Cosa c’è di sbagliato in questa foto?

Questa foto ha fatto il giro del mondo , e ritrae il tal Fabrizio Filippi, mentre tira un estintore, nell’ottobre 2011.

Molti ne hanno dedotto la necessità di un maggior controllo nelle manifestazioni , altri il simbolo di una violenza organizzata da estirpare.

Io ci vedo solo il disagio di un giovane , a 24 anni ancora al primo anno di università , che ha letto troppo e troppe letture sbagliate.

Guardando il lato “tecnico” devo dire:

  • quello è il modo sbagliato di lanciare un oggetto pesante, con i suoi muscoletti avrebbe potuto lanciarlo a qualche metro , e avrebbe mancato un elefante a pochissima distanza..
  • è ben visibile il tatuaggio che lo ha inchiodato
  • presentarsi a torso nudo , pantaloni abbassati e scarpe inadatte in un corteo non è certo indice di realismo, specie se si stanno cercando guai.
  • i capelli lo hanno aiutato molto a rendersi irriconoscibile.
  • é provato scientificamente che tirare gli estintori alla Polizia in Italia è fortemente sconsigliabile.             (e perdonatemi la battuta)

Concludendo è solo un ragazzo non troppo intelligente che ha fatto una cazzata.
Se avesse colpito qualcuno avrebbe fatto una grossa cazzata.
Se una pallottola sparata da un poliziotto spaventato avesse rimbalzato su di un sasso “volante” e lo avesse colpito in fronte, allora si sarebbe parlato di  fatalità.

Il 15 ottobre 2011 si sono visti gruppi organizzati di persone , che hanno assalito scientificamente i poliziotti , con pochissimi arresti e identificazioni , di quello non hanno parlato molto , si , tanto c’era il coglione di turno da utilizzare come capro espiatorio.

Ecco , questi erano gli “altri”, coloro che lo stesso giorno erano usciti davvero a cercare guai.
E è più facile accusare di pedoterrrorismonucleare un poveretto che , preso dall’emozione, lancia un estintore , in vece di loro , questi menano!
E qui rimane da cominciare un discorso , in altre epoche, neanche tanto tempo fa , la polizia sparava sui manifestanti, loro rispondevano allegramente, ci sono state bombe rosse e nere, rapimenti , attentati , persone arrestate che si sono lanciate da una finestra, ecc.ecc.
Adesso la situazione economica è molto , ma molto più grave di quella italiana degli anni 70.
E non succede niente, solo poche decine di persone che fanno casino durante una manifestazione sostanzialmente pacifica..
La storia si sta avvitando su se stessa, in passato c’erano state lotte per eliminare il cottimo dalle fabbriche, manifestazioni e richieste da parte dei piccoli commercianti per ottenere il giorno di chiusura settimanale e vietare il lavoro domenicale.
Adesso , nell’indifferenza generale i lavori, diventano a “somministrazione”, con lo stipendio che diventa  svogliato pagamento, una iniezione di denaro in cambio di lavoro “produttivo” e le aperture domenicali “sacrosante”.
Forse, ripensandoci lo squallido teatrino della politica attuale è studiato a tavolino , sarebbe bastato un politico , uno solo , abbastanza intelligente e carismatico, con un partito vero alle spalle , di destra o di sinistra e sarebbe cambiato tutto.
Certo , molti interessi sarebbero stati messi a repentaglio, logico.
E lascio fuori da tutto questo il M5S, ancora non abbiamo visto niente di quello che possono o non possono fare.
Io ho visto e vedo quello che possono fare i politici attuali, ovvero risolversi in bizantine diatribe sulla distribuzione dei seggi e dei finanziamenti, e poco altro.
Certo , mi sfugge anche cosa si proponevano di ottenere i veri “black block”, la realpolitik è sempre necessaria , se fossero stati centinaia, meglio migliaia, avrebbero potuto mettere Roma a ferro e fuoco , definendo una vera e propria “dichiarazione d’intenti politica”.
Così hanno bruciato 17 auto e un veicolo della polizia  , sfondato qualche vetrina, incendiato ancora la casa di un generale in pensione (sic!).
Parafrasando Togliatti:
“abbiamo incendiato la casa di un generale!”
“bravi , adesso cosa ve ne fate?”

In tutta questa storia ci guadagnano i fabbricanti di lacrimogeni, i giornalisti pigri e i politici inetti.
Ci rimettono tutti gli altri.