In attesa dell’apertura delle borse di lunedì parliamo della questione Russa-Ucraina.

Continuo con la copertura degli accadimenti della scorsa settimana dei fatti relativi alla disputa energetica tra Russia e Ucraina.

Sempre traendo ispirazione da fonti ucraine, per non passare da agente segreto di Mosca:

La questione del prezzo , passata da 268 dollari ogni mille metri cubi a 468 è fondamentale.

Il prezzo di 368 euro e già applicati nel 2009 dalla Russai all’Ucraina, dopo lo scellerato patto della Tymoshenko, con la Russia, patto che forse sottendeva tangenti miliardarie ai politici ucraini, e non solo.
Nel 2010 l’Ucraina , allo stremo, decise di fare un accordo a Karkov.
Semplificando l’accordo poneva su due pilastri:

  • L’ingresso futuro dell’Ucraina nella comunità degli stati indipendenti, ovvero la comunità della Russia e di altri stati ex sovietici in uel momento e fino a marzo 2014, rimaneva non come membro effettivo ma solo come osservatore..

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  • Il rinnovo della concessione della base navale di Sebastopoli fino al 2042.

In base a questo accordo il prezzo del gas passava da 368 dollari a 268, e l’abolizione dei dazi e delle tariffe doganali, nonché la possibilità per russi e ucraini di attraversare le frontiere senza la necessità del visto.
Il prezzo del gas ,comunque rimaneva soggetto a verifiche trimestrali di controllo da parte della Russia, a garanzia del rispetto degli accordi.

Cosa è successo ormai lo sapete tutto , il governo è caduto e la Crimea è stata occupata senza resistenza dai russi, che hanno prontamente annesso la ex provincia ucraina.
Uno dei provvedimenti votati istericamente dal governo ucraino è stata la decisione da parte dell’Ucraina di uscire dal CIS (comunità stati indipendenti)il 19 marzo.

Come conseguenza di questa decisione di Kiev, Mosca, che non aspettava altro, ha subito aumentato a 368 dollari il prezzo del gas, con l’aggiunta di altri cento dollari di tasse e imposte doganali.
Inoltre ha richiesto gli sconti sul gas concessi dal 2010 a oggi, per un importo di altri 11,4 miliardi di dollari.
Inoltre la Russia ha dichiarato che la parte dell’accordo relativo alla base di Sebastopoli non è più valida, dato che adesso la base è in territorio russo.
A proposito di questo mi sa che gli ucraini hanno qualcosa da ridire.
Inoltre Kiev ha recentissimamente deciso di istituire il sistema dei visti per i cittadini russi che si dovessero recare in Ucraina, abitanti della Crimea compresi, credo, permettendogli di sostare per un massimo di 90 giorni nell’arco di un anno e mezzo.
Mosca, prendendone atto  per il momento non intende richiedere il visto agli ucraini che si vogliono recare in Russia, ma intende istituire un sistema di dazi per le merci che provengono dall’Ucraina.
Cosa rimane da fare?
L’ucraina ha intenzione di rivolgersi all’arbitrato internazionale della camera di commercio di Stoccolma, per richiedere la sospensione dell’aumento del prezzo.
Per quanto riguarda la questione Crimea la Russia si era offerta di dare indennizzi economici, per compensare le infrastrutture statali della zona annessa, ma l’Ucraina, rifiutando di riconoscere l’annessione, non ne vuole neanche parlare.
Parleranno gli avvocati , non i cannoni.
Si può considerare un notevole passo avanti.

fonti : www.epravda.com.ua