Cina e Usa in rotta di collisione: Trump combatte battaglie datate e perse

La Cina non è solo la nazione più popolosa ma è anche una grande economia in rapida trasformazione, un grande Economic Hitman in rapida ascesa. Gli imprenditori cinesi presto si troveranno a scontrarsi frontalmente con gli Stati Uniti. La precedente presidenza di Obama, i suoi dirigenti lacché e gli stessi politici sono stati quasi sempre in silenzio, negando la evidente minaccia che incombe sugli Usa. Oltre un decennio americano che tutti ricorderanno perché “buttati veramente giù per il cesso”: hanno dichiarato guerra a un estremismo islamico da loro stessi finanziato e foraggiato in Africa e in Medio Oriente, una guerra fredda insensata contro la Russia, ma NON una parola sulla vera minaccia incombente, ovvero il dragone cinese.

Si parla raramente degli hacker cinesi e dei crescenti attacchi informatici diretti al sistema di difesa degli Stati Uniti e alle imprese americane, una moneta cinese sottovalutata che ha danneggiando molte economie e la stessa ripresa globale, una Cina che sta creando un bel arsenale nucleare (ma tutti sempre pronti a contrastare l’Iran) e nessuno che racconti l’espansione cinese nel Mare Cinese Meridionale, setacciato alla ricerca di petrolio e gas. Argomenti scomodi, meglio dimenticarli!

Avete mai letto il saggio “Death by China: Confronting the Dragon – A Global Call to Action” di Peter Navarro e Greg Autry? Voi NO, ma forse Donald Trump SI’! Un piccolo manuale di sopravvivenza contro l’assassinio più grande perpetrato al pianeta dalla Cina. A volte gli autori tendono ad esagerare, ma in fondo è lo stesso stile che negli ultimi tempi abbiamo riscontrato in Trump. Presto il nuovo presidente degli Usa proporrà una nuova guerra contro il vero nemico americano, una delocalizzazione di aziende in Cina che ha distrutto posti di lavoro, un invito esteso a tutti per boicottare i prodotti made in Cina.

Al suo terzo giorno di insediamento Trump ha indicato chiaramente la volontà di uscire dal Trans-Pacific Partnership, ma è forse una mossa “fuori tempo massimo”, sortirà pochi effetti per contrastare la crescita cinese. Il meritevole sito https://www.merics.org/de Mercator Institute for China Studies ha pubblicato interessanti studi su gli attuali sviluppi. Leggetevi questi articoli:

https://www.merics.org/de/merics-analysen/papers-on-china/made-in-china-2025/

https://www.merics.org/de/merics-analysen/papers-on-china/cofdi/cofdi2017/

Dove Trump potrebbe scivolare?

Forse è sbagliata l’idea di fermare le esportazioni cinesi negli Stati Uniti, forse il governo americano dovrebbe studiare il programma “Made in China 2025” per capire che le misure protezionistiche potrebbero far crescere il dollaro: la crescita della moneta americana renderebbe le esportazioni più costose, un effetto boomerang notevole. Bisogna considerare che, comunque sia, la Cina continuerà ad investire nella crescita tecnologica, forse è errata la prospettiva di chiusura del mercato americano, l’unica amara soluzione è quella di obbligare il mercato cinese a diventare più aperto e di insistere su tale punto.

Ma che lo dico a fare? Trump è convinto…

Alessia http://liberticida.altervista.org/