La strage in Ucraina continua, ma il vento è cambiato: rimane da capire cosa succederà dopo.

Una immagine beffarda finché volete, ma emblematica degli avvenimenti degli ultimi giorni.
La guerra non nel Dombass, ma ormai nell’est ucraina, sta prendendo una piega inaspettata, dai corridoi umanitari per aiutare ad uscire i cittadini di Donetsk e Lugansk si parla apertamente di “corridori umanitari” per permettere ai militari ucraini di uscire dalle sacche in cui sono accerchiati.
Un paradosso, ma anche una situazione terribile per i soldati, che tra ieri ed oggi sono stati uccisi a centinaia in quei “calderoni”.
Il numero dei soldati circondati è imbarazzanti, e va dall’intero gruppo dell’esercito ucraino che cercava di circondare a Sud la città di Donetsk a gruppi che sono intorno alla città di Lugansk.
Soprattutto a Lugansk pare che i combattimenti siano feroci, si cerca a tutti  costi di snidare i soldati che da parecchio tempo sono assediati nella zona dell’aeroporto. E’ difficile pare che le strutture in cemento armato siano molto resistenti, e ci siano anche molti passaggi sotterranei.
Quelli che non posso più chiamare “separatisti”, ma miliziani del nuovo stato, la Novorossia, hanno dato un ultimatum, spianeranno tutte le strutture esterne e li staneranno dai tunnel allagandoli o dando fuoco a tutto.
In un altro paese lì vicino, Metalist, un gruppo di artiglieri ucraini è ormai circondato , e malgrado tutto costoro continuano bombardare quotidianamente la città di Lugansk a casaccio.
E questa volta i miliziani parlano apertamente di non fare prigionieri.
Tutto questo fa pensare che la soluzione pacifica della guerra non sia proprio tanto vicina.
Da una parte i combattenti dell’Est parlano apertamente di avanzate, vogliono fare “pulizia” nel territorio da loro controllato, per poi conquistare più territori possibile.
Dall’altra parte il governo di Kiev non molla assolutamente l’osso, e cerca ancora una improbabile riscossa militare, e spera ancora in un altrettanto improbabile intervento armato dell’occidente.
Oggi i nuovi vertici delle repubbliche del Dombass hanno parlato  di “andare a Kiev”, e l’assedio della città di Mariupol., lungo le coste del mar D’Azov, hanno mostrato una nuova escalation del conflitto:
Una nave della marina ucraina affondata dai “separatisti”….

La soluzione diplomatica sembra ancora molto lontana.