Alcune riflessioni sul problema dell’ISI, religiose e geografiche, notizie molto brutte in arrivo.

Air strikes map
La BBC è uscita alcuni giorni fa con questa mappa, leggermente obsoleta, ma ancora attuale.
La notizie è che le centinaia di attacchi Usa e di altri paesi non hanno sortito effetti, i guerriglieri dell’IS (o ISIS, o come diavolo si fanno chiamare adesso, continuano ad avanzare verso Baghdad e verso le città controllate dai Peshmerga, ovvero i ribelli curdi, improvvisamente diventati “buoni” per gli occidentali ( non tutti, credo che i turchi abbiano qualcosa da dire in proposito).
Ho cercato di capire come mai questi “terroristi” siano diventati così potenti in determinate zone, e non in altre.

Praticamente spadroneggiano nel centro nord dell’Iraq e nel nord ovest della Siria, e evidentemente anche spalleggiate dalle popolazioni locali.

La prima mappa che vi propongo è emblematica, le zone in oggetto sono sunnite. una delle due “confessioni islamiche”, e a fianco vedete la macchia arancione degli Sciiti, presenti praticamente in tutto l’Iran, e nel sud dell’Iraq.

Nella seconda mappa vedrete le diffusione delle varie “scuole” coraniche, quella che interessa a noi è la Madhhab (scuola giuridica) Hanafi, in verde chiaro, diffusa appunto particolarmente nelle zone che ho detto, ma non solo…
Gli Hanafi sono diffusi nelle zone controllate dall’ISIS, in Giordania, in Egitto, In Pakistan, Afghanistan in Turchia e in molte repubbliche ex sovietiche.
Paradossalmente il credo “democratico” di questa “scuola” coranica ha creato , e sta creando molti problemi.
Secondo il sunnismo e le credenze Hanafite i leader religiosi e politici devono essere scelti tra i “più meritevoli” e non in base alla diretta discendenza del profeta o in base alle conoscenze dottrinali, come viene fatto da altre scuole.
In pratica i leader della varie comunità , capotribù e simili scelgono tra di loro il leader, quello dotato di più carisma e che segue con maggior fervore il “volere di Dio”.
La fratellanza Musulmana e Al Quaeda sono dirette emanazioni di queste credenze, così come il Salafismo, o “ritorno alle origini”.
Quindi quello che accomuna i ribelli dell’ISIS e i tanti volontari che provengono da tutto il mondo è la fede religiosa, più o meno sono sunniti di scuola Hanafita, e sono fermamente convinti di dover combattere contro il “male”.
Il male è composto da parecchie persone, innanzitutto gli occidentali, primi fra tutti gli americani.
Poi i russi, per via delle loro guerre contro i “fratelli” ceceni e daghestani, a seguire gli appartenenti ad altre confessioni, cristiani, e le sette locali, tra gli altri, se hanno la cattiva idea di vivere e respirare nelle zone sotto il loro controllo.
Un posto d’onore spetta alle altre confessioni musulmane, prima di tutto gli odiati sciiti, poi gli appartenenti alle scuole coraniche Malik e Shafi, e per la loro pretesa di “venerare” le tombe dei santi, da loro ritenuta “idolatria”, moschee e tombe che fanno saltare per aria non appena possono..
Per non parlare dei Sufi e dei Wahabiti, che devono essere uccisi a vista, ma di loro parleremo più tardi.
Oltre a odiare qualche miliardo di persone, potremo trovare questi novelli “terroristi” molto aperti agli appartenenti di altre razze o popolazioni, purchè appartenenti alla lor “versione” del credo musulmano.
Ne è prova la presenza di migliaia di volontari occidentali tra le loro file, addirittura uno dei loro maggiori comandanti militari è un Georgiano, convertitosi nel 2010, quel pazzerello di Abu Omar al Shistani.
Un casino immane, e i malpensanti pensano che all’inizio dietro i fanatici dell’IS ci fossero israeliani, sauditi, americani e turchi.
Tutte nazioni che, muovendosi ognuna in modo indipendente dalle altre, di usare questi “pochi” fanatici come missili Cruise, per destabilizzare la zona e per colpire i “nemici” , tipo il governo iracheno, riluttante a lasciar sfruttare i giacimenti petroliferi dagli USA per un tozzo di pane, e quel simpaticone di Assad che in Siria stava vincendo la guerra.
Il piano, è sfuggito “leggermente” di mano agli ideatori, e i fanatici sembra abbiano messo le radici nelle zone da loro controllate e non abbiano nessuna intenzione di mollare.
In Iraq pare che i combattenti dell’ISIS abbiano trovato l’appoggio dei capi locali delle tribù del nord e nel centro del paese dei resti dei sostenitori di Saddam, ovvero i responsabili del partito Baath, costoro sono stati estromessi dal potere , che è rimasto saldamente in mano alle popolazioni, odiatissime, del sud dell’Iraq, di fede sciita.
In Siria, invece, i fanatici hanno trovato appoggio da parte di color che odiano Assad e gli abitanti del sud della Siria non perché fossero i sostenitori del regime, ma per via della loro fede, “l’eresia” Alauita.
Facciamola breve, si tratta di un problema complicato , di matrice essenzialmente religiosa,e se non si risolve il problema con il tipico sistema “ceceno”, ovvero uccidendo tutti i combattenti fanatici, inclusi i familiari stretti, non se ne esce fuori.
Cosa può succedere se il “califfato” riuscisse a imporsi?
Si formerebbe senz’altro un nuovo stato , che incorporerebbe il centro nord dell’Iraq e il nord est della Sira, e i casini si espanderebbero a macchia d’olio.
Cercherebbero di fare fuori “fisicamente” gli alawiti delle coste siriane, poi si espenderebbero in direzione della Giordania e in Turchia, dove i loro “confratelli dell’Anatolia avrebbero il loro daffare contro l’esercito turco, i curdi e i Sufi diffusi nella zona.
Poi toccherebbe ad alcune zone del Libano e all’Egitto.
Credo anche che in Afghanistan e in Pakistan ci sarebbero problemi maggiori di adesso.
Una vera e propia apocalisse, soprattutto per Israele.
Molti parlano di Israele cone di un paese “amico” di questi pazzerelli dell’ISIS, purtroppo ogni buon appartentente a quei gruppi non parla apertamente contro il governo di tel Aviv, ma non perchè gli sono amici, per loro uccidere un ebreo è un atto dovuto, da farsi senza odio.
Un puro riflesso condizionato.