Alexis Tsipras, il volto nuovo della politica italiana, perlomeno della sinistra.

Oggi parliamo della lista Tsipras, ovvero del leader che manca alle sinistre.

Non m dilungherò su Alexis, i giornali e i blog italiani scrivono tanti articoli su “chi è Tsipras” e  discutono sulle sue strategie e sul suo partito , che in Grecia è arrivato dal 2 al 26 percento.
Io vado controcorrente, vi dico chi non è Tsipras.

Non è Renzi , non è un antieuropeista e non è neanche italiano.

Per continuare a spiegarvi chi non è Tsipras, proviamo a farvi leggere un suo intervento :

“Compagni,<br /> mentre il movimento progredisce, all’interno della aggrovigliata matassa di scontri politici e conflitti sociali, all’interno delle vittorie e sconfitte della lotta di classe e della sua influenza sulla realtà materiale e sulla mentalità delle persone, dobbiamo sempre discernere e individuare il punto decisivo, il punto chiave che ci aiuti a capire come procedono le cose, in modo da poter intervenire in modo decisivo.
Quale è questo punto oggi?
Sappiamo che la stragrande maggioranza di coloro che sopportano il peso opprimente del Memorandum hanno maturato, e continuano a maturare sempre più giorno dopo giorno, la convinzione che i loro sacrifici non li stiano conducendo a nulla, se non a nuovi sacrifici.  Conosciamo la rabbia, la resistenza, la disperazione, le mobilitazioni, i movimenti, le esplosioni – tutti i fenomeni di una società che viene schiacciata sotto un’enorme pressione.
In una parola: sappiamo che i Memorandum non hanno alcun consenso sociale, che coloro che sono colpiti da essi li rifiutano.
Ed è proprio a causa del rifiuto del popolo, che una guerra sporca di paura, terrorismo, menzogne, estorsione internazionale e minacce interne è stata scatenata contro di loro.
Ma ancora oggi loro continuano a rifiutare i Memorandum. Punto. Come fanno sempre più persone, con più forza, ogni giorno.
Questo è il fattore decisivo, il fattore che ha generato cambiamenti radicali della scena politica e nell’equilibrio del potere politico.
Vi è, tuttavia, un elemento nuovo, che dobbiamo notare, valutare e prendere in considerazione, perché richiede più vigilanza, determinazione e un maggiore senso di responsabilità da parte nostra. Questo nuovo elemento è il seguente:
Oggi non sono solo le persone in basso che non vogliono i memorandum, ma anche quelli al vertice, che non riescono più a contenere le loro conseguenze. Non ce la fanno più. E questo è di enorme importanza. Il governo Samaras è consumato.
Questo governo è così violentemente contrario alla volontà della grande maggioranza del popolo, alla volontà della società, che viene eroso ogni giorno. Viene mangiato dai conflitti interni, frantumato da ripercussioni morali, e diventa sempre più sensibile al dispotismo, alla propaganda grigia e nera, all’uso della provocazione come arma politica, e anche alla limitazione della democrazia, proprio perché non riesce a  governare in qualsiasi altro modo.
E più diventa lampante come i governanti non possano gestire la situazione, più pericolosi essi diventano. Se questa valutazione è corretta, e sono fermamente convinto che lo sia, siamo nel momento più delicato per il paese dalla fine della dittatura.
Abbiamo davanti a noi un governo che sta marcendo, così come stanno marcendo le istituzioni necessarie per assicurare la normalità democratica e l’equilibrio sociale. Un governo che è al suo ultimo respiro, e sostenuto con le stampelle straniere, con il risultato che la stessa democrazia è compromessa. Un governo che, tuttavia, come un contractor, deve completare il progetto di demolizione per cui è stato selezionato, con il supporto di usurai internazionali e profittatori nazionali, che vedono nei memorandum la loro grande occasione non solo per aumentare ma per consolidare i loro profitti, e per esercitare un controllo soffocante, totalitario e assoluto su tutto il paese.
Possiamo quindi aspettarci il peggio.
E dobbiamo essere pronti ad affrontare il peggio con calma e determinazione, con perseveranza democratica e la consapevolezza del fatto che tutti i mezzi saranno utilizzati per impedire alla sinistra e ai suoi alleati di conquistare il governo del paese.
La macchina è già pronta e attiva, gli scenari sono in fase di elaborazione, i piani del governo sono in preparazione per garantire che la stessa politica prevalga sotto qualsiasi nuovo governo. E per evitare le elezioni. Stanno già lavorando su nuove misure anti-democratiche. Un gruppo ristretto attorno al signor Samaras sta cercando di presentare Syriza come un nemico interno e di mobilitare le riserve da parte dello Stato e del para-giornalismo per diffondere insinuazioni, calunnie e dicerie infondate. Il loro piano è stato un fallimento totale. Perché eravamo pronti e vigili. Perché siamo stati determinati e saremo impietosi con quelli che vanno oltre i limiti della decenza. Ma anche perché il loro piano è stato contestato sia dalla maggioranza dei cittadini che dai loro stessi dirigenti di partito. Li invito a fare sul serio. Lo Stato non ha più i piani segreti anti-comunisti e anti-sinistra , né il contesto internazionale è quello che era negli anni 1950 e 1960. Niente assomiglia a ciò che hanno nelle loro menti. È per questo che si sono resi ridicoli.
Questi fatti, credo, determineranno anche la nostra tattica per l’immediato futuro. Il conto alla rovescia per il grande rovesciamento è iniziato. Il conto alla rovescia è iniziato per la Sinistra – per il blocco di forze sociali e politiche che propongono, lottano e combattono per un’altra politica, radicalmente diversa da quella di oggi – per assumere la loro grande responsabilità. Noi siamo già pronti ad assumerci le nostre responsabilità. E non permetteremo a nessuno di provare a fermare il progresso del paese verso una rivoluzione democratica. […]

Siamo nel 2014, un politico che intende candidarsi per la presidenza del consiglio europeo che inizia con la parola “compagni”.
Ne è convinto , lui ha lottato e ha preso i voti , e cerca di consolidare il potere.
Io personalmente appartengo allo schieramento politico opposto , ma non posso fare altro che notare un politico che riesce a prendere tanti voti come estrema sinistra, con la parola “compagni”, che in Italia è diventata quasi un tabù.

Con delle sinistre litigiose, piene di protagonisti e prime donne, ognuno convinto di conoscere la sola ed unica strada per arrivare al futuro meraviglioso che si meritano.
E queste forze frammentate, disunite, in una Italia che ha perso la strada, si perdono anche loro , non parlano più di “rivoluzione” , ma di “evoluzione” ovvero invece di cambiare il mondo che li circonda vogliono cambiare loro per adattarsi alla realtà.

Tsipras no, lui ha capito che in Questa Europa dello spread e del deficit allo 0,5% non si cambierà mai niente l’immobilismo è diventato costituzionale, imprescindibile.
Spendi di più? Devi tagliare.
Incassi di meno? Devi tagliare.
 
Come un uomo che sale una scala con un peso sulle spalle, quando non ce la fa più si taglia un braccio per essere più leggero, e continua, sempre con lo stesso peso, felice.

Le scelte di Tsipras, come di qualsiasi politico che vuole cambiare qualcosa, sono quelle o di alleggerire il peso , oppure di lasciar perdere , buttare giù tutto e passare a qualcos’altro.

Ma Tsipras non è italiano, e anche una sua improbabile vittoria alla presidenza della commissione europea non cambierebbe molto le cose, sono i singoli stati e la banca centrale a decidere, non i burocrati di Bruxelles.

Non è italiano ed è riuscito a riunire intorno a sé personaggi importanti, che lo sostengono, tipo :

Mario Agostinelli, Andreina Albano, Gaetano Azzariti, Giuliana Beltrame, Alberto Burgio, Loris Campetti, Luca Casarini, Franco Chiarello,Giovanni Carrosio, Furio Colombo, Gildo Claps, Emmanuele Curti, Giorgio Dal Fiume, Marco D’Eramo, Tommaso Di Francesco, Monica Di Sisto, Andrea Di Stefano, Gianni Ferrara, Carlo Freccero, Francesco Garibaldo, Domenico Gattuso, Alfonso Gianni, Alessandro Gilioli, Paul Ginsborg, Fabio Grossi, Leo Gullotta, Monica Lanfranco, Teresa Masciopinto,  Katia Mastantuono, Valerio Mastandrea, Antonio Mazzeo, Sandro Medici, Tomaso Montanari, Roberto Musacchio, Maso Notarianni, Giovanni Orlandini, Moni Ovadia, Giovanni Palombarini, Giorgio Parisi, Angela Pascucci, Emanuele Patti, Fulvio Perini, Tonino Perna, Paolo Pietrangeli, Nicoletta Pirotta, Felice Roberto Pizzuti, Gabriele Polo, Gianni Rinaldini, Tiziano Rinaldini, Umberto Romagnoli, Riccardo Rossi, Edoardo Salzano, Antonia Sani, Andrea Segre, Patrizia Sentinelli, Stefano Sylos Labini, Anna Simone, Massimo Torelli, Giolì Vidigni

e tanti , infiniti altri.

Pesa l’ombra ingombrante del Sel , con il suo leader che si è perfino troppo abituato alle lusinghe del potere e della necessità di arrivare a compromessi.
Ma tutti questi infiniti nomi, questi intellettuali, tutte persone degne con la rata dell’automobile da pagare , non sono riusciti a tirar fuori un leader credibile e carismatico, un uomo (o anche donna) che creda davvero di poter fare qualcosa , e in grado di convincere le masse.

Perchè le elezioni non si vincono con tanti appoggi, con una intellighezia smisurata e preparata che ti sostiene, si vince con i voti.
I voti della gente, quello stupido gregge di pecore che deve mettere la crocetta in un posto piuttosto che in un altro.

E non è difficile, basti pensare al successo dell’imbonitore Renzi, che passa il tempo a pesare soldi e posti da sottosegretario con il bilancino.
Invece di pilotare la nave in un mare in burrasca si è messo a fare il bottegaio, passa tra gli scaffali, mette i cartellini dei prezzi e fa i conti , cercando di farli quadrare, e urla “sto cambiando il mondo”, con quello sguardo un po’ spento e la lingua pronta.

Quello che manca alla sinistra non è l’opportunità, non è l’ideologia, e neanche i soldi,.

Gli manca soltanto un leader , qualcuno che riesca a tenere insieme tante teste fantasiose e ribelli e che possa parlare alla gente con parole semplici.

E’ quello che manca anche alla destra italiana, loro non solo non hanno i leader, ma neanche gli intellettuali, si sono ridotti ad un patetico gruppo di relitti del passato e di personaggi da avanspettacolo, che recitano slogan che nessuno capisce più.

Cosa ci rimane, a noi frange estreme , idealisti di non si sa cosa, se non sperare  in qualcuno , un deux ex machina che risolva  il finale di una commedia incagliata?

Ben venga Tsipras, ben venga qualcuno, qualcosa che ci salvi da noi stessi, che, magari, riesca a cambiare , che decida se è meglio un’Europa veramente unita o nessuna Europa, piuttosto che la trista unione bancaria di adesso.

E che ci salvi dai leader con la calcolatrice e il bilancino, per favore.