Furore iconoclasta nel Sud degli Stati Uniti: opposti estremismi a confronto.

I fatti di Charlottesville mi hanno colpito: Soprattutto mi ha colpito il piglio giornalistico imposto dai media.

Da una parte chi voleva impedire l’abbattimento della statua è un pazzo scatenato nazistoide e “suprematista bianco“. dall’altra poveri coniglietti spauriti spaventati dai bianchi cattivi, ( ma sempre con la pelle bianca) e armatisi per caso con spranghe e bastoni.

Beh, sono andato addentro alla questione e oggi vi racconto una storia:

la storia di questo signore qui, il generale confederato Nathan Bedford Forrest .

Nato poverissimo nel 13 Luglio 1821 nel Tennessee, e rimasto orfano a sedici anni si da da fare e diventa multimilionario, senza mai neanche essere andato a scuola. E multimilionario ai tempi, quando i dollari contavano ben più di adesso.

E come lo diventa? Incrementando il commercio degli schiavi, acquistandone in stock e rivendendoli agli utenti finali con enormi guadagni. Faceva anche vendita conto terzi,  il volantino rivela un piglio imprenditoriale molto spinto, con l’uso di termini e modo di presentarsi molto evoluto, per i tempi.

Quando ormai Nathan pensa che tutto vada bene arriva la guerra di secessione, ovvero lo scontro titanico tra il sud perlopiù cattolico e improntato all’agricoltura e il nord industriale e protestante. Gli schiavi non c’entravano un cazzo, ovviamente.

Nathan non si perde d’animo, si nomina generale da solo, arma un intero battaglione di uomini con i suoi soldi e va a combattere i nordisti. Ottenendo un discreto successo, per essere un negriero semianalfabeta, devo dire.  Le sue tattiche sia di guerriglia che insieme a altri generali in campo aperto culminarono quasi sempre nel successo.

Ma si sa, il nord vinse e Nathan finì in disgrazia, impoverito, e non riuscì più a ricostruire la sua fortuna.

Ma doveva tenersi occupato, e a modo suo lo fece. Fu  il fondatore ufficiale del Klu Klux Klan, fino a quando non venne ufficialmente sciolto nel 1869. Il movimento rimase in semiclandestinità, come è fino ad oggi.

Nel 1887 muore a Memphis, e viene tumulato nel cimitero di Elmwood, la sua orazione funebre, pare molto toccante, fu addirittura effettuata da David Jefferson, il padre degli odierni Stati Uniti , e il corteo funebre seguito da migliaia di persone, probabilmente tutte di pelle bianca.

Il figlio William decide di defilarsi e va al nord a uccidere indiani,  per rimanere nel business di famiglia, come capitano del nuovo esercito confederato.

Il nipote prende il nome di Nathan Bedford Forrest II e si da al business, assicurazioni, ferrovie e miniere, con spirito spregiudicato figlio dei tempi.

Diventati di nuovo ricchi sfondati  i Forrest comprano un bell’appezzamento di terreno al centro di Memphis, lo chiamano “Forrest Park” e nel 1905  tumulano  il defunto generale sudista sotto un grosso monumento equestre. Nathan II rimane coerente con se stesso e muore nel 1939 mantenendo la carica di presidente onorario del KKK e il titolo di Gran Dragone della Georgia. Tempi duri anche per Nathan II, la cui tomba viene regolarmene vandalizzata, come quella del nonno.

Il figlio , il generale Nathan Bedford Forrest III, riesce a distinguersi dal bisnonno, diventando il primo generale statunitense ad essere ammazzato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, e riposa tranquillo e indisturbato nel cimitero di Arlington.

Come facciamo a difendere persone del genere?

Certo, come esseri umani erano una bella schifezza, persone che avrebbero ucciso chiunque, in cambio di un vantaggio, e che non si tiravano mai indietro.

Sono imprenditori spregiudicati come questi, tutti anglosassoni e bianchi che hanno creato gli Stati Uniti, sulle spalle degli schiavi o i poveri lavoratori delle ferrovie e delle fabbriche. Per non parlare della sorte toccata ai nativi americani.

Questo non si può negare, è storia.

Eppure vogliono buttare giù il monumento.

In quel di Memphis i motivi sono molteplici, prima di tutto una speculazione immobiliare, il comune vuole requisire l’area, rinominata in modo politicamente corretto “Healt Science Park“, buttare giù tutto e costruire, dato che il valore del nudo terreno sfiora i 500 milioni di dollari. I Forrest si oppongono duramente, credo per avere una fetta della torta, se non altro. Dato che sono tutt’ora ricchi sfondati se la cifra non è grande non si smuovono e preferiscono lasciare il  trisnonno nel suo monumento.

Gli oppositori appartengono ad una variegata categoria di persone, da una parte le persone di colore, che comprensibilmente tutt’ora non stravedono per il clan Forrest.

La stragrande maggioranza è invece di bianchi di fede democratica, presi da un furore iconoclasta e che intendono cancellare ogni traccia del passato sudista.

Il concetto è che le “orme del passato” impediscono alle persone di colore di “integrarsi e di migliorare”. Mi sfugge tuttavia come mai gli immigrati di altre nazioni ed etnie si siano integrati perfettamente, mentre le persone di colore no.

Prendiamo per esempio gli immigrati italiani, i “Dagos”, vituperati da tutti.

Persone che nel profondo Sud si vedevano scritto “nigger” nel passaporto e sottoposti all’apartheid se provenivano a sud di Firenze. E questo fino ai primi anni 60 , non nell’ottocento: gente linciata e appesa per il collo a decine, in tutti Gli Stati Uniti, dai simpaticoni del KKK.

Eppure gli “abbronzati”, dopo ormai centocinquanta anni dalla fine della guerra sudista perlopiù non riescono ad integrarsi e progredire nella scala sociale.

Che ci si davvero un problema di “demos”?  Chissà. i fatti non mentono, ma probabilmente e tutto a causa delle onde negative emesse dalle statue dei generali sudisti.

D’altra parte appartenere ad una specifica “razza” non ti garantisce la posizione sociale: E’ l’individuo a primeggiare con il proprio lavoro e con la voglia di fare, Grazie alle proprie capacità innate. Non conta il colore della pelle o il sesso..:

Eppure i “buonisti” del cazzo , i “politicamente corretti” perdono tempo a garantire che il Gender sia rispettato, a volere gabinetti anche per i transessuali e a cazzate del genere.

I “suprematisti bianchi” sono perlopiù da compatire, sono come i tifosi di calcio, convinti che essere tifosi della “squadra vincente” conti davvero qualcosa. (conta se sei uno dei giocatori della squadra, o hai qualche interesse personale e diretto in essa, altrimenti te ne devi fregare).

Ma il vero pericolo sono i “fascisti di sinistra” così concentrati sulle minoranze  che non rappresentano direttamente da diventare violenti.

E se le persone di colore non riescono a progredire nella scale sociale, a te, biancuzzo buonista, che cosa te ne importa?

E se sei progredito nella scala sociale, tu, “abbronzato di successo” te ne frega qualcosa dei tuoi fratelli che vivono di sussidi?

Altre nazioni, come la Cina, che se ne fottono dei “diritti civili” e del “Politicamente Corretto” avanzano e cercano di scalzare piano piano il predominio statunitense. E alla fine ci riusciranno, non perché i cinesi siano meglio degli altri, ma proprio perché dei diritti civili delle minoranze se ne fottono.

Alla fine saranno i buonisti del cazzo a disintegrare gli Stati Uniti, e non posso certo dire che mi dispiace.

la competizione è una cosa seria.

By Nuke di liberticida

P.s. Qualcuno metta presto una bomba sotto la statua del generale Forrest a Nashville, anche essa oggetto di numerose proteste, ma solo perché è veramente brutta.