Decadenza illimitata e sovranità limitata: oltre l’indecenza

Cosa vedi quando chiudi gli occhi? Una leviatanica estinzione nel nulla, il vuoto pneumatico. Multinazionali-Italia: 1-0, Banche-Italia:1-0, Identità nazionale: non classificati, Legalità-Mafia: 1-0, Bruxelles-Roma:1-0, Calcio-Modelle: tutti esperti! Ecco che cosa è un Paese privo di autonomia decisionale, privo di competitività, indebitato, screditato fino al midollo, in costante declino, smantellato, ma dove trionfa l’immigrato.

Perché manchiamo di reazione? Perché la grande percentuale della popolazione è composta da analfabeti funzionali-utili idioti, dove pure la scuola è in declino (Vah, problema che non riguarda solo l’Italia).

Un Paese frammentato e mai integrato che nella recessione si è ulteriormente suddiviso, e non disturbate la casalinga che deve rimestare il Ragoût e annaffiare il Pelargonium. In piena crisi economica non siamo stati chiamati a decidere se accettare una profonda trasformazione legata all’immigrazione di massa e alla fuga di massa dei nostri ragazzi all’estero. Nel lungo periodo la composizione etnica della popolazione si vedrà, e la dobbiamo finanziare pure noi. In questo momento vivono all’estero lo 8,6% degli italiani ovvero oltre 5 milioni e mezzo, di converso le risorse importate sono meno di 4 milioni, a questo si deve aggiungere che ogni anno muoiono di vecchiaia mezzo milione di italiani. Naturalmente gli italiani che se ne sono andati a cercare fortuna all’estero sono la parte migliore e non come nell’Ottocento i più poveri e derelitti. Sempre di converso non abbiamo importato laureati, ingegneri e medici, ma – quando va bene – addetti alle costruzioni, alla manutenzione, all’agricoltura e in generale a tutti i lavori umili, scomodi o poco pagati. Risulta evidente che in Italia si prepara uno scontro fra chi compete per lavori umili. Da una parte ci sono gli italiani rimasti che si dividono in due nette categorie: chi sta bene con lavori garantiti nell’industria, nell’indotto e nel pubblico, e chi invece è rimasto escluso dal sistema di redistribuzione del reddito parassitario e deve competere con le risorse nordafricane per i bassifondi.

Quindi sotto il controllo e le imposizioni di potentati e di interessi stranieri, i burocrati e i parassiti hanno deciso cosa diventerà in futuro l’Italia. https://www.senato.it/1025?sezione=136&articolo_numero_articolo=117: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto […] dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. Questa riforma impedisce l’emanazione di norme regionali – o di fatto le elimina se sono già state emanate – in conflitto con l’ordinamento UE, quindi viene prima il diritto comunitario (qua lo trovate meglio spiegato http://marcodellaluna.info/sito/2016/11/11/art-117-italia-sottomessa-a-berlino/).

Quindi la famigerata integrazione europea è un conferimento di sovranità a una comunità che è dominata dalla BCE e dalla Commissione Europea: ovvero il golpe dell’oligarchia finanziaria si è pigliato tutto il Paese. Ma se cessa il quantitative easing il sistema in Italia crollerà. E non siamo neppure sicuri a quanto ammonta il totale dei crediti inesigibili (che hanno in pancia le banche italiane) quindi se dovesse venire a galla la totale leviatanica montagna di merda di perdita sui crediti … altro che Troika. E come dice Marco Della Luna in “Oltre l’Agonia” : “al confronto con la politica e con le istituzioni italiane, una porcilaia è una camera sterile (pag.83)”.

Ma parlare di banche cattive è puro populismo, infatti le banche italiane si comportano esattamente in maniera conforme alle regole della società italiana: forti con i deboli e deboli con i forti. La stessa immigrazione in Italia è un problema falsificato, plasmato a misura delle necessità politiche e di pancia del popolo bue.

La classe dirigente di questo Paese vive bene solo in presenza di moltissime prede pressoché indifese, quindi quando appare un predatore più grosso il popolo si ritrova affamato. I nostri bravi cacciatori hanno sterminato praticamente tutta la fauna selvatica disponibile sul territorio. E cosa succede quando mancano le prede e il popolo ha fame? Semplice, si chiede il piano di ripopolamento – rigorosamente a nostre spese – liberando nuovi animali da depredare un po’ ovunque. Se ne avessero ammazzati di meno in passato (imprenditori, aziende, professionisti, lista lunga di partite IVA…) avevano ancora qualcosa da cacciare, ma in Italia è noto che non c’è limite alcuno alla caccia. Così ora tutto quello che cacciano sono bestie importate: alcune sono selvatiche e altre sono di allevamento, ma quando arrivano qua in terra straniera si fanno prendere con una certa facilità (i più svegli e furbi fuggono e scappano nei boschi del Nord Europa dove ci sono altri territori di caccia). I pazzi che hanno voluto questo sistema a caccia sparano a tutto quello che si muove e da lì inizia il nuovo ciclo perverso. Dunque in questo sistema ci si ritrova davanti a brontolamenti di pancia contro un piano di ripopolamento. In qualche modo la fauna si deve ripopolare.

Inarrestabile declino o meritato destino? In questo Paese le rivoluzioni le hanno sempre fatte delle élite ristrette che iniziano ad averne piene le palle del popolo bue. Popolo bue che si ritiene pensante e furbo perché usa l’iPhone, il computer, i social e si crede per questo qualcosa di diverso, ma sempre carne da cannone rimane. Il popolo sveglio è una minoranza esigua, e questa verrà controllata con repressione e paura. L’unica cosa certa è che continuerà ad aumentare la spesa pubblica, il tasso di mortalità, il debito pubblico e la tassazione. Quelli saranno sempre in aumento.

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