Formigoni e Verre, – duemila e cento anni e non è cambiato niente.

– Roma, Palazzo di Giustizia
Doveva restare in carica per un solo mandato.
Per motivi non ancora chiariti ha governato invece la sua regione per tre mandati.
Quando il terzo incarico è terminato gli abitanti della sua regione lo hanno accusato di corruzione e di essersi enormemente arricchito grazie al suo potere.
Volevano un processo, ma soprattutto volevano la restituzione dei beni rubati.
L’avvocato difensore del Governatore ha subito provato a allungare i tempi del processo: dopo le prossime elezioni infatti la situazione politica romana sicuramente cambierà. 

Con il nuovo quadro politico il Governatore poteva avere buone possibilità di evitare la condanna, magari grazie a qualche nuova legge “ad personam”.
Ma l’avvocato accusatore è stato più furbo: quando il processo è cominciato ha rinunciato a illustrare le accuse contro il governatore:
è passato subito a interrogare i testimoni.
In questo modo ha completamente spiazzato la difesa e ha guadagnato moltissimo tempo.
Le accuse dei testimoni sono state così precise e così circostanziate che il Governatore stesso ha capito di non avere più nessuna possibilità di salvarsi.
Prima della fine del processo perciò,  si è imbarcato su una nave e (come un ladro) è scappato all’estero, dove probabilmente rimarrà per il resto della sua vita.
Il processo si è quindi concluso in sua assenza. Il governatore dovrà restituire al popolo della sua regione una somma quantificata in 3 milioni.
Ricordiamo i nomi dei protagonisti di questa avventura: il Governatore corrotto si chiama Verre. Ha governato la Sicilia dal 73 al 71 avanti Cristo.L’ottimo avvocato accusatore è stato Marco Tullio Cicerone.
Questo articolo , tratto dall’ottimo sito spedit.it, mi ha dato lo spunto per parlare delle famose Verrine di Cicerone, che sono nello stesso tempo ottimo esempio di  retorica e di populismo.
certo , Cicerone era allo stesso tempo una persona intelligente e un populista , nel vero senso della parola, ha cavalcato l’onda dell’indignazione e ne ha approfittato per diventare parte del nuovo potere.
L’onda alla fine lo ha travolto , ma questa è un’altra storia.
Riporto di seguito, la prima parte delle “verrinae”, ovvero delle orazioni che Cicerone ha recitato durante le udienze del processo.
In passato i processi erano pubblici e vi potevano assistere, se non il popolino , almeno i rappresentanti delle classi equestri, per cui i processi si vincevano non solo con gli argomentai , ma con argomenti tali da far ruggire il popolo di approvazione:

L’occasione più fortemente desiderata, o giudici, la sola veramente adatta a sedare l’ antipatia verso la vostra classe e il discredito per l’istituto giudiziario, vi è data in un momento critico per lo Stato, non da consiglio umano, ma quasi dal volere divino. 
Da lungo tempo ormai s’è diffusa, non solo tra noi, ma anche fra gli altri popoli, l’opinione, esiziale per la repubblica e per voi rischiosa che, con l’attuale sistema giudiziario, un uomo ricco può, per quanto colpevole, sottrarsi alla giustizia. 
Ora appunto, in un momento così delicato per la vostra classe e per il potere giudiziario, mentre v’è gente pronta a tentare, con pubblici dibattimenti e proposte di legge, di suscitare quest’odio contro il senato, si presenta dinanzi a voi come imputato Gaio Verre, uomo già condannato dalla pubblica opinione per la sua vita di misfatti, ma che, stando alle sue speranze e affermazioni, è stato, grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari, già assolto. 
Io ho abbracciato questa causa, o giudici, col pieno assenso e la viva aspettazione del popolo romano, non per accrescere l’ostilità verso il vostro ordine, ma per porre un argine al generale discredito. Ho portato dinanzi a voi un uomo, che vi offre la possibilità di ridare alla giustizia la perduta stima, di riconciliarvi col popolo romano, di dare soddisfazione ai popoli stranieri; un uomo che è stato il grassatore del pubblico erario, l’oppressore dell’Asia Minore e della Panfilia, predone della giustizia da lui amministrata come pretore urbano, peste e rovina della provincia siciliana. Se voi lo giudicherete con rigore e secondo coscienza, resterà saldo quel prestigio che è vostro compito preservare; se invece le sue ingenti ricchezze riusciranno a spuntarla sul rispetto della legge e sulla verità, raggiungerò almeno lo scopo di provare che ai giudici non è mancato un accusato, né a questo un accusatore, ma è mancato piuttosto alla repubblica il suo tribunale. 
Da questo si capisce che gli avvocati all’epoca amavano gigioneggiare come Marlon Brando , e che dovevano avere anche una voce potente, i megafoni non erano ancora stati inventati.
2100 anni e ancora non è cambiato niente.
Quello che non cambia , in questi giorni è il sistema , quando un politico viene beccato con le mani nella marmellata dovrebbe avere il buon gusto di ritirarsi dalla scena politica, e quando si perdono le elezioni , lo stesso.
Invece cosa succede?
La politica diventa autoreferenziale , a noi viene data la scelta tra pillola rossa , pillola azzurra e tra la nuova pillola multicolore di centro, ma il sapore di merda è sempre lo stesso.
Questo gioco è durato troppo e non piace più a nessuno , è ora di cambiarlo , oppure verrà rovesciata la scacchiera.