Il grosso, grasso, brutto pasticciaccio ucraino, prima parte.

L’Ucraina è uno stato particolare, lontano da noi , ma vicino per motivi energetici.

Come saprete il trenta per cento circa del gas naturale utilizzato in Italia proviene dalla Russia, e transita attraverso i gasdotti ucraini.

Il gas naturale, ovvero il metano, oltre ad essere utilizzato per il riscaldamento serve per l’industria e le centrali elettriche.

Dato che è particolarmente versatile e modulabile viene utilizzato sempre di più.

Arriviamo all’Ucraina.

Nel 1991 l’impero russo arriva al collasso e le repubbliche ex sovietiche si separano.

Tra queste l’Ucraina è senz’altro la più popolosa, e quella che, storicamente, ha sempre mal sopportato di far parte dell’impero.

Però la Russia continua a fornire materie prime .

Il Metano , in particolare, costa pochissimo, circa 50 dollari per ogni mille metri cubi.

Dopo l’incidente di Chernobyl le centrali nucleari vengono spente o molto ridimensionate, e ci si abitua al gas russo a poco prezzo, usato per il riscaldamento , le industrie e l’energia elettrica.

Cosa succede?

La Tymoshenko, l’ex premier adesso in galera, fonda nel 1989 la UESU (United Energy Systems of Ukraine), piccola azienda che , inizialmente, vende carburante per mezzi agricoli.

Ma , grazie ad uno dei soci di minoranza, Pavlo Lazarenko, poi diventato un importante politico ucraino, riesce a diventare capo del consorzio che si occupa della distribuzione del gas.

Insomma un monopolio cortesemente regalato ai privati, che diventano immensamente ricchi.

La Tymoshenko diventa il capo di un impero economico, che, oltre ad occuparsi del gas, si occupa di miniere, metallurgia,aeroporti , gasdotti e , soprattutto giornali e media.

Nel 1997 la UESU viene estromessa dal mercato del gas, che viene assegnato alla compagnia statale Ucraina, la Naftogaz.

Questa povera miliardaria si vede costretta ad entrare in campo, e comincia a tessere le fila dell’opposizine politica.

Ma dove l’ho già sentita questa storia?

I vecchi politici ucraini, tutti facenti parte dei ranghi dei funzionari del partito e dell’impero sovietico vengono estromessi dalla rivoluzione arancione del 2005.
Non senza l’aiuto dei servizi segreti americani, sempre pronti a portare la “democrazia” dove serve.

La Tymoshenko, già ricchissima, diventa il primo ministro, e , come è logico , si occupa del suo popolo, ovvero della spartizione delle quote del gas, dei diritti di passaggio e delle nascenti oligarchie.

Ma, come vedrete nella prossima parte , le cose si fanno complicate, e la povera Yulia viene arrestata per appropriazione indebita e abuso di potere, e langue tutt’ora in galera.

Merita una menzione anche il marito Olexandr, che , povero perseguitato politico , langue in esilio dal 2012 in repubblica ceca, con solo i suoi miliardi di dollari a fargli compagnia.

Anche lui accusato di una piccola appropriazione indebita di circa 400 milioni di euro , prelevati dalle casse delle società, senza dichiararli al fisco.

Ma per fortuna c’è la comunità europea, che chiede a gran voce la liberazione di questi poveri oligarchi ed evasori fiscali, ingiustamente accusati .

Già.