I venti di guerra in ucraina stanno soffiando sempre più forte. Bombe in partenza?

Poroshenko, il “cioccolataio” che è diventato nuovo presidente dell’Ucraina, appena insediatosi, ha fatto il suo discorso di insediamento.

Le parti salienti del discorso, oltre alle solite affermazioni che tutto andrà bene , e che la crisi in Ucraina verà risolta, sono state un messaggio ben chiaro alla Russia e ai “ribelle ” del Dombass:

  • Nessuna federazione
  • Nessun riconoscimento del Russo come lingua statale.
  • Nessun riconoscimento degli attuali leader o politici del Dombass
  • Resa incondizionata dei ribelli
  • La Crimea sarà sempre territorio Ucraino.

<br />Nessun riconoscimento , neanche per finta, delle istanze dei ribelli del Dombass, e nessuna dichiarazione di fine delle ostilità o di una tregua.
Ma vediamo cosa succede dalle parti della Russia.

Putin, da tutti i medi aoccidentali dipinto come un pazzo idrofobo, ha raggiunto nel suo paese un livello di popolarità di oltre l’ottanta per cento, livello mai raggiunto da nessun leader occidentale negli ultimi decenni, manco Kennedy dopo il discorso “Ich Bin a Berlineer,” tanto per dire..
Nessun leader politico russo prova neanche per sbaglio a parlare contro un eventuale intervento russo in Ucraina, le voci del dissenso più estremo al massimo dicono :
“proviamo a parlamentare o dargli un ultimatum PRIMA di attaccare”.
Queste sono quelle che potremmo definire le “colombe”, i falchi sono quelli che criticano pesantemente Putin per no aver attaccato militarmente l’Ucraina fino ad adesso.
Paradossalmente i “falchi” sono i massimi oppositori di Putin al momento , gente che invoca addirittura le armi nucleari contro l’Ucraina, se le convenzionali non bastassero.
I media, direte , raccontano una storia ben diversa.

No, ragazzi, i media russi sono rappresentati dai giornali, dai notiziari e dai talk show, seguitissimi.

Talk Show che sono mediamente di livello molto più alto di quelli italiani, che presentano personaggi “presentabili” rispetto ai politici e agli uomini di spettacolo che infestano i talk show italiani e che spesso invitano anche politici e sostenitori ucraini, perché possano rappresentare la “parte avversa”.

Ne elenco alcuni, giusto per darvi una idea di quello che succede.

 Il pomeriggio della Domenica con Vladimir Soloiev (Воскресный Вечер с Владимиром Соловьевым)

Vladimir, ebreo , è schierato apertamente con Putin, e è contro il “regime” di Kiev con tutte le sue forze, senza se e senza ma.
Il suo programma, che potremo chiamare “popolare” è una spanna sopra i talk italiani, anche se la presenza saltuaria di personaggi come Zirinovskiy o il leader della banda motociclistica  “Night Wolwes” , Alexander Valdostanov, farà saltare dalla poltrona gli animi più sensibili, qualche volta.

Politica con Peter Tolstoi (Политика с Петром Толстым)

Programma più “soft”, destinato a un pubblico più acculturato, decisamente anche questo contro il regime di Kiev, prova a far capire tutti gli aspetti del problema Dombass, invitando spesso politici , economisti e rappresentanti del territorio del Dombass, il tutto condito da reportage in stile “Report”, il programma di Rai 3.

Notizie della settimana con Dmitri Kiselev. (Вести Недели с Дмитрием Киселевым)

Altro personaggio decisamente a favore di Putin e contro il regime di Kiev, anche se in passato ha provato ad invitare alcuni politici di Kiev perchè espongano le loro ragioni.
Purtroppo questi “politici” sono stati sconfitti dalla dialettica dei loro omologhi russi, non con urla o manifetazioni di violenza, ma dalla pura oratoria.
Inoltre ogni volta che appaiono dei politici di Kiev in televisione i russi cambiano canale e gli ascolti crollano.

Molti dei giornalisti che in passato hanno usato toni critici riferendosi a Putin , hanno decisamente cambiato idea, e adesso rivolgono i loro strali contro Kiev.

Rimangono poche, isolatissime voci fuori dal coro, come il giornalista,politologo e scrittore Vladimir Pozner, un vecchio scoreggione che celebra ancora i fasti della vecchi Unione Sovietica, e ha una opinione tutta sua sulla crisi ucraina.
Ovviamente il suo Show, che potete vedere sul canale russo ORT, è sempre meno seguito. 

Cosa significa tutto questo?

Che dal punto di vista propagandistico e mediatico la Russia ha definitivamente convinto i suoi concittadini della necessità inevitabile di un intervento armato in ucraina, a meno di qualche spettacolare dietrofront dei leader di Kiev, ovvero ad una resa incondizionata da parte loro.

A questo punto prima o poi gli aerei cominceranno a rullare sulle piste di decollo e i missili prenderanno il volo.
Come sarà effettuato questo attacco?
Comincerà tutto all’improvviso, credo , bombe guidate, missili da crociera e aerei colpirannoi gangli vitali dell’ucraina, dighe, centrali elettriche , fabbriche, strade, aeroporti e altro, in modo da distruggere il tessuto vitale del paese.
Nello stesso tempo le forze armate ucraine verranno colpite pesantemente, prima che possano reagire.
Poi si tratterà, prima che i paesi occidentali possano reagire in qualsiasi modo.
Probabilmente , se tutto andrà come credo , non ci sarà bisogno neanche dell’intervento diretto di soldati e carri armati russi in Ucraina, se non per firmare la dichiarazione di resa da parte di Kiev.

Purtroppo questo sarà esattamente quello che vogliono i leader Usa, un ritorno alla guerra fredda e l’isolamento politico della Russia.

L’Ucraina?
Beh, da questa “guerra lampo” uscirà devastata, priva di leadership politica, impoverita, distrutta ( in senso letterale) e divisa in due.
Un colpo terribile per la popolazione, e gli aiuti dall’occidente non arriveranno, se non simbolici, l’occidente è molto più povero rispetto al passato, e le politiche antieuropeiste e i partiti di destra che vanno per la maggiore  non fanno ben sperare in un “Piano Marshall” per la ricostruzione di Kiev.

Alla fine ci rimetteranno tutti.

Tutti tranne gli Usa, che isoleranno la Russia, riducendola ad un mero fornitore per l’Europa di petrolio e gas, e magari riusciranno a far digerire a Bruxelles quel bel piano di libero scambio , che permetterà agli Usa di riempire l’Europa dei loro prodotti, agricoli, alimentari,  industriali e  finanziari, senza tanti laccioli e dazi di mezzo.