Aggiornamento su Ucraina e altro: ok ragazzi va tutto come da programma

Я вернулся, друзья мои.

Il Paese dei Sogni Infranti

Rinomino da oggi il paese con più carcerati al mondo, ovvero la Terra della Libertà, quello dove la diseguaglianza tra ricchi e poveri è maggiore che in qualsiasi altro paese, quello retto da un presidente dalla folta capigliatura. Insomma gli Stati Uniti d’America. Il buon Trump ha sistematicamente demolito in poco tempo tutte le folli aspettative, continuando con la politica guerresca e aumentando le spese militari, a scapito del welfare. Parafrasando una dizione, un “Rusty Trumpone” (la frase originale è rusty trombone, lo trovate su sexopedia) che andrà a finire male.

Mi piace anche ricordare il vecchio Obama, quel pazzerellone guerrafondaio Nobel per la pace, che faceva arrestare 900-1000 persone alla volta durante marce non autorizzate contro la corruzione. E nessuno lo accusava di essere un tiranno, a parte forse gli arrestati. Mah.

Ma di altro parleremo oggi, ovvero lo Speciale Terra Dei Pazzi ©.

Terra Dei Pazzi

Succede di tutto, in quel di Kiev, come al solito.

Un altro politico morto ammazzato, ma diversamente dalle altre decine di volte negli ultimi  tre anni, questa volta si tratta non di un politico ucraino, ma di uno russo. Il giorno 23 Marzo, all’uscita del Premier Palace Hotel, Voronkenov – politico rifugiatosi dallo scorso anno a Kiev per evitare l’arresto in Russia per corruzione – viene ucciso da un killer. Quest’ultimo rimane ucciso a sua volta da una guardia del corpo e risulterà essere un piccolo delinquente ucraino. Niente di che, nella terra Dei Pazzi è tutto nella norma. Semmai il caso scottante è questo: il colonnello Alexander Haraberiush, dei servizi segreti dell’esercito di Kiev, salta per aria a Mariupol il 31 marzo dentro la sua jeep, centrata da un missile!

Pare che il defunto colonnello fosse molto attivo nell’interrogare i presunti “filorussi”.

Ma parliamo del lavoro del defunto colonnello: eccoci qua a Mariupol, Ulitza Gerogiaskaya 77. La sede dei servizi segreti ucraini da maggio 2014, che si occupa della zona del Donbass, territorio in parte occupato dai separatisti. I servizi segreti ucraini lavorano in concerto con i vari battaglioni paramilitari – i mitici “nazifroci” – che si occupano di arrestare i sospettati e di consegnarli ai servizi. Da maggio ad ottobre 2014, durante il primo periodo, quando i dati ufficiali venivano comunicati ufficialmente a Kiev, circa cento persone furono arrestare: sospettate di “terrorismo” e di “collusione con il nemico“. Dopo quel primo periodo i dati relativi agli arresti furono segretati. Ma occhi acuti osservano il viavai da allora, in attesa dell’arrivo delle auto con i vetri oscurati, e delle “passeggiate”.

Si sa che i sospettati vengono portati al secondo piano, negli uffici dove lavorano alcuni personaggi, tra i quali il maggiore Yatsenko e il famigerato capitano Alexander Lyasko, inventore della tortura combinata di scosse elettriche e waterboarding per fare parlare i sospettati. Oltrepassata una porta chiusa da una serratura digitale, di fianco al settore 12 (quello riservato alle intercettazioni telefoniche) si arriva alla sezione D, tanto amata dal defunto colonnello. Niente altro che un paio di stanzette, con una sedia e delle panche dove legare i sospettati, e un armadio pieno di “giochi”, come il telefono da campo sovietico modello TA 57, vecchio residuato, con la manovella per la suoneria, capace di emettere circa settanta volt, da collegare ai testicoli dell’interrogato. Purtroppo le attività dei zelanti esponenti dei servizi pare che si sentano in tutto l’edificio, in cemento armato e pervaso da condutture per l’aria condizionata in metallo. Ogni volta i funzionari troppo sensibili devono essere fatti uscire per non fargli sentire le urla. Ed è capitato centinaia di volte negli ultimi anni, di vedere decine di persone uscire dal grigio palazzo e passeggiare nei dintorni, tutti intenti ad evitare di guardare certe finestre al secondo piano. Occhi attenti pare abbiano registrato tutti questi movimenti, durante anni e mesi di appostamenti, ed annotato le identità di chi esce e soprattutto di chi rimane in ufficio.

Negli ultimi mesi pare che tutti i vecchi funzionari abbiano cercato di essere trasferiti oppure di passare alle aree “tranquille”, tipo il controllo delle emittenti radio, televisive e di internet, considerati “sicuri”. Le aree “operative” sono finite in mano a giovani zelanti e fanatici, che non credono alla “fortuna” che gli ha permesso di fare una folgorante carriera. Pare che la resa dei conti sia appena iniziata.

Eh, tempi interessanti, da quelle parti.

Gas e Fattorie

Dopo tre anni dal colpo di stato e la devastante crisi economica che ha colpito le zone non occupate dai separatisti, l’Ucraina ha conosciuto un relativo benessere solo in un settore, quello agricolo. Gli investimenti delle multinazionali occidentali pare siano tutti rivolti a quel settore, in particolare nella coltivazione estensiva di cereali, possibilmente OGM, da destinarsi alla produzione di mangimi per il bestiame e di farina per le masse occidentali. Mais, cereali e soia a perdita d’occhio.

Gli agricoltori locali, ovviamente non hanno ancora capito bene cosa comporterà la creazione di questi immensi latifondi. La foto che vedete non è stata scattata cinquanta anni fa, ma il 10 maggio 2011, nel villaggio di Bugayvka (Galizia – parte orientale dell’Ucraina). Se dei mezzi agricoli ci sono, nelle fattorie ucraine, sono mezzi vecchi e scalcinati.

Le fattorie sono piccole per via del fatto che, fino a pochissimo tempo fa i terreni non era possibile acquistarli, ma si poteva avere una concessione per alcuni lotti  rinnovabile nel tempo. I piccoli agricoltori si vedranno requisire le terre, vendute all’asta alle multinazionali, e dovranno emigrare nelle città, dove lavoro non se ne trova. Si parla di milioni di persone, una vera crisi umanitaria, che obbligherà molti di costoro ad emigrare in Europa. Infatti le zone colpite dalla rapacità delle multinazionali sono quelle occidentali del paese, zone che si prevede non rientreranno tanto presto nei confini russi, a differenza dell’oriente che è “a rischio“. E gli abitanti di Lvov e zone limitrofe non si trovano tanto bene in Russia, pare.

Siete pronti alla nuova ondata migratoria, drughi?

Avevo parlato del gas, beh, alcuni industriali ucraini – i mitici oligarchi – sono alle prese con un nuovo problema: i produttori russi di concimi azotati, concimi prodotti dal gas naturale, hanno cominciato a vendere “sottocosto” forti delle loro tariffe bassissime. I produttori ucraini pare non possano competere e sono costretti a cessare la produzione. Produzione di concimi che, prima del colpo di stato, ha rappresentato l’otto per cento del Pil Ucraino, e settore ora in forte crescita grazie al boom agricolo.

Altre persone lasciate a casa, e vecchie fabbriche ex sovietiche che prima o poi andranno demolite. La guerra si fa anche con i concimi.

Carbone

La questione del carbone è, come minimo complicata, da quelle parti. Vi ho già spiegato che le centrali ucraine hanno bisogno di un tipo particolare di carbone, che si estrae nel Donbass e nelle zone limitrofe in territorio russo. Ahimè, le miniere migliori sono nelle zone controllate dai separatisti.

GLi oligarchi, o, meglio l’oligarca che controlla le miniere rimaste in territorio ucraino, miniere poco redditizie e dotate di macchinari obsoleti, ha soffiato sul fuoco dell’indipendentismo, e ha scatenato i “nazifroci” : Pagandoli, ovvio. Il risultato è stato il blocco delle esportazioni del Donbass, ovvero la cessazione delle spedizioni di carbone che continuavano persino durante i combattimenti.

A questo punto le centrali a carbone vanno comunque alimentate, e cosa ti inventano i solerti funzionari ucraini? Comprano il carbone dalla Russia, ovvero lo stesso carbone del Donbass, che i russi acquistano e rivendono a prezzo maggiorato. Ma i nazifroci insorgono , “non si può acquistare carbona dal paese invasore!” tuonano. E il teatrino si riapre. Seguitemi bene, il carbone del Donbass viene comprato dai russi, che lo rivendono all’Abkazia, piccolo territorio una volta georgiano e adesso formante una repubblica autonoma. Il carbone esca dal Donbass, viene rivestito come “straniero” e rivenduto a prezzo aumentato agli ucraini dopo due passaggi cartacei. Ma non basta, il carbone viene fermato definitivamente con l’occupazione da parte di uno squadrone prezzolato dei binari. Ovviamente il carbone prodotto in ucraina costava comunque di più…

Andrà a finire male, che ve lo dico a fare?

Eurovision.

A Kiev si terrà quest’anno il mitico e per niente politicizzato concorso canoro. Quello dove finse quel travestito barbuto, ricordate?

I Russi effettuano la “mossa di Kansas City” e candidato la brava artista paraplegica Saimolova, che presenta una canzone in inglese tranquilla, positiva e vagamente frocieggiante, intrisa di buonismo.

Ovviamente gli ucraini fanno di tutto per non farla partecipare, negandole l’ingresso in Ucraina per essersi recata in Crimea senza passare da loro paese.

Ritmica

Dierugina Cup, esibizione di ginnastica ritmica, ovviamente, le ginnaste russe, yunior, ovvero delle dodicenni, vincono svariate medaglie.

Dando prova di un certo spirito sportivo le autorità ucraine decidono di non suonare nessun inno nazionale durante le premiazioni, pur di non dar voce a quello russo.

Io ci sono rimasto male per le bambine, e in tribuna molti dicevano, sottovoce “ma che c…aspita succede?”.

Agli occhiuti esponenti dei servizi ucraini ricordo che ero sul lato destro in tribuna , dietro la giuria, e con il passaporto bulgaro…. eh eh eh. La prossima volta magari mi metto un garofano all’occhiello così mi riconoscete nei filmati, ok?

“Spezzeremo le reni alla Libia!”

Grande pezzo di giornalismo, quello del Guardian di alcuni giorni fa, che riporta paro paro le notizie riportate da Reuters in quei giorni.

Pare che 22, dicasi 22 militari russi si siano spostati in Libia per aiutare le forse del generale Khalifa Haftar, ancora attivo nel sud della Libia.

Non solo , sei soldati russi sarebbero scesi da un aereo in una base militare egiziana alcuni giorni prima, e non si sa se siano risaliti a bordo del Tupolev, ripartito da li a poco, dopo essersi fermati a bere una vodka  nella caffetteria.

Il pensiero di quella sporca dozz… ehm trentina scarsa di uomini, che attraversano il deserto portandosi i droni in spalla, pronta ad invadere la Libia, mi sgomenta ancora.

E dire che i diecimila contractors e agenti americani che agiscono in Ucraina da anni non hanno ancora combinato un cazzo… sono dei duri questi russi.

Aspetto trepidante il prossimo scoop, notizie tipo il complotto hacker russo per invertire la rotazione terrestre azionando tutti insieme il minipimer, e robe del genere.

Notte ragazzi, ci sentiremo presto, quando il polverone sollevato dalle bombe a San Pietroburgo si sarà depositato. E state attenti ai minipimer, mi raccomando.

By Nuke di Liberticida