Avvenimenti PaZZi: Una storia di merda, ovvero come ad azione corrisponde reazione.

Il protagonista di questa storia, ben documentata e risalente ad oltre cento anni fa è la merda, nel senso di escrementi che riempivano le strade delle grandi città del passato. SI parla di città americane, eper via dell’incredibile numero di documenti relativi a quel periodo, ma lo stesso vale per le grandi metropoli europee, come Parigi e Londra. Lo scopo di questa disgressione è come i grandi cambiamenti sociali ed economici siano forieri di conseguenze e come i diktat dello stato non siano capaci di risolvere un problema senza grandi cambiamenti economici: ogni riferimento al delirio green, alla proibizione dei motori a combustione interna e al sogno del rinnovabile sono puramente e del tutto casuali.

Stati Uniti, fine diciannovesimo secolo

La popolazione della città di New York cresce in modo geometrico, già alla fine del diciannovesimo secolo la popolazione era di diversi milioni di persone.

Tutte concentrati in spazi incredibilmente piccoli. Orbene tutta questa gente aveva bisogno di cibo, carbone vestiti ed altro.

Una quantità incredibile di carri e carretti che andavano su e giù trasportando merce. Un rumore incredibile,

Incidenti e, soprattutto una puzza asfissiante. I cavalli si sa mangiano molto, e defecano con altrettanta regolarità.

Il problema era anche lo smaltimento delle carcasse dei cavalli morti. ce ne erano duecentomila nella città, a fine secolo. uno ogni diciassette abitanti. Ognuno defecava per le strade almeno dieci chili di prezioso prodotto. Duemila tonnellate al giorno.

Nel 1894inizia quella che viene chiamata la “crisi del letame” ondate maleodoranti di escrementi riempiono le strade, nascono i marciapiedi rialzati tutt’ora presenti nelle nostre città e si creano quei primi piani rialzati, tanto caratteristici dei vecchi palazzi londinesi e americani. una necessità di separare la abitazioni dai liquami.

Ma non è la situazione che ci interessa, come mai il problema non esisteva negli anni precedenti?

Semplice, una serie di professionisti prima raccoglievano gratuitamente gli escrementi dei cavalli e li portava agli agricoltori per concimare i campi. Milioni di persone necessitano di colture intensive.

La “great dung crisis” del 1894 fu la primi dai una grande serie di crisi simili, che colpì tutte le grandi città americane. Il ltame invadeva le strade, i topi ci scavavano gallerie dentro, e le mosche erano dappertutto.

Il liquame durante le pioggie invadeva gli scantinati e i primi piani delle abitazioni.

Ma la vera causa della crisi non era l’aumento della popolazione ma l’arrivo di un escremento più pregiato sul mercato.

Nel 1609, il conquistatore spagnolo Garcilaso de la Vega scrisse il libro Comentarios Reales , in cui descriveva molte delle pratiche agricole Inca . prima dell’arrivo degli spagnoli in Sudamerica . Fu in questo libro che menzionò per la prima volta che gli Incas, in assenza di mucche e cavalli, usavano come fertilizzante altamente efficace escrementi di uccelli pietrificati, che estraevano nei loro luoghi di nidificazione.
Questo prodotto si chiamava ” guano”. De la Vega ha descritto che gli Incas raccolgono massicciamente il guano sulla costa e poi lo trasportano sulle montagne, dove con esso fertilizzano gli appezzamenti.
All’inizio del 1800, Alexander von Humboldt propose l’uso del guano come fonte di fertilizzante agricolo. in Europa dopo aver scoperto enormi depositi di guano sulle isole al largo delle coste del Sud America. Al momento della sua scoperta , il guano su alcune isole giaceva in uno strato profondo più di 30 metri.
Tuttavia, il commercio internazionale di guano iniziò solo dopo il 1840. Nel 1880, il mercato internazionale del guano era già di decine di migliaia di tonnellate all’anno. Gli Stati Uniti ne sono diventati uno dei principali consumatori..

All’inizio del ventesimo secolo i depositi di guano erano già praticamente esauriti e vennero scoperti nuovi sistemi per ricavare prodotti azotati dall’atmosfera e giacimenti di fosforo ( ma quella è una altra storia che vi racconterò, cavalli golosi), Il guano era un fertilizzante migliore, più facile da utilizzare e che richiedeva meno lavorazione rispetto al letame, per concimare i campi.

Quindi non fu il letame dei cavalli a permettere agli agricoltori di concimare i campi, ma il guano proveniente dal Sudamerica a permettere la creazione delle metropoli di inizio novecento. Azione e reazione.

I sindaci e gli amministratori delle grandi città, quando si accorsero che il letame da risorsa era diventato rifiuto cercarono di risolver il problema, ma trasportare miglia di tonnellate di prodotto in discarica sembrò essere un problema irrisolvibile, per quanti “decreti sullo spandimento del letame” e quante grandi organizzazioni si sforzassero. Troppo costoso .

Eppure , prima dell’avvento delle automobili, decenni dopo, il problema era praticamente risolto. Cosa era successo? Semplice, grazie ad una feroce industrializzazione e all’immigrazione di europei, avvenuta in quel periodo le grandi aziende manifatturiere avevano modo di produrre manufatti metallici in grande quantità. Il carbone diede il via al trasporto su rotaia e l’elettrificazione a grandi linee di filobus. Il numero dei cavalli diminuì, e il fumo delle ciminiere sostituì il puzzo del letame. Senza guano e carbone niente metropoli.

Ovviamente , cari ragazzi nessuno vi racconterà di questi avvenimenti da questo punto di vista, i picoretti diranno “come per magia ad un problema si trova una soluzione”. No, bambini, serve energia a basso costo, non lampade a basso consumo e termostati impostati a diciassette gradi.

E questa conclude la storia di due “grandi picchi di merda” di fine ottocento , rispettivamente l’epopea del guano e a quella della merda di cavallo, e di come spesso le cose non sono come sembrano.

Credete che con le auto elettriche le cose andranno così bene?

Non credo proprio.

By Nuke il Cantore del Guano di Liberticida e OraZero

link golosi:

https://en.wikipedia.org/wiki/Great_horse_manure_crisis_of_1894

https://www.uu.nl/en/research/urban-futures-studio/initiatives/mixed-classroom-techniques-of-futuring/mobility-museum-2050/the-great-manure-crisis

Joel Tarr and Clay McShane, “The Centrality of the Horse to the Nineteenth Century American City,” in Raymond Mohl, ed., The Making of Urban America (New York: SR Publishers, 1997), pp. 105–30.

Ralph Turvey, “Work Horses in Victorian London” at www.turvey.demon.co.uk.

https://books.google.it/books?id=5t8JAAAAMAAJ&pg=PA46&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false