Il bombardamento della scuola nel Dombass e la realtà sulla guerra in Ucraina.

Pare che siano morte undici persone, a causa dello scoppio di due bombe di mortaio nelle vicinanze di una scuola, a Donetsk, proprio il giorno della riapertura.
Nessuna bambino è rimasto ucciso, per fortuna, e le vittime sono sei persone a bordo di un taxi collettivo che passava lì davanti e genitori e insegnati che stazionavano davanti alla scuola.
La “tregua” continua ad andare avanti.

Карта военных событий за 29-30 сентября.

La solita mappa del Dombass aiuta a capire che cosa succede.

Si stanno delineando i confini del nuovo stato, ma i militari ucraini non intendono ritirarsi da due zone, l’aeroporto di Donetsk e la città di Debaltsevo quella “sacca quasi chiusa che vedete tra le tittà di Donetsk e Lugansk.<br />Gli ucraini insistono che nella zona di “sicurezza”, ovvero i quindici chilometri dal confine siano amministrati dallo stato ucraino, e chiedono che i militari del Dombass si ritirino a loro volta.
Ovviamente questi ultimi non intendono muoversi di un millimetro, altrimenti significherebbe lasciar indifese le città di Donetsk, Lugansk e Gorlovka.
La “tregua calda” , che negli ultimi giorni ha causato minimo quattrocento vittime, sta continuando.
Credo che presto i militari ucraini lasceranno le due zone, per quanto riguarda l’aeroporto di Donestk pare sia questione di giorni, la città di Debaltsevo seguirà a ruota, sotto i “bombardamenti da armistizio”.
Ma come mai un aeroporto negli stati ex sovietici è così difficile da conquistare?
Questo nasce da una concezione sovietica delle truppe aerotrasportate.
I paesi occidentali immaginano i paracadutisti come dei tizi che si lanciano in territorio nemico per azioni di commando o poco più, armati con armi leggere.
In realtà le incredibili dimensioni dell’impro sovietico hanno portato alla concezione dei “reggimenti aerotrasportati”, delle vere e propeie “teste di ponte”.
In pratica i paracadutisti arrivano nell’aeroporto, ne prendono il controllo e preparano l’arrivo del resto del reggimento, prima elicotteri da trasporto e da combattimento, poi giganteschi aerei pieni di blindati.
Gli aeroporti sono stati progettati tenendo conto di questo, enormi piazzali per lo sbarco delle truppe, terminal di cemento armato molto spesso e, soprattutto, una rete di bunker e di cunicoli sotterranei , in modo da fornire supporto ai difensori.
Anche gli ucraini hanno letto gli stessi libri e i due aeroporti del Dombass sono diventati obbiettivi prioritari.

E in ucraina il dissociamento continua, da una parte hanno perso la guerra, dall’altra fanno finta di continuarla.
Voglio dire un esercito che perde il 65% dei mezzi militari e si ritrova con minimo un terzo dei soldati ferito o ucciso, evidentemente la guerra l’ha persa.
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E lo stesso dissociamento continua con la farsa delle trattative del gas.
Il buon Oettinger, che conduce le trattative tra Russia e Ucraina per il gas era arrivato ad una soluzione:
Due miliardi di dollari subito, più un miliardo e rotti entro l’anno garantito dall’UE, più il pagamento del gas che l’Ucraina necessita per l’inverno in anticipo, altri tre miliardi circa.
Gli ucraini si sono rifiutati , hanno detto che non pagheranno per gli insoluti dei mesi scorsi e che i tre miliardi (garantiti dall’UE) saranno da considerarsi un anticipo sulle prossime forniture, e non ap prezzo che vogliono i russi, ma a quello che va bene a loro.
Ovviamente questo non è il solito modo di condurre una trattativa negli ambienti slavi, si impiegano giorni a decidere un protocollo e poi si lotta con le unghie e con i denti su ogni virgola, come si ricordano bene gli americani durante i trattati per il disarmo.
La posizione irragionevole degli ucraini è facilmente spiegabile, i sei miliarduzzi per il gas che arriveranno, forse, nelle casse di Mosca sono una volta e mezzo gli “aiuti” che l’Ucraina otterrà da tutti i paesi occidentali nel corso di quest’anno, o poco meno.
Insomma un pase in guerra, devastato dalla crisi che versa i contanti disponibili al loro arcinemico.
E forse sperano che, alla fine, il conto venga saldato dagli americani e dall’UE.
Una trattativa che, comunque dal punto di vista ucraino è difficile da presentare ai cittadini come una vittoria, perlomeno a coloro in grado di utilizzare una calcolatrice.