Le elezioni e la guarra in Ucraina, l’economia di Kiev e il quella russa al confronto.

Le elezioni hanno dato un risultato abbastanza diverso dalle previsioni, il partito di Poroshenko non ha avuto la pioggia di voti prevista, mentre il partito del premier Yatseniuk, fortemente a favore della guerra e Filo Usa ha avuto un insperato successo.
Tutti gli altri partiti, neonazisti compresi , non hanno avuto un risultato importante.
Esiste anche una certa rappresentanza del partito delle regioni, e questo sarà importante per la ricostruzione del paese dopo la prossima guerra.
Ormai molti non si fanno illusioni, il governo di Kiev ha mandato al fronte tutti, letteralmente tutti i soldati disponibili, e anche altri “nuovi” carri e mezzi blindati, vecchi scassoni degli anni 50-60 rabberciati e mandati al fronte.

Non vi starò ad annoiare con la disposizione esatta delle forze di Kiev, ma è meglio avere una idea di che cosa si parla.
Al momento la suddivisione è la seguente:

  • Battaglioni dell’esercito , poco armati e composti per la maggior parte di coscritti, con alcuni veerani sopravvissuti dagli scontri di agosto e settembre.

  • 38 gruppi di volontari provenienti più che altro dal centro e dall’ovest, non di matrice neonazista, sommariamente addestrati e dotati di sole armi leggere, all’inizio dovevano avere una sola funzione di controllo del territorio dietro le linee, ma in molti casi adesso sono stati mandati in prima linea, per tappare i “buchi”.

  • L’aviazione ucraina è stata praticamente distrutta, in cielo volano solo piccoli  droni, gentilmente forniti dagli USA.Stranamente le connessioni satellitari di questi non sono molto affidabili, chissà perché.

  • L’artiglieria, nel complesso è quella che ha avuto meno perdite, al momento risultano mancanti solo il 40-45% degli uomini e dei mezzi…
  • Rimangono i famosi battaglioni dei volontari provenienti dai partiti neonazisti, armati anche con qualche carro e con blindati leggeri.Malgrado la pubblicità fatta a costoro dai media “alternativi”, me compreso, si parla di circa duemila uomini in totale al massimo, “soldati” che spesso obbediscono a padroni diversi, certo non a Kiev.

Ricapitoliamo: l’esercito di Kiev era composto agli inizi di agosto da circa sessantamila uomini sul fronte, armati con circa 400 carri armati e 1200 blindati leggeri, più artiglieria e mezzi di supporto.

Ad essere ottimisti adesso sono in 38’500 con circa 150-200 carri armati e 400-500 blindati leggeri, e questo malgrado due ondate di mobilitazione e altri volontari arrivati di seguito, ad essere molto ottimisti, a dire il vero.
L’esercito dei separatisti, invece è forte almeno il doppio rispetto ad agosto.
La diminuzione degli organici dell’esercito ucraino è dovuta ai soliti motivi:
morti, feriti, dispersi , disertori e alcuni che sono passati dall’altra parte.

I numeri, la spietata ragioneria della guerra, parlano chiaro, la guerra era già persa a fine agosto primi di settembre, dopo le perdite di migliaia di uomini dell’esercito di Kiev a Lyovask e a Saur Mogila, solo per elencare due degli scontri più sanguinosi.
Adesso arriviamo alle informazioni economiche.
Il Maidan è stato voluto da alcuni volenterosi ucraini in risposta alla grave crisi economica del paese e al possibile default.
Colpi di stato, annessioni , crisi del gas e guerra civile non hanno fatto molto bene al paese.
La produzione industriale è calata a picco, le esportazioni pure, l’inflazione e gli aumenti di prezzo sono una vera e propria piaga sociale.
Nel frattempo la Gontareva, la direttrice della banca centrale Ucraina ha cominciato una disperata lotta per il controllo della valuta, bruciando le ultime riserve e dando via ad una serie di azioni di controllo per evitare le fughe di capitali.
Il risultato è che ormai dollari ed euro sono venduti al mercato nero, a quotazioni decisamente più alte di quelle ufficiali, mentre chi si è trovato malauguratamente ad avere grosse quantità di denaro nel conto corrente, è fregato, i limiti ai prelievi e al cambio praticamente gli impediscono di portarlo via.
Si parla ormai di fallimento per banche grandi e piccole, e i grossi correntisti pare accettino anche tagli robusti al capitale pur di portare via i soldi e depositarli illegalmente all’estero.
Pare che adesso il “pizzo” richiesto dai banchieri sia mediamente del 35%.
Ecco, avete una vaga idea di come sono messi da quelle parti.
Non ci sono aiuti europei o del FMI che possano risolvere la situazione, a questo punto, se non decine di miliardi di dollari a pioggia erogati senza possibilità di restituzione..
Se Atene Piange, Sparta non Ride, come si dice.
Guardiamo la situazione a Mosca.
Intanto il fondo sovrano russo è forte di centinaia di miliardi di dollari di liquidità in valuta straniera, oltre ad oro e altre cosette, e si è fatto fronte alla svalutazione del rublo e al calo del prezzo del petrolio abbastanza bene , fino ad adesso.
I numeri sono chiari, il rublo precipita, le importazioni calano e le esportazioni tengono abbastanza.
Paradossalmente la svalutazione del rublo ha mitigato in gran parte l’effetto del calo del prezzo del petrolio e ha dato una bella spinta alla produzione industriale ed agricola russa.
Il governo russo ha reagito in modo conservativo alle sanzioni e al calo del graggio:
Il debito estero è calato.
Le aziende statali che avevano problemi a trovare fondi sul mercato estero sono state finanziate dal governo.
E’ stato incrementato l’acquisto di oro.
Il bilancio pubblico verrà tagliato nei prossimi anni del 10%, se la crisi continua.

Insomma, c’erano modi molto peggiori per spendere i miliardi di dollari accumulati dai russi negli scorsi anni, si poteva spendere a debito, svalutare stampando nuova moneta, acquistare rubli per sostenere la valuta oppure… beh, lo sapete.

In particolare il governo russo non ha fatto niente per nascondere la situazione, ai russi è stato detto che un attacco di proporzioni mai viste è stato fatto alla loro economia e si sta cercando di andare ai ripari, spiegandoglielo bene e dando il via ad accese discussioni publiche sul da farsi.
Proprio come in Italia.

Alcuni risultati sono incoraggianti, intanto da giugno pare che la fuga di capitali sia cessata, anche ci sono dei valori positivi, nel terzo trimestre sono arrivati 11 miliardi di dollari in più dall’estero, a differenza dei trentasette miliardi di fuga di capitale dall’Italia nel mese di settembre.
La bilancia dei pagamenti è ancora fortemente positiva, il calo del prezzo del greggio ha portato ad una riduzione degli utili, ma il conseguente calo delle importazioni ha aiutato.
Se vogliamo essere precisi il surplus commerciale ha avuto un grosso aumento rispetto all’anno scorso.

Malgrado questo , e malgrado gli aumenti dei prezzi ormai ben avvertibili in Russia, per il momento  il gradimento del governo tiene, soprattutto perché i russi hanno capito chi devono ringraziare per questo.
Ricordo a tutti che in passato a Mosca si è visto ben di peggio negli ultimi venti anni, come crisi economica, e tanto più il governo era appoggiato dagli Usa, tanto più la crisi si è rivelata terribile.
Sarà un caso, ma i russi sono convinti di questo.

Il governo di Kiev, invece ha una unica alternativa, la guerra.
Guerra come scusa per dare la colpa dei terribili problemi del paese non agli oligarchi e ai politici corrotti, ma ai cattivi russi invasori.
Guerra per ottenere prestiti dagli USA e dall’UE, soldi che vengono fagocitati dalle ruberie dei politici e dalle spese dell’esercito, cosa vuoi che sia qualche decina di migliaia di morti , in più o in meno.
Spero di sbagliarmi, ma credo che entro pochi giorni l’esercito di Kiev darà il via ad un ultimo disperato attacco.
Non sappiamo quale è la contropartita promessa, forse soldi o appoggio militare NATO, il fatto è che se l’esercito di Kiev venisse sconfitto non ci sarebbe letteralmente nessuno in grado di fermare l’avanzata dei separatisti.
Vedremo.