La falsa foto della presidentessa della Camera, Laura Boldrini.

Una notizia che parrebbe di Gossip è quella relativa alla foto fatta circolare in rete della presidentessa della camera, Laura Boldrini.
In rete circolano presunte sue foto, che la raffigurerebbero nuda su di una spiaggia di nudisti.
Le potete visionare qui e qui , tanto per farvi una idea.
Ne parlo al condizionale e non le metto nel blog per motivi che capirete presto.
Le avete viste?
Ok, stabiliamo prima di tutto che NON è la Boldrini.

Non ci sarebbe stato niente di male, ovviamente , ma la signora raffigurata nelle foto è decisamente più rotondetta, è solamente una tizia che le somiglia, e neanche tanto.
Il guaio è un altro.
La Boldrini , presa da una furia vendicatrice ha preteso subito soddisfazione, ha lanciato i suoi anatemi alle varie autorità e ha trovato facile sponda nella polizia postale.
Pare che un magistrato sia stato rintracciato in fretta e furia e costretto a firmare un decreto di sequestro realitivo ai siti che divulgavano la foto.
inoltre , un team di poliziotti starebbe ricercando in rete i “colpevoli” per punirli, compresi alcuni giornalisti che hanno dichiarato che trattasi di un falso.
Sentire parlare di questo furore inquisitorio mi spaventa molto , pensare che un sito possa essere additirrura oscurato per una fesseria del genere mi fa penare.
Ecco cosa scrive in proposito  Dagospia:

Non ha voluto la scorta in strada, per andare contro gli abusi della vecchia politica. L’ha pretesa invece sulla rete, per controllare internet e far incriminare chiunque si diverta a ironizzare su di lei.

Escono inediti e inquietanti particolari sullo smodato uso del potere, da casta vecchio stile, della presidente della Camera, Laura Boldrini, che per arginare la foto-burla che su Facebook ritraeva una finta Boldrini nuda, ha scatenato l’inferno e preteso la presenza di ben 7 poliziotti alla Camera così da monitorare il web e perseguire chiunque osi scherzare sulla terza carica dello Stato.

I sette poliziotti ad personam sono stati distolti da importanti attività contro il crimine informatico tant’è che le altre indagini della squadra social network del compartimento Polizia postale e telecomunicazioni del Lazio sono praticamente bloccate.

Formalmente solo la responsabile risulta aggregata a Montecitorio con un ordine di servizio. Gli altri 4 agenti della «squadra», e altri 2 poliziotti in forza alla PolPost del complesso Tuscolano, ufficialmente non risultano distaccati né aggregati in Parlamento: sono «fantasmi», a servizio della presidentessa, con problemi di straordinari, buoni pasto e vestiario (si sono dovuti pagare giacca, cravatta e tailleur per lavorare in presidenza) come denunciato dal sindacato Coisp.

Ma c’è di più. Incrociando più fonti, e consultando carte, il Giornale ha ricostruito l’iter di quest’incredibile vicenda che ha portato al siluramento di Gaudenzio Truzzi, dirigente dell’ispettorato di polizia della Camera. Domenica 14 quest’ultimo riceve la denuncia «dalla persona offesa» (cioè la Boldrini, ma secondo il suo entourage non vi era stato intervento diretto). Truzzi informa la segreteria del capo della polizia e il vertice della «Postale» (Andrea Rossi). Vengono allertate Digos e Mobile a Latina che fanno visita a un giornalista di Fondi che aveva postato il fake su Fb.

Respinti i poliziotti per mancanza del mandato di sequestro, la postale si rivolge alla procura di Roma. Salta fuori un pm disponibile, ma non è in ufficio bensì in un ristorante romano vicino piazza Navona. Tra uno stuzzichino e un drink, firma un decreto «d’urgenza» di sequestro preventivo.

E parte il repulisti sul web, tra perquisizioni e sbianchettamenti. Spariscono molte foto della falsa Boldrini, ma anche articoli che denunciavano la bufala.

Nel decreto si dispone «il sequestro preventivo mediante oscuramento delle pagine web (…) nonché delle diverse e ulteriori pagine web che verranno individuate sulla rete con loghi, marchi, contenuti, riconducibili alla persona offesa». È la parolina «contenuti» a inquietare. Non si può nemmeno parlare di questa storia? Siamo alla censura? Anziché chiedere ancora più poliziotti, come la Boldrini sembra voler fare per rendere operativa anche di notte la sua squadretta web-buoncostume, la presidente farebbe bene a fermarsi. E a riflettere.

Visto che magari pensate che Dagospia esagera eccovi il link per l’articolo del sindacato della Polizia, il COISP, che denuncia il tutto.