Il Fondo Monetario internazionale comincia ad avere dei “piccolissimi” sospetti in merito all’impiego da parte del governo ucraino dei prestiti concessi fino ad ora.

Sto ancora ridendo.

Come saprete a tempo di record il Fondo Monetario internazionale è accorsa a Kiev per “salvare” l’Ucraina e già ai primi di aprile aveva impostato un prestito di 17 miliardi di dollari, da versarsi entro due anni.

Ecco il loro piano di aiuti e la tabella prevista per il versamento dei prestiti.
Ma da subito si alza la voce disperata del governo di Kiev: “vogliamo più soldi!” e ancora non era cominciata la guerra civile nel Dombass.
Prontamente il FMI versò i primi 3,2 miliardi di dollari ai primi di maggio.

E qui comincia il mistero.
Il governo ucraino sceglie una banca per depositare questi soldi.

Chi ti sceglie?
Ricordiamo che si tratta di un personaggio minimo controverso, uno che ha come collaboratore un tizio, Korban, che si occupa di far saltare in aria gli avversari, e non in senso figurato.
Eccolo, Gennady, questo è il suo nome, dichiara di essere il maggior esperto di “acquisizioni e scalate” ucraino, soprattutto di quelle ostili. e non è neanche un commercialista!
I soldi in questione hanno la stessa possibilità di rimanere sotto il controllo del governo di Kiev quante ne ha di non sciogliersi un cubetto di ghiaccio nel cuore di un vulcano in eruzione.
Il governo di Kiev lascia tranquillamente i soldini nel conto della Privat Bank, in fondo c’è solo una grossa crisi e una guerra civile in corso, che cosa sarà mai.
Ci sono da fare anche  gli stress test del sistema bancario ucraino.
Chissà come mai la banca del buon “bonifacio”, come viene chiamato Kolomoisky, riesce a superare decentemente i test, grazie anche ai tre miliardi e rotti che ha in saccoccia.
A fine luglio la banca è a posto e in agosto succede il miracolo.
3,1 miliardi di dollari , ovvero la quasi totalità del denaro finisce in dei conti offshore, prima a Cipro e poi verso lidi misteriosi, e nessuno dice niente.
Ovviamente non è stato così spudorato da farlo direttamente, è stato usato un carosello di trasferimenti e bonifici incrociati tra varie banche, ma il risultato non cambia:
“puf, i soldini non ci sono più”.
Il Fondo Monetario Internazionale non può fare a meno di fare qualcosa, gli ultimi giorni di agosto versa altri 1,34 milioni di dollari al governo di Kiev.
Ma stavolta controllano, e subito due terzi del denaro vengono versati all’esercito ucraino, per pagare gli stipendi ai militari e le forniture all’esercito.
Tutto bene, direte voi.
Lo stipendio ai militari viene versato in conti aperti all’uopo nella Privat Bank, e è inutile dirvi a quali aziende sono sti assegnati molti dei bandi per la fornitura di carburante e viveri per l’esercito.
Ma a quelle del buon Bonifacio, ovvio.
Soprattutto la fornitura di diesel per i blindati è leggendaria, a solo otto volte il prezzo di mercato.
Però il buon Kolo deve essere un pacifista, il carissimo carburante ha dato un sacco di problemi ai mezzi, per via del fatto che c’era troppa acqua al suo interno..
Il resto dei soldi è stato stanziato per “i problemi dell’Ucraina”, per i “problemi dei conti correnti dei politici” e per la costruzione del muro al confine russo.
Non ve lo dico neanche chi dovrebbe costruire la barriera, ormai avete intuito il trend.
Neanche un dollaro sarebbe stato speso per il rilancio dell’economia ucraina, se non contiamo le vittime dei combattimenti, assi più numerose delle cifre ufficiali, come di un progetto per la riduzione del numero dei disoccupati.
Nel frattempo l’Ucraina ha finito i soldini, le riserve auree sono volate via verso lidi sconosciuti il 15 marzo (volate via di notte su di un aereo senza contrassegni, intendo) e delle riserve in valuta sono rimasti solo 12, 6 miliardi di dollari, di cui 10 circa non sono dollari, ma obbligazioni della banca centrale.
Rimane da pagare la seconda “rata” del debito per il gas russo, il gas in anticipo dalla Russia, da coprire lo “scoperto” delle aziende che hanno comprato in questi mesi gas da Polonia e Slovacchia, altri cinque miliardi di dollari e, dulcis in fundo, ci sono circa ventisette miliardi di dollari di titoli di stato in scadenza nei prossimi mesi.
Tecnicamente, come dicono gli economisti, sono nella merda fino al collo, ormai una azienda di rating seria avrebbe finito le lettere dell’alfabeto e si sarebbe inventata dei simboli apposta per descrivere la situazione del paese (due gatti rabbiosi e uno zombie putrefatto+++).
Il Fondo Monetario insiste, e entro dicembre assicura di poter versare altri 2,8 miliardi di dollari, nel caso servissero.
Non ci sono parole per descrivere la situazione, siamo davvero ai confini della realtà.