Fredoom, una app del cavolo, e a pagamento.

Stanche delle solite beghe politiche?

Delal dissoluzione dei vari partiti politici, tra faide e regolamenti?

Oggi andiamo nel mondo delle app a pagamento, e presentiamo una delle più stupide ed inutili che siano mai state realizzate.

Freedom, questo è il suo nome è una app che serve…

A scollegarsi da Internet.

Paghi i dieci dollarucci richiesti, e sei fuori dalla rete, niente google, facebook, twitter etcetera.

Funziona così, decidi per quanto tempo vuoi essere scollegato e via, sei fuori.

Nel frattempo hai bisogno di fare una ricerca su internet?

Riavvi solo Google e rimani in modalità “no social“.

 Ovviamente si tratta di un’altra app a pagamento, sempre della stessa furbetta azienda, solo che stavolta i dollarini richiesti sono 15.

L’idea è semplice, se un americano fessacchiotto, devi lavorare o studiare e internet ti disrae?

Se un demente dogato di facebook e non sai smettere?

Compra l’app e invece di mettere alla prova la tua forza di volontà, scollegherai internet.

L’equivalente informatico di un drogato che per non farsi una dose si ammanetta al radiatore.

E dice ad un amico di tornare dopo otto ore e liberarlo.

Insomma  app utili ad ingombrare la memoria del computer o dello smartphone, e molo utili al conto in banca degli sviluppatori, che si faranno grasse risate alle vostre spalle, se acquistate..

I più birichini penseranno che possa essere un sistema utile per disabilitare l’accesso ai figlioli.

Peccato che dopo uno o due giorni di disconnessione i vostri pargoletti diventeranno espertissimi nel bypassare i vostri blocchi.

Voi non sapete come fare?

provate una ricerca google “navigare senza blocchi” e scoprirete presto che parole vome VPN, macchine virtuali e altro vi diventeranno familiari.

E i datori di lavoro, polizia postale e genitori apprensivi non vi romperanno più le palle.

Alla mia figlioletta non diteglielo, ma comunque tutto il traffico internet passa attraverso il router e il server dedicato che ho installato all’uopo.

Meglio prevenire che curare, no?