il cioccolataio Poroshenko cosa ti fa?
Ti comincia a privatizzare tutto , gasdotti, giacimenti e riserve, dandole in gestione ad aziende straniere:

Ovviamente dovranno essere aziende europee o Usa, non russe, altrimenti la Gazprom arriva e si prende  tutto in blocco, e questo non si deve fare.
Mossa logica e possibile, adesso le tariffe devono essere a livello di mercato , per cui tutto bene , giusto?
tutto bene fino ad un certo punto , ancora non sono ben chiare le prospettive per l’industria ucraina, energivora, obsoleta e assolutamente non concorrenziale.
Prendiamo le acciaierie dell’est e tutte le aziende collegata, lavoravano praticamente solo con la Russia, immagino che per qualche tempo dovranno cercare altrove altri clienti, e la vedo dura.
Ok, forse è meglio investire nei giacimenti di carbone del Dombass, ma ci sono un altro paio di problemi.
Il carbone viene venduto alle acciaierie, forse bisognerà trovare nuovi sbocchi.
Prima di tutto un investitore oculato dovrà controllare lo stato delle miniere, obsolete e che richiedono molti investimenti.
Anzi, la fine immediata dei contributi statali porterà alla chiusura di molte di esse.
E poi c’è l’incognita fracking.
Se , come è possibile, sopra al Dombass, proprio nelle zone dove si combatte, ci sia del gas intrappolato in strati di argilla, la cosa si fa interessante.
Tali strati dovrebbero essere sotto le miniere di carbone, e , si sa la tecnologia shale non ha ancora risolto dei problemi di tenuta degli strati geologici, pare che perdite di metano siano inevitabili.
E le perdite di metano nelle miniere di carbone sono una cosa brutta brutta.
Vedremo come risolveranno , ma la tendenza dei proprietari delle miniere di scavare a qualsiasi costo e la necessità di estrarre il gas  (per fare dispetto ai russi cattivi), darà dei “problemi”.
Ok, meglio non investire in quelle zone, per qualche anno, e se avete degli amici che fanno i minatori in quelle zone, beh, meglio che gli consigliate di cambiare mestiere.
Rimangono gli investimenti classici, quelli alla portata dei singoli, l’immobiliare e agricoltura.

L’immobiliare è interessante, immagino che a Kiev i prezzi stiano calando, e a piazza Nezhalnelosti (il Maidan) i prezzi degli immobili devono essere scesi di parecchio.
Prima o poi il casino lasciato dai rivoltosi dello scorso inverno dovrà essere tolto e la zona rinascerà a nuova vita.
Per il resto  meglio investire nelle zone centrali delle città medio grandi, altrimenti non vale la pena.

L’agricoltura è un business che deve ancora essere creato, dal punto di vista italiano ed europeo le pianure centrali dell’ucraina sono incolte e non sfruttate, e un imprenditore attento può fare dei bei soldi, se si muove in tempo.
Io in passato ho girato all’avventura per la Romania, in “missione per conto di Dio” e giravo con fare innocente con il gps in tasca e la macchina fotografica, alla ricerca di terreni interessanti.
Il giochino è lo stesso , si segue un strada importante e si osservano i pali della luce.
Questo è importante, ragazzi, vi do’ un dritta.
In Ucraina, come in Romania ci sono ancora i vecchi trasformatori della luce esterni , non le belle cabile isolate a cui siamo abituati.
Le compagnie elettriche vi porteranno la luce dove vorrete e vi monteranno quel bel trasformatore esterno, che ronza e fai dei bellissimi lampetti quando piove, ma vi chiederà un sacco di soldi.
E ci metterà mesi, mesi e mesi per farlo, e intanto il vostro business languirà.
Io giravo per le campagne alla cerca di un trasformatore in mezzo al nulla e , a volte, lo trovavo, mi segnavo la posizione e il boss cominciava la trattativa per acquistare i terreni li intorno 300,700, mille ettari , così , per cominciare.
Ancora non si sapeva bene cosa farci , con la terra, ma l’importante è piantare la bandierina per primi, come nella corsa all’oro del Klondike.
Una volta avuto il terreno, bisogna allacciare la corrente elettrica, fare un pozzo per l’acqua e costruire un capannone per i trattori.
Poi bisogna lasciare fare a chi è pratico, il grano tira sempre, ma bisogna avere delle estensioni enormi per avere grossi rendimenti.
Il granoturco richiede molta acqua, ecc. ecc.
Avrete capito che in quel campo è meglio avere bene in chiaro l’idea di che cosa fare.
Io ho visto in Romania gente che si è arricchita con i pomodori, un tedesco folle ha costruito in mezzo al nulla una azienda per fare passate e scatolette, e non aveva ancora intorno aziende attrezzate per dargli il prodotto da lavorare, ovvero pomodori da sugo, e anime buone lo hanno subito aiutato.
Un appezzamento da tot ettari ti dà circa due milioni di fatturato, laggiù e con 4 operai, altro che il petrolio.

Ma l’Ucraina non è la Romania, quest’ultima è messa molto meglio economicamente e , oserei dire anche socialmente.
In Romania non ci sono tante divisioni etnico e linguistiche.
E adesso, dopo questo lungo preambolo (mezzora di “lavoro”) arriviamo ai contro:

Piccoli problemi etnico linguistici.
Tutto in mano ai ladroni, ovvero oligarchi e politici
Una corruzione allucinante.
Partiti di estrema destra che spadroneggiano.
I soldi dall’Ucraina NON escono.

Prima di partire  gettarsi nel mare delle nuove possibilità, è meglio aspettare un po’.
Malgrado i toni vittoriosi e le promesse dei politici di Kiev la situazione è seria, serissima.
I soldi arrivano e spariscono in vie misteriose prima di arrivare a e destinazione, ovvero finiscono direttamente nei conti stranieri di oligarchi e politici.
Questo , oltre all’instabilità politica, è uno dei motivi per cui gli “aiuti” ovvero prestiti , all’Ucraina in realtà sono arrivati con il contagocce.
La situazione con la Russia non è affatto normalizzata, anzi, e l’Europa, non ha tanta voglia di dare soldi a fondo perduto, per usare un eufemismo.
I tanti partiti anti euro  e con impronta nazionalista, in Francia, Germania e Inghilterra , non fanno pensare all’arrivo prossimo di decine di miliardi di euro all’anno di aiuti in Ucraina, come è successo in Romania e in Polonia, per fare un esempio.
Magari la crisi finirà e ci sarà la ripresa economica tanto agognata , ma anche no.
Ricordatevelo.
In ogni caso che vinca l’UE, ovvero i tedeschi, gli Usa o la Russia le opportunità rimarranno più o meno le stesse, e chi pianterà per primo la bandierina potrebbe fare un sacco di soldi.
O anche perdere tutto, ma si chiama “rischio d’impresa” non “butto per terra dei soldi e poi crescono”, giusto?