Chi è il vero proprietario di Huawei?

Ciao ragazzi, sono tornato,, per dirlo in termini tecnici (Papillon docet) : “Sono ancora vivo, bastardi!”.

Oggi parliamo di telefonini, ovvero della mitologica Hawuei, colosso “Privato ” cinese attivo nei telefonini, ma principalmente nelle reti di interconnessione. Il vero problema per gli americani è che Huawei fa concorrenza ad altre aziende del settore, come Cisco, per esempio, e lo fa con una politica dei prezzi molto aggressiva: ovvero vende a metà prezzo rispetto al simpatico e lucroso cartello messo in piedi dalle aziende occidentali. Tutto lì.

I Giornaloni e le famose Puttanazze insistono sul fatto che “Huawuei è controllata dal governo cinese”. Problema di sicurezza dicono, come se per noi comuni mortali cambiasse poi tanto se è il governo cinese a spiare illegalmente le nostre telefonate al posto di quello americano. Beh, si, per le grosse aziende americane e per i politici di Washington fa differenza, eccome.

Però non è facile dimostrare che la conglomerata cinese sia controllata direttamente dal governo di Pechino, dato che i cinesi, come i russi hanno una inveterata abitudine a fare le cose “legalmente”, abitudine del tutto disattesa dai “democraticissimi” Stati Uniti.

Ovvero il governo cinese non potrà mai controllare illegalmente una azienda privata, dato che le loro stesse leggi lo impediscono. E loro alla forma ci tengono.

Ma torniamo alla struttura societaria.

Huawei Technologies è la società principale, controllata al 100 per cento da Huawei Investment & Holding:

Questa holding, a sua vota è in mano a due proprietari:

Ren Zhengfei, il fondatore della società, con il 1,14% delle azioni.

Huawei Investment & Holding Trade Union Committee, società che controlla il restante 98,86%.

Secondo il fondatore la società sarebbe controllata dai dipendenti, ognuno dei quali possiede una piccola quota della società stessa. ma non è vero. Ogni dipendente partecipa a parte degli utili e verosimilmente può eleggere alcuni rappresentanti all’interno del comitato direttivo del Commitee, ma niente di più. Dato che la società stessa appare una via di mezzo tra una cooperativa e un sindacato appare chiaro che alla fine chi regola il funzionamento della società stessa non è altro che il Partito Comunista Cinese, anche se formalmente la società rimane privata.

E il gioco è fatto, alcuni burocrati ed ispettori eletti direttamente dai sindacati locali su indicazione di Pechino bastano ed avanzano per controllare dall’interno tutta la società, che fattura oltre novanta miliardi di euro, con oltre novantamila dipendenti. E il “povero” Rhen, con oltre un miliardo di euro di fortuna personale non è altro che il “capo della cooperativa”, ovvero colui che si occupa di far guadagnare di mandare avanti la baracca, che non è assolutamente sua.

Per finire il logo della società, un fiore con otto petali. Il numero otto, ba, è il numero fortunato per eccellenza, secondo i cinesi. E il nome stesso della società, scritto con i due simboli 华为, ha molti significati. Il primo simbolo prima di tutto si riferisce al fiore. Lo stesso fiore che vedete nel logo. In secondo luogo è anche il simbolo della magnificenza. Il secondo simbolo invece rappresenterebbe l’idea della vittoria e del successo ma anche, come il primo simbolo, l’idea di un fiore che si espande.

Un fiore o una ragnatela?

By Nuke di Liberticida e OraZero