E adesso la Russia, che cosa fara? Attaccherà l’Ucraina o ….

Come avrete notato tutti ho seguito con una certa ttenzione gli avvenimenti in Ucraina, simbolo delel nuove tempeste energetiche ed economiche che seguiranno, nei prossimi anni.
Il Maidan , ovvero la rivoluzione partita da Piazza Nezhanelosti a Kiev, non è partita dal nulla, da un intervento congiunto di Polonia, Germania e Stati Uniti, ma è nato come una rivolta popolare, un malessere diffuso della popolazione dell’ovest, galizia in primis, che si ribellava alle condizioni precarie di vita.
L’ovest ucraina arretrato, povero e senza industrie di rilievo era, ed è ancora adesso basato su scadenze precise, quelle dei raccolti e gli inviii mensili di denaro dagli operai e dalle badanti che lavorano in Europa.
Invii di soldi mensili che, a fronte di stipendi intorno ai duecento euro, fanno presto a fare la differenza.
E’ bastato poco per oganizzare pulmman per mandare i contestatori a Kiev , e uno stipendio settimanale neanche tanto alto ha potuto portare alla situazione di oggi.<br />Il risultato?
Dopo neanche cinque mesi dal colpo di stato di febbraio ci sono state le elezioni presidenziali, il ridimensionamento politico ma non sostanziale delle estreme destre e un nuovo presidente, Poroshenko, non certo l’ultimo arrivato sulla scena politica, che ha riportato al potere molti dei vecchi politici di opposizione.

Nel frattempo una guerra civile che si è trasformata in pochissimo tempo in una battaglia campale a suon di artiglieria, con centinaia di vittime accertate ,( ma probabilmente molte di più) ha protato la popolazine ucraina a perdere di vista il loro obbiettivo.

Migliorare le condizioni di vita.

Non dimentichiamocelo, tutto il casino era nato da gente che voleva più soldi da spendere a fine mese, un lavoro ed una via dignitosa.

Finora il risultato non è stato esattamente quello promesso, tasse più alte, aumenti abnormi di tariffe e generi alimentari e una generale crisi economica hanno peggiorato , e di molto, la situazione.

Per fortuna la Russia si è prima appropriata della Crimea e poi,  ha incoraggiato una lotta armata nel Dombass.
Ovviamente la propaganda ucraina strombazza forte sulle malefatte russe, dimenticando di dire che il gas russo è essenziale per la loro economia, e che lo scambio commerciale, il sessanta per cento delle esportazioni, e oltre, dipendeva dagli scambi con lo stato russo e gli altri paesi del CIS.
E un trattato preliminare che permetterebbe una abolizione dei dazi entro dieci anni con l’UE ,non apre prospettive a breve o medio termine positive per l’economia ucraina.

Adesso la Russia ha due opzioni:

  • attaccare militarmente e fargli il culo come una zampogna , rischiando la disapprovazione di molti stati del mondo.

  • Utilizzare l’economia come un’arma e con la solita gentilezza tramandata dall’era sovietica., bloccare le importazioni di prodotti ucraini e rendere la vita difficile ai milioni di ucraini che vivono o lavorano nella Federazione Russa.

E non devono fare proclami o legi razziste, devono solo fare applicare la legge.
Ora, chi ha lavorato con i russi e con igli addetti alle frontiere di Mosca, sa che “ungere le ruote” può aiutare molto a snellire le pratiche, specie nei pasaggi al confine fuori mano.
Se invece Mosca ordina di rispettare alla lettera le norme doganali, altrimenti arriva un ispettore a controllare, non passa più uno spillo, le patate fanno in tempo a germogliare, fiorire e diventare compost prima di avere il via libera, e questo vale per qualsiasi altro prodotto.
Per gli immigrati il discorso è diverso, le centinaia di migliaia di rifugiati provenienti dall’est ucraina nell’ultimo mese sono arrivate e sparite dai campi, una emergenza umanitaria sottaciuta e fuori dall’orizzonte dei media.
E dire che in Italia si parla di crisi per qualche migliaio di nordafricani.

Per gli ucraini dell’est è diverso, sono stati identificati, interrogati uno ad uno da un ufficiale della milizia e destinati in varie zone della Russia, dai parenti o in vari città, dopo aver ricevuto aiuti e la cittadinanza russa.

Si , malgrado la lentezza asfissiante della burocrazia , residuo sovietico, in pochi giorni documenti , alloggio e lavoro, alla faccia dell’UE e della sua efficienza.
Dovete sapere che la Russia ha un enorme bisogno di manodopera, qualificate e non, anche un milione di rifugiati provenienti dal Dombass sarebbero visti come una risorsa, non come un peso.
E così è stato, ovviamente costoro parlano russo, sono rifugiati provenienti da un regime che odia i russofoni e sono velocemente integrabili nella società.
Il discorso non vale assolutamente per i Kazaki e gli immigrati provenienti dalle altre repubbliche ex sovietiche,con eccezione di Abkazia e Transinistria .
Chi proviene dalle tante repubbliche il cui nome finisce per “an” viene chiamato amichevolmente “nero” dai russi autoctoni, e difficilmente integrato (con il cavolo che gli danno la cittadinanza).

Cosa farà la Russia , adesso, nei confronti di Kiev?

Aspetterà , gli chiuderà le frontiere, concederà la cittadinanza a gli immigrati che vorranno stabilirsi stabilmente in Russia e vorranno portarsi anche la famiglia (le rimesse degli immigrati regolari in Russia sono il 7% del PIL ucraino) e terrà duro sulla storia del gas, sperando che i pagliacci al governo facciano qualcosa di folle tipo attaccarli militarmente.

E gli farà il culo come una zampogna comunque , prima o poi.

P.S. ricordate, quello che è successo il ex Yugoslavia e in Ucraina deve farvi ricordare che le cose vanno a ramengo sempre più in fretta, e che nessuno verrà ad aiutarvi, dall’estero, se non per ridurvi ad un protettorato o inglobarvi nella loro nazione.
E che neanche i giornali stranieri parlerebbero della piccola sporca guerra che vi riguarderebbe, salvo un trafiletto a piè di pagina..