27 Giugno, in Ucraina è stato firmato il trattato UE, e un aggiornamento sulla situazione

Oggi è una tranquilla giornata, nell’est Europa la solita guerra civile nel Dombass, la solita crisi economica a Kiev e il presidente cioccolataio Poroshenko ra ratificato un bel trattato con l’UE.

Visto che l’Europa è in trattativa per la firma di un bel trattato di libero scambio con gli Usa sarebbe carina analizzare le conseguenze della firma di accordi commerciali tra un pesce grosso e un pesce piccolo.
Ovviamente nel caso ucraino è l’Europa a fare il “guappo del quartierino” nel caso del trattato TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership)…  avete capito.
Ma prima aggiorniamo la situazione in quel di Kiev.

La guerra continua, i “separatisti” ormai è il caso di chiamarli così, hanno preso il controllo di un distaccamento militare ucraino a Donetsk.
Gli abitanti di un villaggio nel’est ucraina, Saurovka, sarebbero stati massacrati dalle milizie ucraine, Kiev non conferma né smentisce, gli abitanti del villaggio sono spariti, e non rispondono più al telefono.
Continua la trionfante risalita dei prezzi, a Kiev gli affitti (bassini a dire la verità, per una capitale) sono stati aumentati del 90%.
Piccoli gruppi di ragazze si stanno allenando  nei parchi della capitale, nel caso ” Scoppi la guerra e i nostri uomini vadano all’est”.

Il solito tran tran , ormai.

La vera notizia di oggi è il trattato di libero scambio (parziale) con Unione Europea, siglato oggi.

Guardate come sono bellini, e come ridono…

E proviamo a vedere questa bella novità dal punto di vista di un imprenditore ucraino che intendesse conquistare il mercato europeo.
Innanzitutto bisognerà partire da questo sito , dove l’Europa ha pensato bene di pubblicare una guida per questo ipotetico investitore ucraino, decisamente ben fatta, tra l’altro.
Ecco i punti principali:

Fine di tutti gli incentivi a tariffe ed energia.
 Le tariffe dei servizi devono essere impostate in base ai prezzi di mercato , ovvero alla domanda e all’offerta.
Fine di incentivi a privati ed aziende per acqua, gas, energia, riscaldamento, affitti e quant’altro.
Gli effetti già si vedono.
E’ anche la fine dei prezzi “politici” che lo stato ucraino pagava (quando pagava) alle aziende produttrici di gas e carbone , alle centrali nucleari e a quelle idroelettriche.
Vi faccio il solito esempio , il governo di Kiev pagava alle aziende estrattrici 68 dollari ogni mille metri cubi, rispetto al prezzo medio europeo di circa 400.
Solo prezzo di “mercato”, da ora in poi, lucrose privatizzazioni in arrivo, tanto alla fine pagheranno gli utenti.
Come al solito gli Ucraini non si sono ancora resi conto di quanti soldi dovranno pagare.

Zona di libero scambio
Ovviamente, non sarà immediata l’abolizione dei dazi, anzi, a ben guardare parte dei dazi per le merci provenienti dall’unione europea rimarranno, mentre verranno sostanzialmente aboliti i dazi per l’esportazione  dall’Ucraina in Europa.
I cambiamenti saranno apocalittici in alcuni settori, per l’industria del tabacco sparirà gradualmente il dazio del 39,7 % per quello importato verso l’UE.
L’abbigliamento proveniente dall’Europa non pagherà più il dazio di oltre 11% precedente, ma uno puramente simbolico, e così via.
Le dogane e le frontiere non spariranno, se non dopo almeno dieci anni.

L’imprenditore ucraino di cui parlavamo dovrà leggersi bene tutti i trattati, comprese le norme sctitte in piccolo, e dovrà rendersi conto di una cosa:
fatta eccezione per alcuni prodotti come automobili e abbigliamento, contingentati, le fabbriche europee potranno vendere liberamente i propri prodotti nel suo paese, e praticamente da subito, con dazi sempre calanti.
Lui non potrà fare lo stesso, i suoi prodotti saranno soggetti a controllo e contingentati, e comunque dovrà armonizzare le normative ucraine con quelle europee, applicare la marcatura CE e etichettare tutto per bene.
Gli vengono dati dai due ai cinque anni di tempo, anni durante i quali il mercato sarà invaso da prodotti europei.
Non ci vuole un genio per capirlo,mentre le aziende ucraine arrancheranno per adeguare sistemi di sicurezza, normative e etichette CE, quelle europee riempiranno  i magazzini e gli scaffali dei negozi.

Si parlerà anche dell’abolizione dei visti per i cittadini ucraini entro il 2015, ma per quello ci sono forti resistenze, c’è chi teme orde di milioni di persone pronte ad espatriare nel Nord Europa.

E la Russia non starà a guardare, e prenderà delle contromisure, probabilmente già dalla prossima settimana.