Democrazia Totalitaria

Stiamo vivendo tempi interessanti, ricchi di contenuti e di rivelazioni che si muovono sempre più dinamicamente nonostante la babele delle forze della sovversione.

Ciò che diamo ed abbiamo dato per scontato, viene costantemente rimesso in dubbio dai fatti che si verificano nell’agitazione della Storia, che avanza come una marea a sparigliare le carte, ovvero le certezza dominante di cui vi circondate. È come se lo Spirito clandestinamente parlasse ai vostri cuori, al fine di smascherare le menzogne immesse nella società dal mondo laico-sacerdotale-progressista “padre” del pensiero unico. Un società ricca di neo-parole, che si manifesta in un ambiente che tenta di sopprimere la piena libertà: ovvero quella creatrice della Parola di Dio.

Il “regno” cartesiano e scientista si mostra all’umanità col suo vero volto: un operato incessante atto a rimuovere gli aspetti essenziali dell’essere – l’uomo è figlio di Dio – attraverso una propaganda anestetizzante. Queste associazioni a delinquere (usare il termine conventicole mi sembrava troppo gentile) nascono dal pensiero relativistico nato da Cartesio e continuato nel Comunismo sino alle folli teorie della fine della storia diffuse da Francis Fukujama. Costoro hanno mollemente adottato, e quindi appoggiato, la politica e la dottrina dell’accoglienza, tutto ciò ha portato il clero a tradire i propri valori. Si è creata una nuova generazione di preti che lentamente si sono catto-comunistizzati sin dai tempi dell’Ostpolitik. Questi ultimi, sostenuti dalla borghesia “illuminata”, decantano la povertà come strumento “democratico” di “giustizia sociale”, con una sorta di disprezzo del passato. Ovviamente parliamo di “preti incolti ed arroganti, che disprezzano una tradizione da loro ignorata… avvinti solo dalle mode più superficiali (che tentano) di liquidare non soltanto i tesori dell’arte religiosa…ma anche di sostituire il culto tradizionale della Chiesa con un miscuglio di confusionario e puerile didattismo (ricordo che il fusion va molto di moda, e non solo in cucina NDR) e con manifestazioni di massa, risibili copie di meeting politici e tutto ciò con il pretesto dell’adattamento pastorale”(P. Debray – Dossier del “nuovi preti” – Trevi editore 1966).

Non possiamo non dirci Cristiani” scriveva Benedetto Croce nel 1942 e questo è il grimaldello che è servito a scassinare le porte serrate dai fiancheggiatori delle neo-parole, infatti essi agiscono anche all’interno del linguaggio per forgiare la loro anti-creazione che è perfettamente aderente al loro pensiero unico: l’ibrido.

Queste anti-parole sono strumenti utilizzati per sigillare l’eventualità che nell’uomo possa accrescersi il dubbio e l’aspirazione alla Verità. In questo periodo possiamo notare con facilità quanto è forte la pressione esercitata dalla “democratica rivoluzione delle parole”, una dilagante l’ostilità che si riversa nei confronti di quello spicchio di popolo che intuisce la Nuova Dittatura delle neo-parole. LA NUOVA RESISTENZA – gruppo che comincia a farsi sempre più consistente – sono coloro che si adoperano per demolire le menzogne “inculcate a forza nella testa del popolo”, e che dispongono di una chiara weltanschauung sui destini del mondo.

Anna Harendt aveva ben definito il male nel suo trattato sulla banalità. Il male è gestito da esseri che obbediscono passivamente agli ordini di distruzione di ideali superiori: “Il nazismo si insinuava nella carne e nel sangue della folla attraverso le singole parole, le locuzioni, la forma delle frasi ripetute milioni di volte, imposte a forza alla massa e da questa accettate meccanicamente ed inconsciamente…gradualmente ma con un processo che sembra naturale ed inarrestabile, la lingua tedesca subisce una conversione all’ideologia tedesca. Anche questo è un processo minuzioso e non dichiarato: è una conquista lenta che si esercita mediante le parole e non le armi. Le espressioni vengono distorte dal loro significato originario, costrette ad assumere un valore ed una violenza diversa.”(Victor Kemplerer – La lingua del terzo Reich. Taccuino di un filologo, Giuntina, Firenze 2011, p.31-32).

La società si sta lentamente e con fatica affrancando dai lacci e dalle doppiezze perpetrate dagli spiriti del tempo, che aprono la strada a forme ingannevoli che avvolgono l’umanità in interminabili controversie ed antinomie.

Ripristinare il ricordo della Tradizione che dona il senso all’esistenza ed alla libertà dell’uomo, estirpare le ontologie razionalistiche propagate dai neo-sacerdoti, per arrivare finalmente a liberarci delle neo-lingue, una lotta senza quartiere combattuta dalla Nuova Resistenza che da anni aveva intuito l’inganno delle neo-parole.

Il mondo intellettuale si è riempito la bocca della parola “libertà” ma ora si è chiuso in un serraglio, che sempre di più si manifesta esattamente per quello che è: pienamente avverso alla persona intesa come unità integrale.

Come possiamo ignorare i tanti religiosi, filosofi e analisti che ormai denunciano pubblicamente una Chiesa che ha reso ambigui molti contenuti, è arrivata al paradosso di offrire continui compromessi quando per millenni ha sempre sostenuto posizioni diverse? Certamente certe cose dovevano essere modernizzate, la Chiesa doveva ammettere i propri errori-orrori del passato, doveva chiedere ammenda per le scelte scellerate commesse attraverso i secoli. In realtà ha fatto solo parzialmente i conti con il passato, giustamente ha cercato in chiave moderna di arrivare a tutti i cattolici, ma è innegabile che si è innescata una deriva che ha portato a uno snaturamento della tradizione e a un allontanamento di valori. Una verità cristiana che non viene più annunciata nella sua integrità, ma dove si pone enfasi e si convince il cattolico ad accettare il nuovo Diktat: accettare tutte le nuove forme di “sensibilità” per i diversi (sessualità, religione, cultura e tradizione) e tutti i nuovi costumi.

In molti affermano che “il Magistero ha abdicato al proprio compito”. La Chiesa cattolica ha dimenticato quanta vera forza bisogna avere per interiorizzare e successivamente esternare con coraggio la propria fede. Si sono accontentati – semplicemente ma anche diabolicamente – di inserirsi, rendendosi accettabili verso la cultura del nostro tempo. Una soluzione da perdenti che non li porterà ad approdare a nessun porto di Dio. In Europa spesso si assiste al triste spettacolo della “demitizzazione del Cristianesimo”, si è svuotato il messaggio cristiano per renderlo aderente “come un jeans elasticizzato” alla cultura moderna, ma con ciò si è solo arrivati alla esplicita negazione di Dio.

In passato le persone temevano molto di meno la morte e questa era accettata non solo come un passaggio naturale, ma era vissuta con vera fede. Infatti il vero credo era la morte di Cristo e la sua resurrezione, la resurrezione dei morti, credevano fino in fondo in Cristo e vivevano attendendo la manifestazione della Giustizia. Capite bene quante sono le differenze?

La Chiesa per comodità ha ridotto tutto a pura moralità, questo è un segno forte e incontrovertibile che viviamo in un periodo dove l’anticristo regna sovrano.

Indipendentemente dal desiderio dell’umanità che si muove nel solco del rimpianto di un Bene Superiore, vi sono forze oscure che operano in nome di un “diritto” astratto, per rimuovere gradualmente la sovranità spirituale. Le neo-parole sono in guerra contro la Parola di Dio ed avendo scelto le tenebre non vedono la luce, così tentano di spegnere lo Spirito di Libertà che sempre parla e parlerà alle coscienze per chiarire i dubbi e per dirigere verso orizzonti che sono e saranno il nuovo cielo e la nuova terra.

La tirannia delle neo-parole e i suoi tanti figli adottivi, gli accusatori figli dell’Accusatore, passeranno come il ricordo di qualcosa che ha tentato di sovvertire il mondo cantando “Imagine” di John Lennon.

Tratto dalla corrispondenza tra Diacono Martino e la Redazione di Liberticida http://liberticida.altervista.org/