La Sovranità dello Stato come il Viadotto Morandi

Prima di parlare di sovranismo monetario parliamo del sovranismo “vero e proprio” e del ponte crollato a Genova. Il copione è già scritto: 15 anni o 20 di processi che termineranno con una manciata di pochi condannati a 3 anni e sei mesi. Nel frattempo tutto come prima, tutto come dopo un terremoto, tutto che andrà come deve andare.

O magari questa volta no?

A caldo Salvini ha detto le cose non da ministro ma da uno che sta al bar del Giambellino. Per l’amor del cielo, tutte cose giuste, ma non adeguate in bocca ad un ministro della Repubblica. O almeno ad un ministro di quella Repubblica che abbiamo conosciuto fino ad oggi, così attenta a non toccare mai gli interessi economici dei poteri forti, e sempre così distratta nei confronti di quelli dei comuni cittadini.

Poi – nell’intento di non farsi rubare la scena – è arrivato Conte a sganciare la bomba: qui non possiamo aspettare i tempi della Giustizia. Revoco la concessione, poi la Magistratura farà quel che deve fare. Detto da uno che di mestiere ha sempre fatto l’avvocato (ma soprattutto dette dal Capo del Governo) queste parole spingono a modeste riflessioni che ognuno di noi può fare (ma che al momento non ci interessano): quello che conta è che una volta di più si rompe il solito schema “in cui si rimanda tutto alle calende greche” per proteggere gli interessi di questo o di quell’altro (ho forse detto Società Autostrade e gruppo Atlantia?)

Quella stessa Società Autostrade tanto diligente – che mentre su YouTube già si vedevano le immagini del ponte che crolla – dava come informazioni per il traffico che iniziava la riapertura del senso unico alternato sull’Aurelia……. Ovviamente essendo la vigilia di Ferragosto saranno stati a corto di personale e nessuno disponibile per aggiornare il sito. Immagini provenienti dal telefonino di un genovese e non certo dalle telecamere di sorveglianza poste sul ponte.

Dopo l’annuncio del Presidente del Consiglio ci deve essere stato un nutrito scambio di telefonate tra personaggi importanti, noti studi legali e direttori di giornali. Sostanzialmente una chiamata alle armi in difesa dei poteri forti, in questo caso rappresentati casualmente da Società Autostrade.

Sallusti nel suo sito web titola a tutta pagina “Quanto costerà veramente revocare la concessione” facendo tintinnare le sciabole.

Non è Autostrade per l’Italia stessa a minacciare una causa legale – con i morti ancora da estrarre da sotto le macerie, evidentemente i loro consulenti hanno consigliato per il momento di evitare – ma si mandano avanti però i collaudati influencer di fiducia. Quindi si fanno delle prospezioni sui costi miliardari dell’annullare una concessione che dovrebbe durare – in barba a tutte le norme europee che il buon ministro Lupi a suo tempo riuscì ad aggirare – fino al 2042. E ammettendo che si tratterebbe di perdere un utile di 12 miliardi di euro. Dicendo in pratica che lo stato italiano non può farlo.

Qui si gioca una partita che va al di là dei morti, dei danni e della contingenza del disastro di Genova. Oggi inizia la partita finale fra poteri forti e cittadini. Da oggi si capirà “Chi è che comanda in questo Paese”. Ci dicono che l’attuale Governo non può revocare una concessione che già è stata affidata da un precedente governo: fortunosamente senza la prevista gara europea e solo a fronte del rinnovo di promesse di investimenti che già dovevano essere stati fatti.

Ci dicono che non si possono cambiare le carte in tavola a metà partita e che il concessionario ha eseguito diligentemente tutti i compiti di sorveglianza e manutenzione previsti dal contratto. Ci dicono che timbri e ceralacca erano tutte al loro posto e che se ci sono delle responsabilità saranno personali e chi ha sbagliato pagherà. Quindi il ponte è stato costruito negli anni ’60 e non si può certo rifiutare il suo crollo al concessionario di oggi.

Sempre oggi esagerano, dicono che in cinque mesi LORO il ponte lo ricostruiscono: beh se ci voleva così poco perché non l’hanno fatto e perché mai non hanno proposto di farlo?

Attendo il Governo giallo verde: sono coscienti i leader dei partiti che lo formano che si stanno giocando credibilità e sopravvivenza? Qui si gioca la partita finale del cambiamento: Società Autostrade è solamente una delle tante cordate di privati che, con la scusa della privatizzazione dei servizi pubblici, ci stanno dissanguando con aumenti delle tariffe.

Lega-M5S potrebbero elevare una sfacciata multa di 20 miliardi di euro alla Società Autostrade e magari gli revoca la concessione. Faranno ricorso sfruttando una lunga causa di risarcimento condotta secondo i nostri famigerati tempi di Giustizia (come dobbiamo fare noi poveri cristiani quando qualcuno non ci paga)?

Altrimenti di che sovranità monetaria vogliamo andare a cianciare in giro per le piazze, quando non siamo in grado nemmeno di far valere la sovranità Nazionale all’interno dei nostri confini?

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