“Dopo Putin”?

Mentre ero in Russia ho rivolto ad un amico questa interessante domanda, gli ho chiesto del futuro della Federazione Russa e del ‘dopo Putin’, ma a quanto pare è un qualcosa che ai comuni mortali non e’ dato sapere. In questi giorni Peskov ha definito “irrilevante la questione del successore” di Putin, le prossime elezioni presidenziali sono ancora lontane. Rimane comunque che lo stesso Putin è alla ricerca di un successore, che va preparato e che deve avere maturare una notevole esperienza internazionale. “Lo stesso Putin ha detto che ci pensa dalla mattina alla sera”.

Quindi Putin non può semplicemente andarsene, deve lasciare un successore, deve garantire la continuità del potere dopo il 2024.
Una parte significativa dell’élite attende con ansia il 2024 perché è necessario prepararsi per qualsiasi decisione sul transito del potere, cosa che comunque avverrà in una cerchia ristretta di persone.

La principale preoccupazione dell’establishment russo non è la modernizzazione del Paese, ma il transito regolare e sicuro del potere per le élite politiche, amministrative ed economiche.
Fondamentale del sistema russo è di mantenere il sistema in uno stato stabile e con una prosecuzione dell’attuale quadro politico e ideologico.
I cambiamenti non sono l’obiettivo del sistema, anche se l’apparato tecnocratico sa apportare migliorie senza cambiare le basi politiche.
Gli scenari attuali sono: “Putin rimane” e “Putin lascia, ma lascia un successore” e questo è quello che ha accettato la maggioranza della popolazione e delle élite. 
Il sistema russo è lontanissimo dal sistema occidentale, di fatto è una gestione che si basa sulla presunzione dell’onniscienza e onnipresenza dello stato, della sua burocrazia e dell’assoluto controllo statale.

Cosa limita un eventuale cambiamento tecnocratico? L’enorme potere delle forze di sicurezza e l’assoluta lealtà politica del persone che detengono il potere. Politici ed élite sono responsabili, esiste il “culto della responsabilità” e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Qualsiasi investitore o imprenditore straniero che lavora stabilmente con/in Russia sa che non avverrà nessuna modernizzazione delle élite statali. Nessuno di loro prevede per il 2024 qualche cambiamento, il sistema che si è sviluppato nel corso dei ultimi venti anni proseguirà con o senza Putin.

Nessun analista prevede una democratizzazione del sistema politico, che venga liberalizzata l’economia e che avvenga una modernizzazione dello stato e della società. Nessuno ha sviluppato scenari apocalittici – tipo rivoluzione o crollo del paese – in conseguenza all’autocrazia politica consolidata in questi venti anni. Putin ha creato una élite che non è in grado di influenzare il corso degli eventi, quindi i russi sono sempre pronti ad adattarsi ai cambiamenti. La nuova élite non prende decisioni politiche reali, non si occupa dello scacchiere geopolitico, il loro compito è quello mantenere stabile l’ottimismo dei consumatori, aiutano il regime ad evitare eccessive tensioni sociali e risolvono i problemi quotidiani.

Putin ha cercato di creare un certo equilibrio sociale, per farlo ha istituito un assoluto controllo statale dove ci si concentra su una spesa mirata di fondi e si tenta di combattere la corruzione, ma è anche intervenuto nell’economia per stimolare la crescita. Un quadro politico che determina il modello di comportamento di tutti i gruppi politici, gestionali e sociali.

L’attuale regime politico russo ha una forte identità: valori conservatori, coscienza e responsabilità, forte militarizzazione, anti-occidentalismo, memoria storica, patriottismo come principale colla della nazione, legittimazione del potere. Una ideologia statale che ha attratto il consenso sia delle élite che delle masse. Questo sistema è in grado di far fronte a manifestazioni di malcontento sociale e mantiene uno stato di relativo equilibrio politico.

Tutto questo porterà a mantenere il “Putinismo-dopo-Putin”, cioè la prosecuzione della attuale politica e di conduzione anche in assenza di Putin. Il compito di uno zar è quello di “partire senza andarsene”, un fondamentale nella storia russa. Ecco perché a nessuno interessa sapere chi è il successore o i candidati. Gli stessi russi affermano che potrebbe essere tranquillamente una persona di cui non si sa nulla e di cui nessuno si è accorto, una persona che non è nelle prime posizioni. Si aspettano un successore che nessuno ha mai considerato. Alessia C. F. (ALKA)