Letta, Saccomanni e lo spread sotto i duecento, e il tesoretto che non c’è.

Io continuo sempre a chiedermi quale sia la droga che prende di continuo Saccomanni, il nostro fantasioso Ministro della Finanze.
Adesso sono tutti contenti per la discesa dello Spread sotto i duecento, discesa tra l’altro prevista nella legge di stabilità.
Essere riusciti, per sbaglio, a fare una previsione esatta li deve far sentire onnipotenti.
Purtroppo per noi lo spread è solo la differenza tra il rendimento dei titoli di stato tedeschi e quelli italiani.
Fortunatamente lo spread non è calato perché è aumentato il rendimento dei titoli tedeschi, perlomeno non ancora.
Al momento siamo intorno al quattro per cento totale ed è quello il numerello che importa, ovvero quanto diavolo lo stato italiano paga di interessi in totale.
Lo spread dovrebbe interessare solamente agli analisti.
Con il rendimento al quattro per cento gli interessi caleranno, certo , ma solo sui titoli di stato venduti da adesso in poi, se il tasso di interesse si mantiene su valori bassi.

Guardate un po il grafico qui sotto:

Come vedete l’Italia ha pagato una quantità enorme di interessi in rapporto al debito pubblico, in proporzione a tutti gli altri paesi europei.
Però dimentichiamo una cosa, nel 2011 il tasso di inflazione era del 2.8 % , mentre adesso è al 0,7 %
Detto in soldoni adesso, con lo spread a 200 siamo messi  peggio rispetto al 2011.
Il 2011 l’anno della caduta di berlusconi e con l’insediamento del governo Monti.
Facendo una media, però lo spread nel 2011 è stato sotto il 300.
Attualizziamolo con l’inflazione e fate voi i conti. 
La svalutazione infatti riduce il costo del debito pubblico.
Non solo , gli interessi che pagheremo quest’anno sono maggiori, in quanto andranno a scadenza titoli venduti in passato a prezzo più alto.
Insomma, se lo spread si tiene basso per almeno un paio di anni tutto bene , gli obbiettivi del governo sono raggiunti e non si devono aumentare le tasse.
Saccomanni in pieno delirio ha già parlato di “tesoretto” sta pensando il nodo di spendere soldi che non ci sono , invece di cercare quelli che ancora gli servono.
Però già vedo nubi nere all’orizzonte, il prossimo anno praticamente tutte le aziende e i professionisti italiani dichiareranno perdite o utili inferiori all’anno precedente, e il governo dovrà restituire parte delle tasse già ricevute (il 102 % dell’acconto ricordate?).
Dove diavolo li prenderà questi soldi?
Immagino che si sommeranno agli oltre novanta miliardi di debito alle aziende che lo stato non ha ancora cominciato a pagare, da aggiungersi ai 40 ufficiali che sta facendo finta di pagare, finora solo una parte di quei soldi sono stati anticipati dalla Cassa Depositi e prestiti, ovvero debiti pagati con altri debiti.
Pure io sono capace di gestire l’amministrazione di uno stato come un giocatore d’azzardo che va a chiedere soldi in prestito per pagare gli creditori, che altrimenti gli spezzano le gambe.
C’è poco da stare allegri, secondo me.
Un’altra bella storia di cui i giornali non parlano, nel 2015 scadranno circa mille miliardi di euro di prestito LTRO fatto alle banche europee, che dovrebbero restituirli, si tratta di prestiti che alcune banche intraprendenti  italiane hanno messo nelle riserve, insieme alla rivalutazione delle quote di Bankitalia appena cassata dalla comunità europea.
Ah, non lo sapevate? Il 27 dicembre la BCE ha cancellato il famoso decreto del governo Letta, nell’indifferenza generale dei media, e dire che per le banche ballavano diversi miliardi.
 Mi sa che questo piccolo aspetto dei bilanci fantasiosi delle banche meriti una migliore trattazione, ne sentirete presto parlare.
Ci aspettano dei bei momenti , nei prossimi due anni.