Cronache dalla terra dei pazzi, ultime dall’Ucraina, . E’ ufficiale, l’economia sta andado rapidamente a …escort.

Ho pensato molto a quello che ho appena sentito alla televisione russa, un discorso di Vladimir Zhirinovsky, il politico “pagliaccio ” russo.
Un incrocio tra Bossi e Razzi.
Leader di un partito è, come spesso succede una persona complicata, con due lauree e mooolto più intelligente del nazionalista bigotto che sembra.
Oggi mi esce con questa frase: 
“Gli ucraini, non li capisco, sognano di andare in Europa, che non li vuole, si fanno governare dagli ebrei, combattono per gli americani, e odiano solo noi Russi….”

Difficile condensare in meno parole un popolo, una situazione e una guerra, tutt’ora in corso.
Ieri e oggi in quel di Kiev è successo davvero di tutto, la Grivnia è crollata, oggi il cambio ufficiale è iniziato con un sobrio tasso di 34,5 per un dollaro, i prezzi nei negozi sono aumentati di botto e la gente sta comprando come se non ci fosse un domani, ovvero spendono i soldi prima che le banconote si trasformino in carta igienica.

La banca centrale ha prima dichiarato di imporre una moratoria sul cambio della valuta nazionale in valuta estera di due giorni, poi smentito, dopo le accese proteste di Yatseniuk e Turcinov, le due “anime nere del governo”, nazionalisti e assoluti “falchi ” in favore della guerra totale contro i separatisti.
Costoro mandano avanti da mesi una vera e propria guerriglia politica contro il presidente eletto Poroshemo.
Quest’ultimo ha scoperto che avere una milizia personale , anche se composta da poche centinaia di persone, può aiutare, in un paese dove tutti girano armati, se vogliono e milizie irregolari si affiancano all’esercito per combattere i separatisti, combattendo però per conto loro.

Come vi avevo detto ieri i rappresentanti di queste milizie irregolari si sono recate a Kiev per protestare contro il “governo di traditori”, traditori che si sono rifiutati di combattere “sul serio” contro i separatisti.
Come se una guerra che ha portato all’annientamento di due terzi dei mezzi militari e dei soldati ucraini non fosse stata combattuta “sul serio”.


Alla fine la manifestazione è stata abbastanza tranquilla, soldati in mimetica hanno marciato per alcune ore, hanno cantato una numero esagerato di canzoni patriottiche e hanno sventolato cartelli con le foto degli “eroi” morti nel Dombass per combattere contro gli inesistenti “invasori russi”.

Poroshemo ha abbandonato ogni velleità di trattare la resa, pardon di parlare con i separatisti e entro uno, due mesi al massimo, non appena sarà finito il disgelo e il fango si sarà più o meno asciugato, i combattimenti ripartiranno alla grande, se non prima.
Visto che questa è la terza tregua, e che ogni volta i soldati di Kiev avanzano “vittoriosi” per poi essere annientati in modo abbastanza plateale e incomprensibile, ritengo che non ci sia ragione di credere in una variazione del trend, ma loro insistono.

La guerra , ovviamente, ha radici profonde, risale ad un certo scontro “etnico” nell’aria da secoli, tra “Ucraini” e “russi”, e ha radici pratiche, il governo ha bisogno di tenere in vita la propaganda della “invasione russa”, per nascondere la terribile crisi economica in cui versa il paese.

Mariupol, “momentanemente territorio Ucraino” ieri mattina.
 Il tasso di cambio per le strade, 44 per un dollaro, tanto per farvi un esempio un anno fa il rublo “svalutatissimo” era a 3,14 per una Grivnia, adesso si va verso la parità. Il dollaro era a 5 volte meno…


Crisi economica che è anche alimentata dai russi, devo ammetterlo, che hanno calato drammaticamente le importazioni dei beni e dei prodotti ucraini, una emorragia di 160 miliardi di dollari all’anno che hanno affossato l’economia e la bilancia commerciale del paese.
Se uno vuole giocare a fare la “guerra” e a “chiudere le frontiere con un fosso”, beh, è il minimo che può aspettarsi.
Vediamo un po quali provvedimenti ha preso il governo di Kiev per arginare la crisi:

Un bell’aumento dei dazi all’importazione di praticamente tutti i prodotti, una nuova imposta del 10% si aggiunge alle altre tasse sui prodotti alimentari; prodotti, grassi e oli di origine animale e vegetale, bevande alcooliche e non alcooliche; tabacchi e succedanei; aceto; animali vivi.
Su tutto il resto un bell’aumento pari a “solo ” il 5 % , esclusi alcuni farmaci e i prodotti energetici.
Anche qualsiasi prodotto spedito ai cittadini ucraini, regali compresi , dovrà essere sottoposto alla tassa aggiuntiva pari al 10% del suo valore.

Altro provvedimento carino. La riduzione di cinque anni dell’età pensionabile e un calo della pensione erogata a chi continua a lavorare.
Non sono pochi da quella parti, praticamente tutti gli insegnanti e infermieri, ed altre categorie, che vanno in pensione pur continuando a lavorare, per integrare i loro miserabili stipendi. Se poi fate come il FMI e ritenete che uno stipendio di 90 dollari al mese sia “sufficiente”, accomodatevi.

Le proteste nel paese cominciano a salire, la popolazione si è accorta che paesi come lo Zambia e il Gabon, hanno stipendi minimi più elevati, e il tracollo delle entrate fiscali è avvertibile. A gennaio la Tunisia ha incassato un gettito fiscale, calcolando il cambio in dollari , più elevato dell’intera Ucraina (ok, la Tunisia ha dieci milioni di abitanti e l’Ucraina 36…). 
E due terzi di questo gettito sono “anticipi” dell’equivalente dell’Irpef dovuta per l’anno in corso.
Praticamente tutte le aziende del paese hanno smesso di generare utili e , di conseguenza, di pagarci le tasse sopra.

Ok, la fine è vicina, probabilmente, ma, a questo punto può succedere di tutto, un colpo di stato dei “colonelli”, stufi di essere comandati da perfetti imbecilli, un colpo di stato delle destre, o un atto di guerra deliberata contro la Russia, tipo invasione della Crimea, per fare precipitare la situazione.