Bloomberg e lo shale gas, quando la vita dell’analista economico diventa un arrampicarsi sugli specchi.



Upton Sinclair, uno che la sapeva lunga, diceva:
It is difficult to get a man to understand something, when his salary depends on his not understanding it.”
Ovvero :
E’ difficile far capire ad un uomo qualcosa, quando il suo salario dipende dal non capirlo”.
Visto che il mio magro salario non dipende assolutamente dal non capire qualcosa, mi sento libero di pensare e dire quello che mi pare.
Per cui vi espongo il “pensiero” di Tom Randall, un eminente giornalista di Bloomberg.
Fino a pochissimi mesi fa i giornalisti di Bloomberg e di altre testate magnificavano il continuo aumento dei pozzi di gas e petrolio “shale” statunitensi come di un chiaro indizio dell’aumento “bellissimo” ed esponenziale della produzione statunitense.



Ahi, il diavolo, sotto forma dei sauditi cattivi, ci ha messo lo zampino, e ha fatto calare il prezzo del petrolio, e di brutto.
Nel grafico potete vedere come è calato altrettanto di brutto il numero dei nuovi pozzi in fase di trivellazione.
Poco male direte voi, per quanto riguarda la produzione di greggio.
Se fossero pozzi di petrolio tradizionali, che producono per decenni, certo, ma i pozzi shale esauriscono la loro potenzialità entro sei mesi, un anno al massimo, per cui…
Il buon Randall, invece capisce che il calo del numero dei nuovi pozzi è un buon segno, e con un fantastico articolo pubblicato su Bloomberg, cerca di convincerne il mondo.
Certo, Tom, ovvio, la tecnologia di estrazione è migliorata, per cui i pozzi si esauriranno prima, le nuove trivellazioni si sono concentrate nei giacimenti più redditizi, quindi gli altri giacimenti sono una sola, ecc.ecc.
Ma il lavoro di Tom non è quello di spiegare agli investitori vantaggi e svantaggi della tecnologia shale, ma quella di convincere gli investitori stessi che non c’è problema.
E non convincerli per tanto tempo, solo per pochi mesi, non appena i “grandi” si saranno liberati dei “titoli tossici”, la verità potrà venire a galla, del tutto “inaspettata”.

Ma io sento fortissimo lo stridio di unghiette che provano ad arrampicarsi sugli specchi.

P.S. se fossi una delle persone che comandano negli Usa e che dicono a Obongo cosa fare, cercherei di trovare una soluzione.
Alcuni pazzoidi di un paese africano dovrebbero far casino. Un certo paese europeo, retto da un politico fanfarone ed esibizionista ( non Hollande) dovrebbe essere spinto ad un intervento militare, “per difendere i propri interessi”.
Ma i militari ital.. ehm , del paese europeo, scoprirebbero che la resistenza degli integralisti è “leggermente” superiore a quanto ci si aspettava.
Risultato? impianti petroliferi distrutti, produzione di petrolio in calo e prezzi alle stelle.
E tutti sono contenti, tranne gli africani colpiti dalle bombe e i militari del paese europeo che tornano a casa con i piedi in avanti.