Concerto a Palmyra e Potere Aereo: Un punto di vista tecnico sull’intervento russo in Siria

Concerto a Palmyra e Potere Aereo

concerto palrmira

Teatro Romano di Palmira, II secolo. (foto Indianexpress)

Palmira, 5 maggio 2016
Orchestra del teatro Mariinsky di San Pietroburgo
Brani di Bach, Prokofiev, Shchedrin
Direttore Valery Gergiev

Come sappiamo da un paio di mesi l’esercito Siriano ha ripreso l’antica città di Palmira, patrimonio dell’UNESCO, sottraendola ai terroristi e facendo tirare un respiro si sollievo a quanti hanno a cuore la cultura stessa dell’umanità.
Il teatro romano ha ospitato l’evento simbolo dell’avvenuta liberazione, un concerto di musica classica, spettacolo di ben diverso stampo da quanto preferito dai precedenti “gestori”.

Gli eventi che hanno portato alla liberazione di Palmira risalgono all’inizio di ottobre 2015, con l’entrata in campo della Federazione Russa a sostegno del governo siriano nella lotta contro i terroristi.
L’intervento venne incomprensibilmente salutato con gelido entusiasmo da diversi governi Occidentali i quali, anziché essere ben felici di aver trovato un altro paese disposto ad unirsi alla lotta contro i cattivissimi inturbantati, cominciarono ad indulgere in brontolamenti e mugugni vari [4, 4.1].
Atteggiamenti strani ed incomprensibili, soprattutto a fronte degli sforzi profusi dagli USA a coinvolgere il maggior numero di paesi nella lotta ai temibili terroristi che infestavano la Siria e l’Iraq.
Perché quindi escludere i volenterosi Russi desiderosi di dare un mano? Imperscrutabili regoline diplomatiche? Una certa reticenza a chiedere aiuto? Mistero.
Inspiegabili chiusure soprattutto a fronte dello stato imbarazzante in cui si trovava da più di un anno l’operazione militare a guida USA “Inherent Resolve”: migliaia di bombardamenti non erano infatti riusciti ad impedire l’espansione dei territori controllati dai malefici terroristi, lasciando così intravedere apocalittici scenari.

Nonostante tutto ciò i Russi non si sono persi in distinguo e convenevoli senza fine ed hanno deciso comunque di intervenire in supporto al governo siriano; così facendo un po’ alla volta gli eventi hanno cominciato a prendere una piega diversa, fino a poter ascoltare Bach nel teatro romano di Palmira, evento impensabile solo fino a pochi mesi fa.

Tuttavia il paese è ben lungi dall’essere pacificato: i combattimenti proseguono in diverse zone della Siria e lo stesso concerto di Palmira non può che essere considerato come un evento assolutamente eccezionale.

Ciò nonostante Palmira ringrazia, si gode il suo concerto e si augura sia il primo di una lunga serie e che simili manifestazioni possano essere presto replicate in altre città ed in altri paesi tutt’ora dilaniati dalle guerre.

POTERE AEREO
L’intervento deciso del Corpo di Spedizione Russo è stata una delle principali leve che ha portato a scardinare le ben organizzate difese dei terroristi fino alla svolta in Siria. Tale osservazione ci spinge ad osare delle considerazioni magari non inedite sul Potere Aereo, ma ad onor del vero singolarmente poco usate.
In prima approssimazione, possiamo immaginare il potere aereo come sorta di bene, richiesto in varie forme e quantità da da diversi utilizzatori; se ciò è vero allora il velivolo diventa un generatore di potere aereo a partire da determinate risorse (pilota, addestramento specifico sulle missioni, infrastrutture, armamenti, informazioni, ecc).
Ipotizziamo quindi di misurare il potere aereo in sortite al giorno (sortie rate) e impostiamo un inedito schemino a blocchi che includa i fattori principali che ne condizionano la generazione:

potere aereo

La domanda di Potere Aereo influisce negativamente sulla generazione di sortite in quanto comporta un logorio che, se non debitamente affrontato, limita le prestazioni e la “produttività” in termini di sortite del velivolo stesso. Viceversa, un opportuna disponibilità di ore di manutenzione e una adeguata fornitura di materiali possono mantenere il sistema aereo in equilibrio, bilanciando l’effetto usurante della domanda.

Il sortie rate è quindi un singolare esempio di analisi agli effetti esterni che regala interessanti indicazioni in merito a quanto potere aereo un velivolo è in grado di fornire: un parametro di valutazione “globale” ed oggettivo che permette addirittura di impostare una comparazione di velivoli diversi, sollevando gli appassionati ed i malati del genere dall’analisi dei dettagli, che possono essere valutati con calma una volta chiarito il quadro d’insieme.

Per ottenere delle comparazioni che abbiano senso dobbiamo cercare scenari caratterizzati almeno dalle seguenti condizioni:

  • Fabbisogno di potere aereo relativamente alto, meglio se superiore alla disponibilità in essere nello scenario in oggetto.
  • Adeguata disponibilità di ore di manutenzione e di materiali tali da far girare i velivoli al loro massimo potenziale intrinseco in termini di sortite/giorno.
  • Durata scenari di almeno 4 settimane: per mandare a regime tutto il meccanismo.

Il dato più interessante e significativo per coloro interessati a valutazioni il più possibile oggettive e la Sustained sortie rate (sortie rate continuato), osservabile su periodi di almeno qualche settimana; viceversa il surged sortie rate (di picco) osservabile anche su un solo giorno, può fornire informazioni ingannevoli, in quanto puo anche essere diverse volte più grande del sustained sortie rate.

Per curiosità, ed in assoluto relax, vediamo cosa salta fuori da questa analisi insolita e un po’ fuori dagli schemi.

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Dall’alto in basso, da sinistra a destra: SU-24M, SU-25, SU-34, SU-30MK

Cominciamo dal Corpo di Spedizione Russo che si presenta come un bel gruppetto eterogeneo, composto sia da velivoli concepiti nei primi anni ’70, come SU-25 e SU-27, sia da velivoli di concezione più moderna come SU-34 e 30, che hanno iniziato a volare quando ormai l’Unione Sovietica non esisteva più. La composizione della forza Russa varia a seconda delle fonti e del periodo: tuttavia 12 SU-25, 12 SU-24, 4 Su 34 e 4 SU-30 dovrebbe essere una stima ragionevole per il periodo in oggetto.

  • SU-24.Concepito in piena guerra fredda per volare veloce a quota cima d’alberi verso l’obiettivo da colpire, somiglia al Panavia Tornado, nato pure lui da requisiti pressoché identici allora di moda. Veterano dell’Afghanistan, sta conoscendo una seconda giovinezza in Siria lavora dove per lo più a quote opportune per evitare iniziative antiaeree da parte degli insidiosi terroristi. Uno di questi aerei è stato abbattuto da un F-16 turco il 24 novembre in prossimità del confine siriano, un “incidente” che tutt’ora non sembra ancora essere chiuso. Ipotetico prezzo del nuovo tra inflazione e cambi pazzi: 35 MUSD (milioni USD, wikipedia).
  • SU-34.

Bombardiere dal disegno originale, è un esponente della ben nota famiglia SU-27. Sembra abbia ricevuto il battesimo del fuoco in Siria, dove è impiegato più o meno con le stesse modalità di SU-24, dedicando le sue premurose cure sia verso terroristi rintanati, sia in movimento sui più improbabili mezzi. Prezzo 50 MUSD [7].

  • SU-25Un po’ più particolare dei colleghi di cui sopra, è infatti è particolarmente consigliato per intervenire in situazioni rognosissime ed incasinate in cui si deve “togliere la castagne dal fuoco”, supportando le truppe di terra quando già si scambiano fucilate con i cattivi e magari non sanno come venirne fuori. Ben corazzato, vola basso e con disinvoltura tra valli di montagna e colline, anche al di sotto del classico tetto di nuvole che tanti grattacapi crea ad altri velivoli più sofisticati. Veterano dell’Afghanistan. Prezzo è il più economico di tutti i velivoli considerati: 15 MUSD ed è vostro [6].
  • SU-30

Altro esponente della prolifica famiglia SU-27 è un velivolo multiruolo che nasce con una spiccata vocazione verso le minacce aria-aria, ma alla bisogna si arrangia anche ad attaccare obiettivi al suolo. Mandato in Siria come “tutor” dei colleghi di cui sopra, presta servizio in India ed è sulla lista dei desideri di diversi altri paesi. Con 55 MUSD ve lo portate a casa [8].

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Difesa Russo, dal 30 Settembre 2015, data dell’inizio dell’intervento Russo in Siria, al 14 Dicembre 2015 sono state compiute 4056 sortite con 34 aerei circa, da cui si ottiene un rateo di missioni pari a 1,6 [5].

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SU-25 in decollo dall’aeroporto di Khmeimim (wikipedia)

Si sospetta che un numero preponderante di sortite sia da attribuire a SU-25, una sorta di contraltare dell’americano A-10.

I due velivoli, progettati per compiti pressoché identici, godono tuttavia di ben diverse considerazioni nelle rispettive forze aeree: mentre l’Aeronautica USA non vede l’ora di disfarsi dei suoi A-10 per rimpiazzarli con F-35 nuovi fiammanti, i Russi invece continuano a credere nel SU-25 e aggiornamenti importanti sono tutt’ora in corso.

Tornando al sortie rate russo, il periodo in esame comprende la laboriosa fase iniziale di ambientamento nell’aeroporto siriano di Khmeimim, le cui infrastrutture sembra abbiano avuto bisogno di qualche messa a punto inziale; successivamente l’attività è infatti cresciuta fino a superare le 2 sortite al giorno, con picchi concentrati su novembre 2015 e febbraio 2016.

Altro aspetto da ricordare è che fino al 2006 diverse aziende aeronautiche russe erano ancora in piena crisi, quasi ferme con i lavoratori a guardarsi nelle palle degli occhi e a tirar la cinghia: LA NAPO, produttore di SU-34 era in ginocchio e costruiva si e no un aereo all’anno.

Si capisce quindi come la velocità del dispiegamento Russo a Latakia e le prestazioni dei velivoli in termini di sortie rate abbiano sorpreso tutti coloro che erano rimasti ancorati all’immagine del disastro del Kursk e delle armate russe in disfacimento di epoca eltsiniana.

OPERAZIONE DESERT STORM

La campagna aerea Desert Storm è stata analizzata in modo approfondito dal Government Account Office degli Stati Uniti (GAO) nel rapporto GAO/NSIAD-97-134 [9], un notevole lavoro ricco di interessanti analisi e indicazioni, probabilmente letto da pochi e ancor meno considerato. Vediamo qualche protagonista di allora, quando gli USA godevano di un’immensa reputazione come difensori della libertà, capaci di imporre pace e giustizia in tutto il mondo.

  • F-16

Eccezionale progetto degli anni ’70, nato come caccia leggero si è via via evoluto, secondo le richieste dell’USAF, in un velivolo mutiruolo. Grazie alla sua capacità di cavarsela nei più svariati ruoli ed al prezzo accessibile è stato adottato da numerose forze aeree in tutto il mondo, tra le quali non poche lo impiegano come unico e solo velivolo da combattimento, proprio grazie alla sua versatilità. Prodotto in oltre 4000 esemplari è destinato ad essere sostituito da F-35.

Sortie rate pari a 1,2. Costi per tutte le tasche, popolari quelli anni ’90 complice anche la produzione che tirava alla grande: per la versione C, presente in Desert Storm, consideriamo 19MUSD del 1994 [9] pari ad almeno 35MUSD odierni. Mentre ce ne vogliono almeno 60 per l’ultima versione E/F, sviluppata per gli Emirati Arabi Uniti [11].

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F-16 in alto a sinistra, poi F-117 e A-10 in senso orario

  • A-10

Progettato senza compromessi per l’attacco al suolo è figlio delle difficili esperienze vietnamite. Risale anche lui agli anni ’70 ed è stato pensato per cavarsela negli inquietanti scenari che andavano di moda quegli anni.

Costruito attorno ad un mostruoso cannone, A-10 è temutissimo da tutti quelli che se lo sono trovato a zonzo sopra la testa [19, DefenceIssues blog]; inoltre è in grado di restare in volo per ore dove richiesto fornendo appoggio alle truppe di terra che quindi tendono a vederlo con un certo favore. Di concezione spartana sembra sia l’unico aereo occidentale in grado di operare dalle piste semi preparate afgane ex-sovietiche senza per questo autodistruggersi.

Di recente A-10 è stato oggetto di una campagna volta a pensionarlo onde destinare i fondi risparmiati su nuovi avanzatissimi programmi: il tutto ha causato una certa agitazione per cui alla fine A-10 dovrebbe restare in servizio almeno fino all’entrata in servizio di F-35, lo scalpitante erede [10]. Sortie rate pari a 1,4 con prezzo sui 20MUSD [9].

  • F-117

Nato in piena guerra fredda da un piccolo gruppo di geniali progettisti della Lockheed soprannominato “skunk works”, F-117 è uno stealth puro senza compromessi; delicato, complesso e difficile da pilotare è diventato l’aereo stealth per antonomasia nell’immaginario collettivo. Particolarmente indicato per bersagli fissi e di valore, in missione vola solo di notte. Attualmente fuori servizio, ha passato le consegne a vari aerei, droni inclusi, ma si dice che solo F-35 potrà essere il suo degno successore. Sortie rate pari a 0,7 al costo di 111MUSD del 1994, circa 190MUSD del 2016 [9].

Si tenga conto che i differenti valori di sortie rate rispecchiano anche la flessibilità dei velivoli: F-16 ed A-10 possono essere schierati in basi anche improvvisate e relativamente vicine al fronte, risparmiando così preziose ore di volo per arrivare sui cattivi di turno, il tutto con evidenti benefici sul sortie rate.

F-117 al contrario ha diverse pretese in più: piste adeguate, un pesante supporto logistico e tecnico ed infine un adeguato contorno di sicurezza e di segretezza (Kosovo docet), che solo basi relativamente lontane dagli eventi possono offrire. Durante Desert Storm gli

F-117 dovevano sorbirsi missioni di svariate ore con diversi rifornimenti in volo, il tutto con evidenti impatti negativi sul sortie rate.

Estremamente gravosa in termini di ore sarebbe addirittura la pianificazione stessa delle missioni volte a sfruttare appieno l’elemento stealth: secondo il GAO tale fattore potrebbe essere così limitante da rendere tutti gli altri fattori sopracitati ininfluenti.

Infine una curiosità con un tocco di giallo: il GAO lamentava che i dati in loro possesso su un ampio numero di azioni condotte da A-10 fossero “poco chiari o inaffidabili”, motivo per cui il numero delle sortite “potrebbe” essere sottostimato. Nonostante ciò il sortie rate di A-10, definito aereo “low cost”, risulta essere è il più alto tra tutti i velivoli presenti a Desert Storm.

Di fronte a questi numeri si capisce come la già citata operazione Inherent Resolve, forte di un imbarazzante sortie rate pari a 0,2 , non sia riuscita ad incidere granché sull’andazzo terrorista in Siria [12].

AMX IN AFGHANISTAN

Aereo schifato dagli appassionati sembra invece in grado di fare né più e né mano il suo dovere, ossia quello per cui è stato progettato, senza infamia e senza lode; merito di cui non tutti i “dipendenti statali” possono vantarsi. Concepito a cavallo degli anni 70 e 80 in un periodo di fervente creatività, è pensato per l’attacco al suolo anche se non in modalità così esasperata come A-10 o SU-25.

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AMX, soprannominati “Toponi” dal personale di servizio, in volo sull’Afghanistan

(Aeronautica Militare)

Un bel giorno, in ossequio alla chiara ed indipendente politica estera italiana, i “Toponi” si sono ritrovati in Afghanistan: lunghe missioni, anche di notte, con una malefica e finissima polvere che si infila dappertutto nell’aereo.

Proverbiali e ben noti sono gli sforzi Italici nel non dare nessuna notizia in merito all’attività “operativa” delle missioni all’estero, o di darne il meno possibile: tale fatto già di per sé denota una certa confusione di base che consiglierebbe di chiudere tutto e portare a casa baracca e burattini in men che non si dica, per mettersi a meditare sull’utilizzo delle Forze Armate.

Tuttavia qualche numero se lo lasciano scappare: ecco quindi che salta fuori che I Toponi mettono lì le loro brave ore di volo per anni di fila garantendo un sortie rate pari a 0,5 [13]. Anche lui è destinato a passare il testimone a F-35, oggi potrebbe costare sui 30MUSD.

IL RAGAZZO PRODIGIO: F-35

Vediamo ora la nostra giovane promessa che purtroppo ancora si dibatte nella sua fase di sviluppo; infatti F-35 non si è mai trovato a dover lavorare in uno vero ambiente operativo, lontanissimo dalle basi di “casa” e usando munizionamento reale su cattivissimi tizi che ti sparano addosso tutto quello che hanno sottomano non appena gli capita l’occasione.

Tuttavia i dati in termini di ore di volo non mancano per una stima, inoltre anche la volontà della direzione JSF di far volare quanto più possibile la flotta è fuori discussione; quindi proviamo a calcolare la capacità di F-35 nel produrre sortite, ipotizzando una “sortita standard” la cui durata sarà pari a 1,5 ore.

  • 2012: la fonte è un lavoro del già noto OT&E [14], che indica in 0,3 il sortie rate dei velivoli Block1B da marzo a dicembre 2012 (2.450 ore di volo della flotta).
  • 2014: 13.324fh (fliyng hours, ore di volo), 90 aerei [3, pagg.59-60], sortie rate pari a 0,29.
  • 2015: 18.458fh, 134aerei [2, pagg.61-62], si ottiene un sortie rate pari a 0,27.

In tutti e tre i periodi considerati, il sortie rate di F-35 si aggira intorno a 0,3 ;tuttavia visto che potremmo anche aver sbagliato di brutto la stima, proviamo a vedere come è andata in un’esercitazione di pochi giorni, in cui ci aspettiamo un drastico aumento del sortie rate.

Esercitazione STEEL KNIGHT, California, 8-16 Dic.2015

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Marines armati con scope e spazzoloni alla Steel Knight (SNAFU blog)

I Marines decidono di verificare l’operatività di 8 F-35B da una pista costruita ex novo che riproduce un aeroporto improvvisato, vicino ad un ipotetico fronte, da cui lanciare missioni di supporto alle truppe. Uno scenario sicuramente impegnativo con l’ìmpiego di armi inerti ed equipaggiamenti vari.

Dopo 17 giorni di lavoro con bulldozer e ruspe, circa 60ton di mattonelle posate per creare pista e piazzole varie, finalmente tutto è pronto per accogliere gli aerei e cominciare l’esercitazione.

Il distaccamento di Mairines riesce a compiere 28 sorties contro le 61 pianificate, escludendo i voli di andata e ritorno e i voli di messa a punto in loco.

La sfortuna infatti si accanisce: forti venti, indisponibilità degli aerei e litigi con il super computer logistico ALIS, sono le cause della cancellazione di diverse missioni.

La manutenzione emerge subito come gravosa e delicata: 2 aerei si “mangiano” dei SASSI (!?) nella presa d’aria del motore danneggiando alcune palette del compressore; i Marines non si fidano e fanno arrivare letteralmente “al volo” dalla costa est un tecnico della casa produttrice del motore che riesce a riemettere in pista i 2 aerei dopo attenti e scupolosi esami. Un terzo aereo, anche lui con problemi al motore, viene invece rispedito alla base di partenza e sostituito con un altro.

Facendo due conti si ottiene un sortie rate surged pari a 0,35 [cfr.2, pag.70], confermando in sostanza lo 0,3 stimato in partenza: una sortita ogni 3,3 giorni quindi, non esattamente il massimo ma che lascia ben sperare in un miglioramento, lasciando nel frattempo ampi margini di relax e studio ai piloti.

Sorge infine spontanea la domanda: “ma che ci sono andati a fare i Marines in mezzo al deserto a far mangiare sassi ad aerei da 200MUSD?”

In proposito circolano idee originali, la più stramba ipotizza che l’alto numero di foto, video e interviste al personale siano la prova di una sottile operazione mediatica in stile Hollywood [15].

Ne sarà valso la pena? Ma certo che sì, F-35 appare infatti sempre più innarestabile, anche se capire quanto costa è un vero rebus, tuttavia quello che è certo è che non F-35 non è affordable come si può vedere dal conto di seguito riportato che è stato presentato al Congresso USA [15].

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Modification” è in buona parte l’impatto delle riprese (retrofit), grazie al’impostazione molto spinta in termini di concurrency [1].

Le stime più recenti del GAO prevedono a regime una forchetta probabile tra 130 e 150MUSD per un F-35 “medio” riferendosi al mix ordinato. Escluse però le riprese, R&D e tutti i vari gingilli necessari per far girare F-35: simulatori, attrezzature ad hoc, il mega computer logistico ALIS, Block4 e chissà quant’altro.

Secondo il SAR 2015 [16], nel 2015 Israele e Corea hanno chiuso ordini per F-35A a 152MUSD e 157MUSD, 33pz e 40pz rispettivamente.

Quindi considerare 160MUSD per un F-35A sembra ragionevole.

Interessanti sono anche i costi di gestione dei velivoli USAF, da dove emerge che “stealth” è si bello ma molto impegnativo in termini di risorse.

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Per F-35 le stime più recenti del CPFH parlano di 40kUSD, circa il doppio di un F-16 [18].

Quindi? Ha ancora senso paragonare un F-35 con un F-16 oppure con un AMX?

Bella domanda. Tuttavia, visto che tra un F-16 ed un F-35 il rapporto di costo è di 1:4,6 delle differenze potrebbero anche saltar fuori masticando un po’ di numeri in modalità “easy/pronti-via!”

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Però, ma guarda il Topone che si mette dietro i due STEALTH!!!

By Mr Y su http://liberticida.altervista.org/

NOTA per Nutrie, troll e imbecilli vari, siete liberi di commentare, ma è chiaro che l’articolo è stato scritto non da dilettanti, ma da ingegneri aerospaziali, ci sono pure  i link, se potete evitare di rendervi ridicoli è molto meglio.

Nuke.

 Link:

1: F-35 tra complessità e concurrency engineering

2: OT&E JSF FY-15
http://aviationweek.com/site-files/aviationweek.com/files/uploads/2016/01/DOT%26E%202015%20F-35%20Annual%20Report.pdf

3: OT&E JSF FY-14
https://www.documentcloud.org/documents/1667970-2014f35jsf.html#document/p21/a205884

4: ANALISI DIFESA
http://www.analisidifesa.it/2015/10/se-i-russi-fanno-gli-americani/

4.1: White House, Press Briefing by Press Secretary Josh Earnest, 9/8/2015

5:MINISTERO DELLA DIFESA RUSSO
http://eng.syria.mil.ru/en/index/syria/news/more.htm?id=12071868@egNews

6: Monografia “I Sukhoi da attacco”, Delta Editrice

7: SU-34 COST
http://www.upi.com/Business_News/Security-Industry/2008/01/14/Russia-producing-new-Su-34-bombers/UPI-74801200352690/

8: SU-30 COST
http://www.business-standard.com/article/current-affairs/rafale-in-storm-clouds-parrikar-says-iaf-can-make-do-with-sukhoi-30s-114123100706_1.html

9: GAO/NSIAD-97-134 Operation Desert Storm Air Campaign

10: A-10 saved
http://www.pogo.org/straus/issues/weapons/2016/a-10-saved-by-congress-but.html

11: F-16 COST
Rivista Italiana Difesa, luglio 1998.

12: ANALISI DIFESA
http://www.analisidifesa.it/2016/01/10-mila-raid-aerei-della-coalizione-contro-lisis-in-500-giorni/

13: MINISTERO DELLA DIFESA
http://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Afghanistan_AMX_5000.aspx.

14: OT&E 2013
http://pogoarchives.org/straus/ote-info-memo-20130215.pdf

15: Steel Knight & Cost
http://www.defense-aerospace.com/articles-view/feature/5/169774/exercise-raises-questions-about-marine-corps-f_35b-plans.html

16: SAR 2015
https://fas.org/man/eprint/F35-sar-2016.pdf

17: USAF CPFH
http://www.pogo.org/straus/issues/weapons/2016/a-10-saved-by-congress-but.html

18: F-35 CPFH
https://www.flightglobal.com/news/articles/f-35a-cost-and-readiness-data-improves-in-2015-as-fl-421499/

19: Si veda il blog DefenceIssues