I risultati delle elezioni egiziane nel 2012 e la “rivoluzione” odierna

Premetto, non mi sono simpatici i fanatici musulmani , ma una cosa bisogna ristabilirla.
Il governo Morsi , e il parlamento a cui fa riferimento è stato eletto quasi regolarmente.
Quasi, certo , c’era l’esercito con i carri armati nelle strade, nom si erano mai tenute elezioni regolari, e i Fratelli Musulmani , indieme ai Salafiti, erano gli unici movimenti di opposizione organizzati presenti nel paese.
Ecco , in pillole, i risultati delle elezioni dell 11 gennaio 2012  a cui ha partecipato il 54 per cento delgli aventi diritto:
Il braccio politico dei Fratelli musulmani, Libertà e Giustizia, che ha conquistato complessivamente 235 seggi e il 47 per cento delle preferenze

Il partito salafita Al Nour, invece, ha ottenuto il 24 per cento dei seggi della Camera Bassa
Il restante 29 per cento dei seggi è andato ad altri unidici partiti di opposizione tra sinistre e liberali.
Il settantuno per cento delle preferenze , assegnato con proporzionale, e senza premi di maggioranza, a due partiti islamici ha fatto capire che aria tirava.
 Il 22 Febbraio 2012 si sono concluse le elezioni della Camera Alta egiziana, la Shura.
I Fratelli Musulmani , hanno ottenuto il 59 per cento dei seggi, mentre un altro venti pe cento abbondante è andato ai Salafiti di Al Nour.
Il solco era tracciato , gli egiziani avevano scelto tra Musulmano e Ancora Più Musulmano, apparentemente.
Il tutto in una situazione politica e complicata, che fa sembrare l’Italia la Svizzera, al confronto.
Le elezioni Presidenziali concluse con la vittoria di Morsi, uno dei due candidati proposti dai Fratelli Musulmani, in teoria avevano sancito una situazione ben definita.
Ma, oltre agli infiniti gruppi politici antagonisti, c’erano altri tre gruppi principali di opposizione:
  • i militari, potentissimi, armati e molto uniti, con tante attività industruali gestite dall’esercito, quali terreni , distributori di benzian, cotrusioni immobiliari, ecc.ecc., una vera forza economica. Oltre a dare un bello stipendio ai loro ufficiali, Mubarak aveva instaurato una bella tradizione: I militari andavano in pensione a cinquanta anni, ma non li si lasciava a casa, per tenerli occupati  gli si dava un posto di lavoro nelle amministrazioni pubbliche e nella polizia, diventavano tutti funzionari del governo. Quando il governo dei fratelli musulmani ha deciso di dare un giro di vite all’esercito, si è trovato contro anche i funzionari dello stato, chissà perché…..
  • Commercianti, costruttori e imprenditori, avevano prosperato durante decenni di dittatura e , comprensibilmente, erano ben integrati nel sistema, anche  loro non hanno visto di buon occhio il nuovo regime.
  • Le aristocrazie del petrolio, che non vogliono che gli si rompano le uova nel paniere.
 Insieme ad israeliani e Americani, che non vedevano di buon occhio la formazione di unostato islamico, i tre gruppi principali di opposizione hanno messo quello che serve per un cambiamento violento del potre:
  • La forza  (i militari)
  • La determinazione (nessuno è determinato di più di un commerciante od un imprenditore che rischia di perdere dei soldi)
  •  I soldi ( le petrocrazie)
E il popolo? 
In generale non c’è mai c’entrato molto con le rivoluzioni , al massimo è andato in piazza per il miglioramento delle condizioni di vita, ma a parte pochi intellettuali non si è mai posto il problema di un governo giusto o sbagliato.
E oggi assistiamo ad una  situazione paradossale:
Il governo abbastanza regolarmente eletto  viene deposto dai militari e gli esponenti del partito si fanno ammazzare per protesta , per lottare contro un colpo di stato
Insomma, gli Egiziano sono arrivati alla democrazia, ma che non si sbaglino , se non votano per il partito “giusto” sono dolori!
Ricapitolando, saranno fanatici, saranno degli oscurantisti che vogliono tornare a imporre il velo alle donne, quello che volete, ma le elezioni le hano vinte loro, non l’esercito!