Corona Virus? Borse e Mercati NON lo vedono. La Pandemia come al solito è solo una paura popolare

Ho avuto l’occasione speciale di poter interagire con un trader che si occupa di Borsa e analisi varie dei mercati. Gli ho chiesto l’impatto di corona virus su borse e dinamiche varie, quanto erano grandi i danni economici provocati dalla pandemia. Ma la risposta che ho ricevuto mi ha fatto capire che dovevo valutare ben altro.

Una persona qualsiasi crede che “questo e quello influenzeranno”: sicuramente in termini di geopolitica ci sono avvenimenti che cambiano i giochi e le direzioni, ma i mercati usano altri parametri e il nuovo virus non ha spaventato gli operatori e nemmeno gli analisti. Primo dato importante, la persona con cui parlo mi fa notare che il corona virus fa vittime tra persone molto deboli, sono a rischio persone con già molte patologie, si è poi scoperto che i bambini sono meno colpiti del solito. Al momento attuale il tasso di mortalità è basso: SARS o ebola hanno un tasso di mortalità molto più alto, la Cina ha utilizzato misure draconiane per contenerlo e tutto questo ha terrorizzato molte persone. Per farmi capire tutto bene mi fa leggere questo brevissimo post di Guido Silvestri 2 febbraio alle ore 16:58 – CALMA E SANGUE FREDDO (parte no. 2) – https://www.facebook.com/guido.silvestri.9/posts/10220346553189993?tn=K-R :

  • “Si continua a parlare giustamente del nuovo virus 2019-nCoV la cui epidemia nata nella citta’ di Wuhan ha causato, ad oggi, ~14.000 infezioni e 304 morti. Come ovvio con questi numeri in rapida evoluzione c’e’ preoccupazione tra gli esperti – ma tra preoccupazione e panico c’e’ di mezzo un oceano. Allora provo qui a fare brevemente il punto della situazione e ricordo – per chi non mi conoscesse – che di virologia un pochino ne capisco (>30 anni di esperienza, 253 articoli scientifici, e da sette anni editor di Journal of Virology, la piu’ vecchia e prestigiosa rivista di virologia al mondo).
  • 1. IL VIRUS Studiare il nuovo virus e’ fondamentale ed a questo ci pensa la scienza. Ricordo che 2019 nCoV e’ un virus a RNA, quindi con buona capacita’ potenziale di mutare. E’ per questo che si stanno alacremente sequenziando migliaia di questi virus. Conoscere la struttura genetica e molecolare di 2019 nCoV significa mettersi in condizione di sviluppare antivirali (small molecule inhibitors ed anticorpi) e vaccini (per questo ci vorra’ piu’ tempo). Ricordiamoci dunque, in casi come questi, di quanto sia importante sostenere e proteggere la scienza!
  • 2. L’EPIDEMIA L’epidemia e’ ancora in una fase di crescita e non sappiamo quando arrivera’ il “plateau” che corrisponde all’inizio della fine (ricordando che nCoV non causa infezione cronica al contrario di HIV o dei virus delle epatiti B e C). E’ importante sottolineare che la risposta epidemiologica e clinica – che ha l’obiettivo di circoscrivere il piu’ possible l’epidemia dopo il grande focolaio iniziale nato a Wuhan – coinvolge tutte le maggiori organizzazioni sanitarie mondiali, e’ bene coordinata, finanziata ed eseguita, il che mi rende molto ottimista.
  • 3. LA MALATTIA La malattia da nCoV e’ una sindrome da distress respiratorio acuto con mortalita’ intorno al 2-3%(dati ovviamente ancora in transizione). La maggior parte dei casi fatali avvengono in soggetti anziani e persone con patologie pregresse bronco-polmonari e cardiache (enfisema, scompenso cardiaco, etc). Al momento la terapia e’ di supporto, ma si stanno aggressivamente testando prodotti ad attivita’ antivirale.
  • 7. GLI ESPERTI Ci sono molti esperti seri che stanno facendo informazione sui social in questi giorni, ognuno con il loro stile e con il loro “angolo” specialistico (il mio come sapete e’ quello di un virologo di base e clinico, mentre altri sono piu’ concentrarti sull’aspetto medico o epidemiologico o di salute pubblica etc.). Tra i siti ed i colleghi che raccomando metto in primis Roberto Burioni e Medical Facts di Roberto Burioni , poi Pier Luigi Lopalco (che e’ Presidente dell’associazione Patto Trasversale per la Scienza – PTS), Andrea Antinori (Spallanzani), Gianni Rezza e Caterina Rizzo (ISS), Ranieri Guerra (WHO), Andrea Cossarizza e Cristina Mussini (Modena), Marcello Tavio e Massimo Galli (SIMIT), e tanti altri.
  • 8. I COMPLOTTISMI Purtroppo girano anche questi (l’ultimo e’ quella di un virus “sintetico” generato in un laboratorio militare cinese attaccando pezzi di HIV al virus della SARS). Sono tutte delle enormi BOIATE.

Mentre mi parla continua a lavorare rilassato, mi spiega che chi ha azioni e chi fa trading non ha avuto le stesse paure, molti operatori decidono in questo momento positivo di trarre profitto, altri decidono di incassare in questi giorni: vendere per incassare. Puntualizza che “chi è meglio informato” approfitta di certi momenti per acquistare a prezzi migliori, tipico bias degli operatori del mercato. Decide di farmi vedere che i mercati in generale non si sono accorti del corona virus, non lo hanno preso nemmeno in considerazione.

Parte analizzando S&P 500 – Lo S&P 500 contiene 500 titoli azionari di altrettante società quotate a New York (NYSE e Nasdaq), rappresentative dell’80% circa della capitalizzazione di mercato, che vengono selezionate da un apposito comitato. In realtà i titoli in paniere sono 505 poichè per 5 società vengono quotate due tipologie di azioni. Tutti i titoli in questione sono relativi ad aziende statunitensi con una capitalizzazione di mercato superiore a 6,1 miliardi di dollari, un flottante del 50% almeno, un volume di scambi mensili, negli ultimi 6 mesi, non inferiore a 250.000 azioni ed un valore medio annuale del titolo, superiore a 1,0 dollaro. Le società in questione devono inoltre presentare un utile di bilancio nei 4 precedenti trimestri, inteso come somma totale. https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/sp500.htm – e mi fa notare che c’è un minimo movimento, la borsa è scesa circa del 3% nei giorni in cui si prendeva coscienza del corona virus.

Al grafico successivo daily i movimenti sono contenuti e la correzione è insignificante riguardo a quanto successo in passato. E’ una normale presa di profitto, che comprende variazioni al rialzo e al ribasso, quindi coi ribassi ritorneranno gli investitori.

Al terzo grafico le candele rappresentano una settimana, puliscono i rumori di quanto accade e si vede che il virus non ha influenzato nulla, rimane un grande slancio del mercato e prosegue la scia iniziata nel 2019, quindi ci sta se qualcuno prende profitto.

Al quarto grafico, il mensile, non si vede nemmeno il calo, la candela di gennaio è a ridosso dei massimi.

Quindi di cosa si stanno preoccupando i mercati azionari? Di nulla, continua il ciclo di espansione e in futuro è prevedibile una pausa. Una espansione dove le banche centrali continuano a immettere denaro fresco e il mercato non si ferma. Le borse al momento non si preoccupano.

Chi si preoccupa sono i paesi confinanti o che hanno forti business direttamente con la Cina. Vediamo a caso i telefoni di Apple che vengono prodotti in Cina e rappresentano una quota di mercato importante: ecco perché Apple prevede una correzione fisiologica ma non spropositata.

Sotto il grafico settimanale di Apple rivela le cifre pazzesche, nulla ha fermato la corsa e l’azienda guadagna in modo incredibile.

Le grandi aziende “che hanno certe informazioni” continuano a investire in borsa con razionalità, hanno misurato in maniera concreta quello che succede nel mondo, la realtà indica che non esiste nessun timore sulla nuova pandemia. I grafici non mostrano paura. Anche Amazon che ha interessi importanti in Cina non è spaventata.

I mercati hanno la caratteristica di indicare il sentiment, cosa fare, una impostazione di fondo che decide anche di sminuire certe notizie negative. Se un trader è positivo sul mercato continuerà a seguire il trend fregandosene delle pandemie. Questa caratteristica di bias serve a decidere se acquistare o vendere, certe notizie non influenzano e molti aspetti legati al lavoro di un trader sono tecnici, non seguono le opinioni di un giornalista o di un opinionista.

Mi fa sempre notare che magari in Europa ci sarà una carenza di prodotti legato al rallentamento di scambi, ma un corona virus non può avere un impatto di grandi dimensioni come la guerra dei dazi tra USA e Cina, o come la decisione americana di danneggiare Huawei. Quindi allo stato attuale delle informazioni il virus è sovra valutato.

Cosa è successo sull’indice S&P 500 durante le “pandemie” precedenti

Sicuramente molti trader usano una massima di Niels Bohr: “Prediction is very difficult, especially if it’s about the future”, ma capisco anche che gli operatori e gli investitori non fanno previsioni in basse alla loro emotività/ansia/paura, fanno previsioni con numeri alla mano (vedi grafico sopra). Razionalità e zero emotività, ecco perché lo S&P 500 non si è nemmeno accorto dell’influenza cinese, le attività di trading seguono il sentimento di fondo del mercato e non di chi ha paura. Alessia C. F. & Friends