La brutta storia dello shale gas, prima puntata – il giacimento polacco.

Cerchiamo di mettere alcuni puntini sulle i, oggi parliamo dello shale gas, il fantasmagorico prodotto Usa che nessuno ha ancora visto (è proibito esportarlo fuori dagli Usa) e che dovrebbe difendere la povera Europa dal cattivo gas russo.
Cercherò di non essere di parte, anche se confesso che il punto di vista russo incontra le mie simpatie, ma di analizzare il problema non dal punto di vista della propaganda, ma della tecnica.

Le notizia di oggi è il discorso di Obama, che ci permetterà di acquistare il loro prezioso gas shale.
Anche in Ucraina stanno disperatamente sperando di poter sfruttare questa fantastica risorsa, ma la verità, oltre la propaganda, è ben diversa.

Vedremo come viene estratto questo gas e vedremo anche perché è così costoso, ma oggi ci concentriamo sulla Polonia.

La Polonia ha un profondo odio e un profondo risentimento , derivato da tante umiliazioni subite in passato e da alcuni tragici eventi della seconda guerra mondiale, culminati nella spartizione di parte del territorio polacco , alla fine della seconda guerra mondiale.

La Polonia era quindi il paese europeo più propenso a cercare di sfruttare il gas shale, al di la di eventuali obiezioni economiche e ambientali, qualsiasi cosa pur di diminuire la dipendenza dal gas russo.

In questo grafico vedere il consumo di gas russo in Polonia, negli anni.

Qui vedete la produzione interna della Polonia stessa.

Dipendono quindi dai russi per circa l’ottanta per cento del consumo attuale, e le alternative sono poche.

  • Il bacino carbonifero della Slesia, ma è già utilizzato al limite, e non durerà per sempre.
  • Il gas metano proveniente dalla Norvegia,  adesso costa già il venti per cento di più di quello russo, e non è garantito che ce ne sarà a sufficienza.
  • Il north stream, conduttura alternativa che  taglia fuori la Polonia , darà il gas russo ai tedeschi e  lascerà i polacchi a secco in caso di problemi in Ucraina o in Bielorussia. 

Così spronati si sono rivolti ad una azienda americana specializzata, la Exxon, che ha cominciato a fare pozzi di esplorazione, alla ricerca di 5000 miliardi di metri cubi di gas racchiuso nel sottosuolo polacco.
Risorse che avrebbero risolto i problemi della Polonia e del nord Europa , dando anche un bel calcio nel sedere ai russi.
Purtroppo le riserve si sono rivelate di molto inferiori a quanto sperato, si tratterebbe di 700 miliardi di tonnellate solamente, e il gas che è fuoriuscito dai pozzi è troppo contaminato da anidride solforosa e da azoto per essere utilizzabile, senza immensi costi di depurazione.
Inoltre i giacimento sono molto profondi rispetto a quelli americani, e il costo di estrazione sarebbe quindi maggiore.
La Exxon si è ritirata ed è tornata a casa con la coda tra le gambe.

La Polonia si è rivolta al GNL , il gas naturale liquefatto, e sta costruendo il rigassificatore di Swinoujscie, che sarà pronto nel Giugno 2014, probabilmente.
E qui , sulle navi cariche di gas a bassissima temperatura, che comincerà la prossima puntata.