I disordini e le richieste di secessione dell’Est Ucraina, prima del previsto.

Io avevo previsto questo tipo di problemi dopo le elezioni di maggio, giusto per dare ai politici e agli oligarchi una idea di che cosa fare.

Ma ieri la situazione è andata fuori controllo e a Donetsk e a Lugansk dei manifestanti filorussi si sono introdotti all’interno delle sedi regionali del governo chiedendo di indire un referendum per la secessione.

Bandiere russe che sventolano , militanti addirittura armati a Lugansk e forti richieste della liberazione dei “patrioti” ovvero i filorussi arrestati pochi giorni fa con 350 fucili mitragliatori e altre cosette.

Quello che mi ha colpito , oltre alla velocità con cui sta andando tutto a puttane, è la copertura mediatica, i media russi stanno facendo una copertura totale dell’evento , su tutti i canali televisivi ed internet, fino a pochissimo tempo fa, i media ucraini non ne parlavano , aspettavano l’evolversi degli eventi.<br />I commentatori russi appaiono tristi, mentre gli anchorman ucraini appaiono sbigottiti.

Ovviamente la propaganda suona forte da entrambe le parti , con i russi che dicono “poverini, è colpa della crisi” e gli ucraini  “complotto, sono agitatori russi venuto con il pullman!”
Sulla seconda teoria ho dei dubbi, vista la recente introduzione dei visti, dei pullman di giovani con i capelli a spazzola non passano certo inosservati alle frontiere.

Ma adesso proviamo a dare una lettura diversa della questione.

Probabilmente non si stratta di un vero e proprio movimento secessionista, ma di una richiesta di una forte autonomia dal governo centrale.

E per una semplice questione di business.

Il due marzo i governati di  Kiev hanno cambiato i governatori locali delle zone di DOnetsk e di Dnipropetrovsk.
E chi ti mette al potere?
Nella regione di  Dnipropetrovsk l’oligarca Igor Kolomoysky, ritenuto vicino alla Tymoshenko, miliardario e proprietario di tante aziende nella zona.
Il tre marzo , il giorno dopo essersi insediato Igor dichiara pubblicamente che Putin è un “nano schizofrenico”, tanto per chiarire le sue convinzioni politiche.
Nella regione di Donetsk, quella più critica ti vanno a nominare Sergei Taruta, anche lui imprenditore molto attivo nella zona, nel settore dell’acciaio e in tantissime attività commerciali.

Si tratta di due miliardari e non in Grivnie ucraine, ma in dollari, che hanno “sofferto” nei loro interessi economici sotto il governo precedente, quello di Yanukovich.

Bisogna chiarire anche le peculiari caratteristiche della politica ucraina, incentrata intorno alle figure degli oligarchi, potentissime famiglie di ricchi, che gestiscono ogni aspetto dell’economia ucraina.
La Tymoshenko, prima di perdere le elezioni controllava direttamente o indirettamente un quarto dell’economia del paese.
E come funzionava questo bel giochino?
Tutto partiva dai governatori regionali e dai ministri chiave, energia, economia e agricoltura.
Il gas russo, che arrivava scontato veniva gestito dal ministero dell’energia, che lo vendeva alle aziende “amiche” anche ad un quinto del prezzo di acquisto , come “sovvenzione”.
Chiaramente una azienda che consumava molto gas, come una centrale elettrica o un cementificio, ne ricavava un immenso guadagno economico, da dividersi anche con i politici locali.
Le sovvenzioni per l’agricoltura e per le miniere di carbone, venivano gestiti similarmente..
Altrettanto chiaramente le banche statali elargivano finanziamenti a chi gli era più “simpatico”, e gli appalti pubblici venivano gestiti secondo logiche clientelari.
Un gigantesco giro di corruzione, responsabile, probabilmente dell’attuale dissesto ucraino.

Le zone dove sta accadendo il casino, però sono “feudi” di altri due oligarchi, più ricchi e che hanno prosperato con il passato governo.
Victor Pinchuk è il vero “boss” della zona di Dnipropetrovsk, prima fervente sostenitore del governo di Yanicovich, poi filoeuropeista convinto.

Rinat Akmetov, invece è attualmente la persona più ricca dell’ucraina e quella che fa il buono ed il cattivo tempo in quel di Donetsk.
Sono più ricchi degli attuali governatori regionali e, come tutti i miliardari, sono dalla parte di se stessi, come prima cosa.

Adesso il loro impero comincia a scricchiolare, per via di un governo centrale non amico come prima e per via del Fondo Monetario Internazionale, che intende rivedere tariffe e norme che gli facevano guadagnare tanti soldi.

Le voci sono tante, si parla dei questi ultimi come finanziatori dei moti separatisti, oppure di eminenze grigie che lavorano insieme ai neo governatori contro i filorussi.

La verità è un’altra , probabilmente, con il loro impero a rischio , devono aver visto nei moti di piazza un modo innanzitutto per togliersi di torno degli oligarchi “amici” dal governo locale, e nell’indipendenza regionale un modo per gestire a livello locale i soldi della imposte.

Quello che non credo , invece, è nella volontà russa di annettere anche le regioni dell’est Ucraina.
Troppi soldi da spendere, decine di milioni di persone da sovvenzionare, strade e fabbriche obsolete da ricostruire, al massimo potrebbero interessare i giacimenti di gas e carbone dell’est, ma in Russia ne hanno tanto anche loro, di gas e carbone.
I due oligarchi qui sopra, se anche aiutassero i dimostranti , non credo che vogliano davvero una annessione, nella federazione russa il governo centrale è molto più forte, e gli oligarchi e le potentissime aziende statali russe, ci metterebbero un attimo a far fuori i loro “piccoli” imperi, assorbendoli.
Le loro aziende, con fatturati di diversi miliardi sono potentissime in Ucraina, ma contro il fatturato di aziende come Gazprom (158 miliardi di dollari nel 2013, la prima azienda nel mondo come fatturato) e simili, sono dei gattini indifesi.
Un paese con un federalismo molto forte gli permette di controllare meglio i politici locali (ovvero comprarli) e di continuare nei loro giochini.
Inoltre le lor aziende situate nell’ovest potrebbero lavorare con l?UE, mentre le aziende situate nell’est possono continuare a gestire i rapporti con la Russia, e magari otterrebbero un bello sconto sul gas.
Vediamo cosa succede e come reagirà il governo di Kiev.
In pochi mesi il paese è andato completamente a rotoli, dilaniato tra lotte intestine tra gruppi di potere, capitanati da miliardari avidi e disposti a tutto.

Viviamo in tempi interessanti