Energia dei Pazzi: Germania e carbone, questione di soldi.

Ciao ragazzi, come va?

Oggi atterriamo in Germania, altra furiosa terra di Pazzi funestata tra le altre cose da un esperimento sociale. Esperimento già tentato, con esiti disastrosi in altri paesi europei (e solo lì, in tutto il pianeta non esiste una accozzaglia di politici Pazzi come in Europa, negli altri paesi del mondo ai migranti clandestini gli sparano…).

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(sarebbe bello se le infografiche pubblicassero gli stessi dati, ma… questa è ottimista…)

Ricapitoliamo:

Un gruppo di politici pazzi, coadiuvato da un branco di deficienti ed illusi, che noi chiamiamo Picoretti (da Politicamente Corretto) ha pensato di introdurre nel paese dei migranti provenienti da Africa e Medio Oriente. Ma lo ha fatto senza nessuna selezione: ha permesso NON ai migliori – ovvero alla piccola minoranza di intelligenti ed acculturati che vivono in quelle zone – di stabilirsi in Europa, ma ha pensato di fare entrare chiunque, qualsiasi pregiudicato mezzo deficiente analfabeta e senza documenti di entrare e stabilirsi in un paese che non sa cosa farsene di lui, dato che è assolutamente inutile in una economia sviluppata. Al momento sono collocati al massimo per raccogliere pomodori e fare concorrenza ai macchinari automatici. Infatti è finita malissimo, come sapete, ma questa è una altra storia.

I coglioni, pardon i Picoretti, hanno avuto una altra bella pensata. In Germania hanno spinto per le energie rinnovabili, energie che a furia di incentivi (prima circa 13 euro al kW e adesso circa 10, secondo le ultime gare) hanno causato una vera e propria rivoluzione nelle bollette. In Francia – grazie alle centrali nucleari – la bolletta è di circa 18 centesimi al Kw, in Germania attualmente siamo a 30, la tariffa di gran lunga più cara d’Europa. Una tariffa così alta che aumentarla significa mettere a rischio il sistema economico. Ma come vedremo il problema non si pone.

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(cari tedeschi mettetevi d’accordo sulle infografiche, cacchio!questa è pessimista)

I sussidi alle rinnovabili hanno causato anche un bel problema per le energia fossili, soprattutto alle centrali a carbone. Dato che eolico e solare vien comunque sovvenzionato, i produttori di rinnovabili immettono energia comunque sul mercato, a volte a tariffe “nominali ” bassissime, ovvero possono permettersi di vendere energia in perdita, tanto poi lo stato gli versa un tot ogni Kw venduto.

Questo ha causato problemi soprattutto alle centrali a carbone. Le centrali nucleari vendono sempre energia ad un prezzo molto basso e per loro le centrali a energia rinnovabile non sono comunque un vero concorrente. Per questo motivo i picoretti verdi tedeschi premono per farle chiudere.

Anzi, la politica tedesca preme insieme ai verdi per questo e ne parleremo più avanti: la sicurezza e l’ecologia non c’entrano MAI niente, ricordatevelo, è sempre o comunque una questione di soldi, per le persone abbastanza in grado di comprenderlo, almeno.

Ma ecco il problema principale: le centrali a carbone

Perlomeno quelle ad antracite diventano non sostenibili economicamente: in certe ore della giornata non è conveniente farle funzionare, di notte il fabbisogno cala e le centrali nucleari bastano ed avanzano. La stessa situazione c’è anche in Italia dove le rinnovabili fanno calare i prezzi in alcune ore della giornata, tipicamente dalle 10 della mattina fino alle 3 del pomeriggio (a voler essere ottimisti): ma dato che non disponiamo di centrali nucleari, il compito di fare il “grosso del lavoro” tocca alle centrali a carbone e a quelle a gas. Le centrali ad olio combustibile non sono convenienti economicamente, e vengono sovvenzionate dallo stato italiano per rimanere ferme e pronte ad azionarsi in caso di mancanza di energia.

Ma ritorniamo alla Germania ed al carbone. In Germania i giacimenti carboniferi sono di due tipi:

  • Giacimenti di antracite: l’estrazione è ferma dal 2018 , nominalmente per via delle proteste dei Verdi, ma in realtà per via dell’esaurimento delle miniere. Il carbone c’è ancora, ma estrarlo costa 180 dollari la tonnellata ed è di bassa qualità. Inoltre occorre trasportarlo presso la centrale. Il carbone russo invece è di qualità decisamente migliore e arriva alle centrali a circa 90 euro la tonnellata. Ma a quel prezzo non è comunque conveniente tenere in funzione la centrale per poche ore al giorno, per cui bye bye centrali ad antracite in Germania. A dire il vero è dal 1970 circa che la Germania sovvenziona l’estrazione di antracite, proprio per via della concorrenza dell’est, ad oggi sono stati buttati nel cesso dal 2016 circa 336 miliardi di euro (al cambio attuale): bella mossa. Purtroppo, stante l’esaurimento dei giacimenti e l’avvento delle rinnovabili il giocattolo si è rotto, e stavolta per sempre.
  • Giacimenti di lignite. La lignite è un altro combustibile, molto povero e ricco di scorie (mi dispiace per i verdi), però estrarlo costa una fesseria dato che i giacimenti sono in superficie: con le attuali tecnologie minerarie sbancare milioni di tonnellate è quasi banale e relativamente economico. Inoltre la chiusura delle centrali ad olio combustibile e ad antracite apre un mercato tutto nuovo per l’energia prodotta da questo combustibile economico, l’unico in grado di competere con le centrali nucleari e le rinnovabili.
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La lignite però ha un difetto, trasportata tende a polverizzarsi, per cui occorre tenere le centrali vicine, vicinissime ai giacimenti.

I politici tedeschi, ovvero la coalizione della Merkel, si è accorta da tempo di un “piccolissimo” problema.

Le miniere di lignite sono destinate prima o poi ad esaurirsi, danno lavoro a migliaia di persone, addirittura ci sono diversi distretti che dipendono esclusivamente dall’estrazione del minerale, l’età media degli occupati è elevata e due terzi degli occupati sono sui 45 anni. Sono miniere che si trovano in Germania dell’Est, dove notoriamente c’è poco lavoro e l’attrito sociale ha riportato in auge un grosso rispolvero delle camice marroni, in pratica queste trentamila persone si troverebbero senza lavoro e senza la possibilità di trovarne un altro.

La data limite è il 2040. Entro quel periodo le centrali a lignite non diventeranno più convenienti economicamente, stante l’esaurimento delle risorse.

Materiale da estrarne ce ne sarà ancora a bizzeffe, ma dopo tale data non sarà più redditizio estrarlo. I giacimenti polacchi e di altri Paesi dell’Est al contrario andranno avanti ancora per parecchio, e parte di queste estrazioni contribuirà a fornire energia alla picoretta Germania “verde”.

Ecco il problema di Merkel e della sua coalizione: i Verdi – che sono alleati di governo – non accetterebbero sovvenzioni ai produttori di lignite e ai gestori delle centrali, perché sono troppo inquinanti. A costoro non resterebbe che tenere gli impianti aperti fino all’ultimo secondo, per poi lasciare i dipendenti a casa, con immense voragini da chiudere, centrali e mucchi di scorie da smaltire.

Ecco spiegata la “rivoluzione verde”, un gigantesco piano di aiuti pubblici per aiutare i proprietari dei giacimenti e le centrali a chiudere entro il 2038. La bonifica dei terreni terrà impegnati i dipendenti ancora non in pensione, i poveri industriali accetteranno di buon grado decine di miliardi di euro come “compensazione” per chiudere aziende comunque destinate a cessare l’attività.

I primi 40 miliardi di euro sono stati stanziati e i poveri industriali vedono già arrivare i soldi a pioggia per non lavorare. Tutto molto bello, ecologico e moderno. Peccato che il conto debba essere pagato da tutti i tedeschi.

Il futuro energetico tedesco, a causa della imminente chiusura delle centrali nucleari e di quelle a carbone, appare comunque complicato.

  • Un aumento delle energie rinnovabili appare complicato, dato che si accentuerebbero ancora di più gli squilibri esistenti, ormai conviene dare i sussidi alle centrali tradizionali, dato che non è economicamente conveniente tenerle accese per poche ore al giorno.
  • Una centrale a olio combustibile richiede che il combustibile stesso rimanga ad alta temperatura, mentre le centrali a carbone e nucleari richiedono ore per essere messe in funzione ed andare a regime, e quasi altrettanto tempo per variare l’emissione dell’energia prodotta.
  • L’unica soluzione, per ovviare agli squilibri delle rinnovabili è quello di utilizzare centrali a gas naturale (metano) in grado di variare istantaneamente (o quasi) l’energia prodotta.

Malgrado questo i piani più ottimistici prevedono – in una era di auto elettriche (SIC!!!) – un drastico calo del consumo di energia da parte dell’intera Germania: in pratica i tedeschi stanno chiudendo centrali a carbone e nucleari sperando nel frattempo di “inventarsi una forma di energia pulita e conveniente” in grado di sostituirle.

Oppure ne faranno a meno chiudendo tutte le fabbriche?

Cosa potrebbe andare storto?

BY NUKE di LIBERTICIDA E ORAZERO

FONTI: