I social network turchi sono proprio efficienti.
In rete già si è scoperta l’identità dell’attentatore, il poliziotto turco ventiduenne Mevlut Mert Altintash, diplomatosi da poco nella scuola di polizia di Izmir, ecco le foto ricordo del suo diploma.
Potenza dei social, in rete appare anche la schermata del database della polizia, con tanto di foto. Che velocità, ragazzi.
Le forze speciali, che invece di vigilare sull’ambasciatore russo aspettavano fuori dalla sala, lo hanno, come si dice “overkilled”.
Eh, queste maledette coincidenze.
Il Twitter turco ha anche “dimostrato” che l’attentatore non è un fanatico islamico, ma un agente dei Gulenisti, ovvero i filoamericani che hanno appoggiato il tentato colpo di stato di qualche tempo fa.
Nel frattempo anche gli ucraini partecipano allo sdegno collettivo:
Soprattutto il deputato Volodymyr Parasyuk, che definisce l’attentatore un “eroe”. Lasciamo che sia Voda a parlare per Voda:
“Quando una persona e pronta a rischiare la vita e a misure estreme per i suoi ideali, per amore della verità, allora possiamo affermare con fiducia – Eroe!”
Il buon Volodymyr è sospettato, grazie a foto e filmati, di essere uno dei cecchini che sparò sulla folla e sui poliziotti per aiutare il colpo di stato.
Non sta migliorando molto la sua situazione, con questa dichiarazione inneggiate un tizio che spara nella schiena ad un ambasciatore sessantaduenne. Fonti bene informate mi assicurano che anche per lui è giunta l’ora di sistemare le sue cose, e di non fare piani a lungo termine. Ma porca pupazza, i russi sono tutti incazzati come delle iene e tu mi vai a scrivere su VKontakte una roba del genere? Ma c’è una epidemia di mongolismo da quelle parti?
Agli investigatori svizzeri e tedeschi, che indagano sugli altri incresciosi fatti di oggi, consiglio di lasciare svolgere le indagini agli addetti di Twitter turchi, tempo pochi minuti e avranno risolto il caso, una velocità inusitata persino per i teutonici.